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Partiti spaccati verso Egato. Provinciali e regionali, solo Fratelli d’Italia è un monolite

Massimo Pizzuti
La crisi del Pd e le manovre congressuali che termineranno a marzo hanno finito per provocare smottamenti in tutto il quadro politico, a sessanta giorni dalle elezioni regionali
Dicembre 4, 2022
Luigi Germani, sindaco di Arce e candidato alla presidenza della Provincia

Mancano poco più di sessanta giorni alle elezioni regionali e il quadro politico vive una fibrillazione mai vista prima. La crisi del Pd e le manovre congressuali che termineranno a marzo hanno finito per provocare smottamenti in tutto il quadro politico. E sul nostro territorio ad amplificare i movimenti sussultori ci si sono messe le elezioni provinciali. Le quali verranno precedute dall’elezione degli Egato. Gli organismi pubblici che dovranno regolare, in futuro, tutto il ciclo dei rifiuti. Dalla raccolta allo smaltimento. Per conto dei comuni della provincia. Politica7 mercoledi scorso anticipando tutti –  https://www.politica7.it/mauro-buschini-verso-la-presidenza-dellegato-abbandona-la-corsa-alla-regione/ – ha rivelato come alla presidenza dell’Egato di Frosinone, in base ad un accordo raggiunto a Roma dalle principali forze politiche (Pd, Fdi, Lega, Azione e Forza Italia) è stato designato in quota Pd, Mauro Buschini. Sempre in quota centrosinistra il presidente dell’Egato di Roma. Andranno al centrodestra Latina e Rieti. Mentre saranno i sindaci del territorio a decidere il Cda dell’Egato di Viterbo. In realtà anche dove c’è la designazione voteranno i sindaci. Ma lo faranno in base ad un accordo politico raggiunto a livello regionale.

In queste ore, relativamente agli Egato, si stanno studiando tutta una serie di questioni legate e incompatibilità e inconferibilità degli incarichi in base alla legge Severino e sulla questione è stato chiesto un parere agli uffici legali della Regione. Pare infatti che non ci sia possibilità (soprattutto per sindaci e amministratori dei Comuni oltre i quindicimila abitanti) di entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione del nuovo importantissimo ente sovracomunale.

Tornando agli smottamenti del quadro politico l’elezione del prossimo presidente della provincia, al di la di quello che sarà il risultato finale ha messo in evidenza le enormi spaccature di tutti i partiti (a parte Fdi) e lo smaniare fastidioso di alcuni sindaci che hanno clamorosamente rivelato, più del previsto, smodate ambizioni personali e uno strano senso del civismo ad uso e consumo delle loro carriere e da utilizzare più per coltivare relazioni personali che per mettere a disposizione di una qualsiasi comunità politica.

Il Pd diviso tra Germani e Di Stefano

La palma di partito più spaccato va certamente al Pd. E forse non poteva essere diversamente. Qui il “tana libera tutti” è scattato dopo la resa post-datata di Enrico Letta dopo il responso delle elezioni politiche. E in una fase di riposizionamento, complici le regionali, non sono bastati direzioni e comitato di saggi per indicare una strada comune da seguire per le provinciali. Con il risultato che il Pd di Pompeo, Alfieri e Salera andrà a dar man forte alla candidatura di Luigi Germani. E quello legato a ciò che resta di Pensare Democratico di Francesco De Angelis sosterrà invece il sindaco di Sora Luca Di Stefano. Un punto di equilibrio pare sia stato toccato sugli Egato. Allo scopo, dicono i più maligni, di sterilizzare Mauro Buschini sia in chiave provinciali che regionali. E’ chiaro comunque che la fortissima spaccatura ciociara parte da Roma dove l’asse Mancini-Ruberti sta facendo carte false, tramite Francesco De Angelis, per riportare alla Pisana Sara Battisti mentre Bruno Astorre e Daniele Leodori per il medesimo obiettivo hanno puntato da tempo sull’ex presidente della Provincia, Antonio Pompeo che si prepara ad un ticket insieme ad una candidata espressione del sindaco di Cassino, Enzo Salera.

