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Il pasticcio degli Egato: i ritardi di Zingaretti, le strategie di Leodori e il tavolo ribaltato da Trancassini

Licandro Licantropo
Il deputato Trancassini: “Il Pd ha barattato la transizione ecologica per qualche poltrona e adesso che si apprestano a subire una sonora sconfitta, cercano di piazzare i loro esponenti politici non ricandidati”
Dicembre 6, 2022
Paolo Trancassini

Lo stop è arrivato da Fratelli d’Italia, dai consiglieri regionali ma soprattutto dal deputato Paolo Trancassini, coordinatore del partito nel Lazio. E’ stato lui ad annunciare la manifestazione di protesta sotto gli uffici della Giunta per stamattina.

E’ stato lui a indicare i motivi del “no”. Affermando che il Pd “ha barattato la transizione ecologica per qualche poltrona e adesso che si apprestano a subire una sonora sconfitta, cercano di piazzare i loro esponenti politici non ricandidati negli enti che dovranno gestire le politiche ambientali nei prossimi anni”.

Trancassini ha voluto ricordare che il consiglio regionale è sostanzialmente sciolto e che la giunta dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione. Dopo che Fratelli d’Italia ha messo in chiaro la sua posizione, anche la Lega si è mossa e a livello provinciale il coordinatore Nicola Ottaviani ha colto la palla al balzo per far sapere di non essere d’accordo con il quadro che era stato disegnato.

I RITARDI ZINGARETTI

In realtà Daniele Leodori, presidente vicario della giunta regionale, sta provando a recuperare i mesi di ritardo accumulati su questo tema. La legge di istituzione degli Egato (enti di gestione delle autorità d’ambito dei rifiuti) è stata approvata a luglio. Da allora sono trascorsi cinque mesi senza che si desse seguito alcuno a quanto deliberato.

La convocazione delle assemblee dei sindaci per costituire gli organismi (presidente, membri del consiglio direttivo, revisore dei conti, direttore) è un atto in qualche modo dovuto. Ma un conto sarebbe stato effettuarlo a settembre o ad ottobre, altro discorso è farlo in questo momento, dopo che è stata decisa la data per le elezioni, il 12 febbraio 2023. Nicola Zingaretti, proiettato sin da fine luglio a Montecitorio, ha preferito lasciare la patata bollente nelle mani del successore.

Daniele Leodori si è comportato da amministratore e, per dirla tutta, ha perfino delineato un possibile accordo di natura regionale. Coinvolgendo più partiti possibile. Lo schema era quello di indicare Marco Vincenzi (Pd) alla guida dell’Egato di Roma, Mauro Buschini (Pd) per quello di Frosinone, Pino Simeone (Forza Italia) per Latina. Prevedendo con ogni probabilità in quota Lega e Fratelli d’Italia gli enti di Viterbo e Rieti.

Ma qualcosa non ha funzionato, specialmente nel labirinto delle “guerre intestine”, dei veti e controveti della Capitale. Ieri mattina sono iniziati i “bombardamenti”, ma è apparso subito evidente che i malumori di Roma si sarebbero diffusi ovunque. Fratelli d’Italia ha ragionato facendo prevalere la politica. E Paolo Trancassini ha messo in fila un ragionamento che non fa una grinza: tra meno di due mesi si vota, la giunta attuale dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione, meglio stoppare tutto e riparlarne dopo. Anche perché in questo momento, inevitabilmente, quello che è un passaggio di natura burocratica e amministrativa si presta a letture da campagna elettorale.

Rimangono i cinque mesi di totale paralisi, con Nicola Zingaretti che non si è posto affatto il problema. Cosa succederà adesso è difficile immaginare. Le assemblee dei sindaci sono state convocate, a Frosinone l’appuntamento è per domani mattina. Vedremo cosa accadrà, se si deciderà di andare avanti comunque, anche a maggioranza, per votare Mauro Buschini alla guida dell’Egato. Resta inteso che i partiti dovranno trovare un accordo blindato per i quattro membri del consiglio direttivo.

In queste condizioni è obiettivamente difficile, anche perché ci sono e ci saranno delle linee regionali da seguire. Fratelli d’Italia lo ha già fatto, è presumibile che Lega e Forza Italia renderanno noto oggi il loro orientamento. In secondo luogo c’è una considerazione di opportunità politica: ha senso procedere a maggioranza su un tema tanto delicato come quello dei rifiuti? Il deputato del Pd Esterino Montino (da sempre critico nei confronti degli Egato), ha suggerito la nomina di sei commissari che assicurino l’avvio dell’ente. Per poi procedere con le assemblee dei sindaci dopo il voto del 12 febbraio.

Come commissario dovrebbero essere indicati dirigenti o funzionari della Regione, quindi dei tecnici. Una prospettiva che non piace ai partiti. In Ciociaria c’è un’altra considerazione da fare: il 18 dicembre si vota per l’elezione del presidente della Provincia e la bozza di nomine per l’Egato rappresenta un punto fondamentale per mantenere determinati equilibri.

Se dovesse saltare, ci sarebbero sicuramente delle ripercussioni. Identico discorso per la posizione di Mauro Buschini: se tutto dovesse slittare (o saltare?), allora sicuramente tornerebbe in gioco nella corsa al consiglio regionale, insieme a Sara Battisti e Antonio Pompeo. In un clima infuocato all’interno del Pd: lo scenario peggiore, che Francesco De Angelis ha cercato di evitare a tutti i costi. Ma nella politica, come nella vita, i tempi hanno una loro magica importanza. Gli assetti dell’Egato andavano delineati tra l’estate e l’autunno. Nicola Zingaretti non l’ha fatto e adesso le possibilità che sia troppo tardi stanno aumentando.

Un’ultima riflessione: nel Lazio Fratelli d’Italia è di gran lunga il primo partito. Perché dovrebbe rinunciare all’opportunità di dettare la linea quando la vittoria alle regionali appare a portata di mano? E’ la politica, signori.

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