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La scalata di Pompeo al Pd. Centrodestra: Procaccini o Trancassini?

Licandro Licantropo
Dalle provinciali emergerà la risposta più attendibile sul tentativo di scalata alla federazione del Pd di Pompeo. Dopo bisognerà completare il discorso con l’elezione alle regionali, ma come dice il proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera”.
Dicembre 4, 2022
Antonio Pompeo

Essere eletto consigliere regionale e poi cercare di prendersi il partito in Ciociaria. Sta ragionando in grande Antonio Pompeo e le ultime vicende nazionali del Pd lo hanno convinto ad osare. E’ di ieri la notizia che il sindaco di Firenze Dario Nardella sarà il coordinatore della campagna elettorale per le primarie Dem di Stefano Bonaccini, Governatore dell’Emilia Romagna che punta alla segreteria. Sono due ex renziani. Antonio Pompeo è schierato con Nardella sulla base del progetto che intende “ribaltare” il partito, spostando il baricentro sugli amministratori locali.

E’ la stessa linea del sindaco di Ferentino e presidente della Provincia, linea che adesso sta cercando di “esportare” a due appuntamenti ravvicinati. Favorendo la nomina di un membro di Base Riformista (la sua componente) nel consiglio direttivo dell’Egato e poi vincendo l’appuntamento del 18 dicembre, quando si dovrà decidere il successore alla Provincia. Il candidato di Antonio Pompeo è il sindaco di Arce Luigi Germani, appoggiato da un vastissimo fronte civico ma anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Con Pompeo ci sono tantissimi sindaci del Pd, come Enzo Salera (Cassino), Domenico Alfieri (Paliano), Simone Costanzo (Coreno).

Dalle provinciali emergerà la risposta più attendibile sul tentativo di scalata alla federazione del Pd di Pompeo. Dopo bisognerà completare il discorso con l’elezione alle regionali, ma come dice il proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Bonaccini e Nardella vogliono impostare un congresso diverso, provando a mettere all’angolo le “correnti” e puntando sugli amministratori locali. Se ci riusciranno, allora l’ala sinistra del partito è destinata ad andare in difficoltà. E stavolta non potrà bastare un asse formato da Andrea Orlando, Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini.

In provincia di Frosinone c’è comunque Francesco De Angelis, intenzionato a resistere insieme a Sara Battisti e Luca Fantini. Per la prima volta però potrebbe anche perdere la partita interna. Per accettare la candidatura alle regionali (si vota il 12 febbraio) Antonio Pompeo dovrà dimettersi da sindaco di Ferentino entro il 12 gennaio.

Anche in questo caso il risultato delle provinciali sarà significativo, soprattutto per capire se il Pd andrà unito o se invece Pensare Democratico di De Angelis proverà a puntare su un proprio candidato sindaco. Per il momento l’ipotesi di Piergianni Fiorletta appare congelata, ma non accantonata. Un altro Comune che andrà al voto in primavera è Anagni. Il sindaco Daniele Natalia, uno dei tre subcommissari di Forza Italia, sa che soltanto Fratelli d’Italia può cercare di ricomporre un quadro di centrodestra in campagna elettorale. La convergenza su Luigi Germani ha pure questa motivazione. Anche se nella città dei Papi il tasso di conflittualità nell’alleanza è ai massimi storici.

LE REGIONALI

Alessio D’Amato ha ufficialmente iniziato la campagna elettorale. Il centrodestra invece non ha ancora scelto il candidato presidente, dimostrando di non aver fatto tesoro degli errori del passato, quando costantemente è arrivato fuori tempo massimo. Ci sono segnali di insofferenza da parte di Forza Italia. Gli “azzurri” hanno annunciato che il 16 dicembre, all’hotel Ergife di Roma, apriranno la campagna elettorale. Con un evento al quale interverrà in collegamento Silvio Berlusconi. Tra i presenti ci saranno Antonio Tajani e gli altri big del partito. Ma sono le parole del senatore Maurizio Gasparri, coordinatore romano di Forza Italia, che fanno emergere un malumore strisciante. Ha detto Gasparri: “Per quanto riguarda la presidenza della Regione, non si può dar luogo a nessun esperimento, né si possono proporre nomi che la grande opinione pubblica non conosca. Occorrono proposte valide, in grado di governare la Regione, non soltanto di vincere grazie alla prevalenza dello schieramento di centrodestra. I cittadini non dovranno chiederci “ma chi è?” il candidato alla presidenza della Regione. E la ricerca va fatta tra tutti gli uomini e le donne dell’intera coalizione, valutando le classi dirigenti di tutte le formazioni politiche. Chi ha poi più numeri ha certamente il diritto di avanzare le proprie proposte, ma anche il dovere di non lasciare spazio all’improvvisazione.

Il Lazio è una Regione importante ed è anche la Regione della Capitale, dove il voto d’opinione è fondamentale. Il centrodestra ha il successo a portata di mano, ma deve evitare scelte basate sull’improvvisazione. Forza Italia avanzerà le sue proposte a partire dal 16 dicembre, con serietà e totale coesione, ma sollecitando a tutti un analogo atteggiamento”.
Che Berlusconi voglia spostare nel Lazio le tensioni politiche manifestate in più occasioni “contro” Giorgia Meloni? Può darsi. Le parole di Maurizio Gasparri significano che Forza Italia chiede nomi politici riconoscibili a Fratelli d’Italia. Cioè Chiara Colosimo e Fabio Rampelli. Ma sul tavolo del presidente del consiglio Meloni ci sono pure i nomi di Paolo Trancassini (leader del partito nel Lazio), di Francesco Rocca e di Nicola Procaccini con quest’ultimo che sembra essere ad un passo dall’ufficializzazione.
Fratelli d’Italia difficilmente accetterà di farsi dettare i “suoi” nomi da altri.

Insomma, nel centrodestra i soliti venti di burrasca ogni volta che si deve votare nel Lazio.