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Candidature grandi firme

Massimo Pizzuti
Domani Giorgia Meloni annuncerà che guiderà le liste di Fratelli d’Italia. Il Pd ha gà indicato Elly Schlein, mentre Forza Italia punta su Antonio Tajani. Nella Lega c’è il generale Roberto Vannacci, mentre Alleanza Verdi e Sinistra ha scelto Ilaria Salis. Scelte che evidenziano una sola cosa: i partiti guardano al quadro nazionale più che europeo
Aprile 27, 2024

Bando alle chiacchiere e alle ipocrisie: le europee saranno un formidabile test per la politica interna. Il futuro assetto dell’Ue assume un’importanza secondaria in questa fase. I candidati locali ci sono ma dovranno compiere un’autentica impresa per conquistare uno dei quindici seggi a disposizione nella circoscrizione Centro. Domani a Pescara il presidente del consiglio Giorgia Meloni, fondatrice e leader di Fratelli d’Italia, annuncerà che sarà lei a guidare le liste del partito ovunque. Si chiama “effetto traino”: c’è sempre stato, anche in passato. Ma stavolta tutti (non soltanto Romano Prodi) salgono sul pulpito per stigmatizzare determinate decisioni. Dunque nella circoscrizione Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio) gli elettori si troveranno i big in cima alla lista. Oltre a Giorgia Meloni, Elly Schlein per il Partito Democratico e Antonio Tajani per Forza Italia. A proposito: si vota con il sistema proporzionale. Ognuno per sé, niente alleanze o coalizioni. Si possono indicare fino a tre preferenze, rispettando l’alternanza di genere. Il Capitano della Lega Matteo Salvini ha puntato invece sul generale Roberto Vannacci, noto al grande pubblico per un libro dichiaratamente “controcorrente”. Una scelta, quella di Salvini, che ha spaccato il partito. Durissima, per esempio, la reazione del Governatore del Veneto Massimiliano Fedriga. Però Matteo Salvini è consapevole di giocarsi tutto: se subirà il sorpasso da parte di Forza Italia e il Carroccio scenderà sotto il 10%, sarà complicato per lui restare al timone. Il Movimento Cinque Stelle ha le sue regole per queste competizioni, ma in ogni caso nella lista ci sarà l’ex calciatrice e allenatrice Carolina Morace. Tramontato il Campo largo, Giuseppe Conte giocherà nel suo. Di campo. Anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno scelto un nome noto per guidare la lista di Alleanza Verdi e Sinistra. Quello di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria. Sperando in questo modo di oltrepassare la soglia del 4%, al di sotto delle quale non si eleggeranno parlamentari europei.
I candidati della provincia di Frosinone fino a questo momento sono 5. Mario Abbruzzese (Lega) sta battendo i territori delle quattro regioni in lungo e in largo a caccia di preferenze, ma sarà soprattutto la percentuale del Carroccio a risultare determinante, in un senso o nell’altro. Dalla Lega è andata via Maria Veronica Rossi, in direzione Fratelli d’Italia. L’ennesimo segnale dei malumori che ci sono nel partito di Salvini. Quasi sicuramente la Rossi concorrerà in FdI. Rossella Chiusaroli (Forza Italia) sa di poter raggiungere un risultato importante in ogni caso, specialmente nella prospettiva di un rafforzamento degli “azzurri” in tutto il Basso Lazio. Uno degli obiettivi del coordinatore regionale Claudio Fazzone. Candidati alle europee anche Giuseppina Bonaviri (Stati Uniti d’Europa) e Luciano Conte (Alleanza Verdi e Sinistra).
Due europarlamentari uscenti, entrambi della provincia di Latina, vedono il bis. Si tratta di Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia) e Salvatore De Meo (Forza Italia).
Nel Partito Democratico sono in corsa il deputato ed ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i sindaci Dario Nardella (Firenze) e Matteo Ricci (Pesaro), ma anche l’ex direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio. Le diverse correnti si sfideranno a colpi di preferenze, come è sempre accaduto. A Roma sarà interessante vedere come andrà a finire la partita che vede da un lato Roberto Gualtieri e Claudio Mancini (che dovrebbero sostenere Zingaretti) e Goffredo Bettini, orientato su Tarquinio.
Tanti i nomi conosciuti: Renata Polverini in Forza Italia, Alessio D’Amato in Azione, Ignazio Marino e Massimiliano Smeriglio in Alleanza Verdi e Sinistra, Marietta Tidei e (forse) Emma Bonino negli Stati Uniti d’Europa. Nelle prossime settimane sentiremo parlare molto (come sempre) dell’affluenza. Ormai però è assodato che nelle principali democrazie occidentali vota poco più della metà degli aventi diritto. La differenza quindi la fa la capacità di mobilitazione del proprio elettorato di riferimento. Perciò ci sono i leader capilista.