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Veroli, il civismo senza bandiere non è un caso

Massimo Pizzuti
Situazioni e schemi politici sono cambiati per sempre: a Ferentino e Sora le situazioni erano ben diverse. Nella coalizione di Germano Caperna nessuno si sta nascondendo. Nel capoluogo nessun esponente delle minoranze vuole mandare a casa il sindaco
Aprile 25, 2024
Germano Caperna

E’ completamente inutile (e ipocrita) cercare di interpretare le situazioni politiche di oggi con gli schemi degli anni Ottanta, Novanta e perfino Duemila. I partiti sono cambiati perché è diversa la società. Le coalizioni “tengono” per motivi elettorali (soprattutto alle politiche e alle regionali), non per effettiva unità di intenti e di idee. Allora succede che alle comunali non sempre gli schemi classici del centrodestra e del centrosinistra sono validi. In questi giorni si discute molto di quanto sta succedendo a Veroli, provando a richiamare altre situazioni. Ma è proprio così? Alle comunali di Ferentino il punto di partenza fu rappresentato dalla spaccatura nel Pd, tra le correnti di Francesco De Angelis e Antonio Pompeo. Quest’ultimo (sindaco uscente) sostenne Alfonso Musa. Mentre su Piergianni Fiorletta (la sua appartenenza al Pd non è in discussione) decisero di convergere, oltre a Pensare Democratico, anche esponenti di partiti di centrodestra. Attraverso formule e schemi civici. A Sora, invece, il centrodestra (seppure diviso e tra mille contraddizioni) si è presentato con Federico Altobelli candidato sindaco. Ha poi vinto Luca Di Stefano, con una coalizione civica e con il sostegno del Pd, seppure senza il simbolo. Schema poi replicato alla Provincia, ma con una sola parte del Partito Democratico (quella di Francesco De Angelis).
A Veroli la storia politica di Germano Caperna è conosciuta da tutti: una “vita” nel Pd, fedelissimo di Francesco Scalia, poi la parentesi (non breve) in Italia Viva di Matteo Renzi. Alle comunali però ha scelto di avere una connotazione tutta civica, con una strategia precisa, che ha “costretto” il Pd a seguirlo dopo che Simone Cretaro aveva aperto la strada. Esponenti di Fratelli d’Italia e Lega (con il via libera dei rispettivi leader provinciali, Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani) hanno deciso di collocarsi in questo tipo di coalizione. Semplicistico e demagogico gridare all’inciucio. Semplicemente non c’erano le condizioni per mettere in campo centrosinistra e centrodestra. Nei Comuni da sempre si registrano delle eccezioni. Patrizia Viglianti e Cristiano Papetti contenderanno a Caperna la fascia tricolore: i cittadini sceglieranno tra coalizioni costruite per governare un Comune.
Dicevamo delle eccezioni alle comunali. E’ esattamente così. La regola è che il centrodestra unito vince e governa Frosinone, Ceccano, Anagni, Alatri e si potrebbe continuare. Sempre il centrodestra si presenta a Cassino con Arturo Buongiovanni. Il centrosinistra ha maggiori difficoltà perché è venuta meno la coalizione, ma il recente voto delle provinciali ha dimostrato che comunque il Partito Democratico ha la maggioranza degli amministratori. Specialmente nei Comuni medi e piccoli. Sindaci come Enrico Pittiglio (San Donato Valcomino), Domenico Alfieri (Paliano), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma) cosituiscono ancora oggi la spina dorsale del partito. Perfino loro però alle amministrative devono avere una connotazione anche civica. Perciò, bando alle ipocrisie e a banalità che lasciano il tempo che trovano.

PERCHE’ MASTRANGELI DORME SONNI TRANQUILLI

Sì, è vero: Riccardo Mastrangeli aveva parlato di verifica politica dopo le dimissioni dell’assessore Alessandra Sardellitti, prima che si votasse il bilancio, poi approvato all’unanimità dei consiglieri di maggioranza. Le rivendicazioni di Mauro Vicano e Pasquale Cirillo sono fondate e bisognerebbe prendere una decisione definitiva anche nei confronti del gruppo di Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone. Il problema è un altro: Mastrangeli è in politica da quando portava i calzoni corti, sa che in piena campagna elettorale per le europee rimettere mano alla giunta potrebbe determinare situazioni che poi sfuggono di mano.  Ma soprattutto il sindaco ha ottimi rapporti personali con tanti esponenti delle opposizioni. Alzi la mano chi pensa che Lista Marini, Polo Civico e Partito Socialista possano firmare mozioni di sfiducia o dimissioni di massa per interrompere la consiliatura. Alzi la mano che una cosa del genere possano farla Partito Democratico e Lista Marzi.