La Lega su Mastrangeli. E un troncone su Luca Di Stefano

Le fibrillazioni, come detto, non riguardano solo i Dem. Attraversano anche il Carroccio della nostra provincia. Dove Nicola Ottaviani ha in parte subito la frenesia di Riccardo Mastrangeli e conseguentemente la perdita non solo degli alleati di Fratelli d’Italia e di Forza Italia ma anche del capogruppo del suo partito in consiglio provinciale, Gianluca Quadrini. L’esponente leghista di Arpino, che si candiderà con la Lega alle regionali, non sarà nella squadra a sostegno del sindaco di Frosinone ma si è schierato con Luca Di Stefano. Con Mastrangeli c’è Andrea Amata e tutto il resto della squadra leghista del territorio: dal consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli a Mario Abbruzzese. Da Roberto Addesse a tutti i consiglieri comunali del capoluogo riferibili all’ex sindaco: quelli della Liste Ottaviani, per Frosinone e della Lega insieme al gruppo di Alfredo Pallone e Pasquale Cirillo.

La “grosse-confusion” di Forza Italia. Quasi tutti su Germani a parte Piacentini e Rotondo

Forza Italia simil Lega. Con due terzi del partito che andrà a sostenere Luigi Germani e una zona franca che questa volta va da Adriano Piacentini ad Anselmo Rotondo tra Frosinone e Pontecorvo a sostenere Riccardo Mastrangeli, contro la volontà del leader regionale Claudio Fazzone. Ma c’è di più. Mentre scriviamo Adriano Piacentini è il protagonista di una sorta di amichevole ballottaggio con l’altro fortissimo esponente della Lega, Massimiliano Tagliaferri per una candidatura nella lista del Carroccio alle prossime regionali. Il che potrebbe significare l’addio definitivo dopo una lunghissima militanza dell’Assessore comunale al Bilancio al partito di Silvio Berlusconi. Che vede allineati gli altri due sub-commissari Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia. Tra i più attivi nel sostegno al sindaco di Arce verso la sua corsa alla presidenza della Provincia.

Fratelli d’Italia su Germani senza divisioni

Ancora una volta, in silenzio e senza tanti fragori, Massimo Ruspandini riesce a tenere unite le truppe di un partito che anche grazie all’impegno di Paolo Pulciani e di Aldo Mattia viaggia all’unisono e che si appresta con i suoi amministratori a votare il sindaco civico Luigi Germani alla guida della Provincia. I sindaci, i consiglieri comunali e quelli provinciali (Maura e Ambrosetti) sono tutti dalla stessa parte e stanno lavorando per consolidare i numeri del dicembre 2021 quando venne eletto il Consiglio Provinciale. Nessuno lo dice apertamente ma eventuali defezioni potrebbero avere  riflessi fortissimi anche sulle velleità di alcuni candidati alle prossime regionali. Competizione per la quale si sta completando la lista che dovrebbe essere definita nei prossimi  giorni. L’unità di Fratelli d’Italia, partito che viaggia oltre il 30%, fa riflettere soprattutto in considerazione delle spaccature degli altri partiti che nonostante viaggino su percentuali di poco inferiori o superiori al dieci per cento sono divisi in clan che spesso e volentieri corrono su binari opposti.

Sindaci per la “squadra” e sindaci per se stessi

Si riempiono la bocca di proclami per i loro territori e poi basta poco per intuire che dietro alle loro dichiarazioni c’è molto poco di “politico” e tanto invece per rafforzare le proprie posizioni, i propri rapporti personali e le loro carriere. Sono tante volpi incapaci di arrivare all’uva e pronti a dichiararla acerba. Sono i sindaci furbetti. Che non si schierano mai per il timore di perdersi l’ultima opportunità.

E poi ci sono i sindaci che fanno squadra. Capaci, per il bene della loro formazione, di fare non uno ma anche due passi indietro. In silenzio e con tanta dignità. Anche in questo caso Fratelli d’Italia fa scuola: prima Roberto Caligiore e poi Lucio Fiordalisio quando hanno capito che serviva un pacchetto di voti fuori dal centrodestra per poter vincere la partita della Provincia hanno ringraziato e si sono messi a lavorare per il progetto. Senza smaniare, senza polemiche, senza forzare la mano. Un esempio di buona politica in una specie di festival dell’arrivismo che continua ad andare in scena in questi giorni. Tra tanta confusione e altrettanta spregiudicatezza.

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