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La lucida strategia di Leodori. Regionali: gli assetti del centrodestra

Licandro Licantropo
Per quei giri immensi (e privi di senso politico) che soltanto il Pd sa fare, Daniele Leodori ha dovuto effettuare un passo indietro per la presidenza alla Regione Lazio. Ma in questa fase è proprio lui il protagonista. Anche in provincia di Frosinone.
Dicembre 3, 2022
Daniele Leodori

Doveva essere lui il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio. Poi, per quei giri immensi (e privi di senso politico) che soltanto il Pd sa fare, Daniele Leodori ha dovuto effettuare un passo indietro. Ma in questa fase, fondamentale per mantenere gli equilibri e tenere il Partito Democratico in gioco, è proprio lui il protagonista. Anche in provincia di Frosinone.

Intanto, grazie ad un lavoro di diplomazia portato avanti con la consueta competenza (e cautela), Leodori ha dato il via alla stagione degli Egato, gli enti di gestione degli ambiti territoriali ottimali dei rifiuti. Diciamo la verità: sono anche dei poltronifici, funzionali però ad assetti che serviranno in futuro. Sul tavolo accordi che coinvolgono tutti i principali partiti e se alla fine i risultati saranno raggiunti, allora in parecchi dovranno ringraziare Leodori. Un esempio: il Pd della provincia di Frosinone. L’indicazione di Mauro Buschini come presidente dell’Egato ha immediatamente stabilizzato la competizione per le regionali: Sara Battisti e Antonio Pompeo si giocheranno l’elezione. Nel caso dovesse vincere il centrodestra, uno solo diventerà consigliere regionale. Ma l’altro sarà sicuramente tenuto in considerazione per il primo incarico importante disponibile in quota opposizione.

Lo schema è questo: soltanto gli ipocriti possono far finta di stupirsi. Un altro che a queste intese ha sempre guardato e lavorato è Francesco De Angelis. Mentre nel resto d’Italia il Pd arranca e, in molti casi, frana, da queste parti esprime il presidente del Consorzio industriale regionale (lo stesso De Angelis), quello della Saf (Lucio Migliorelli) e probabilmente dell’Egato (Mauro Buschini). Non male se si considera la continua emorragia di consensi ogni volta che a votare sono i cittadini e non gli amministratori. Anche questo però è un modo di rimanere a galla, dopo che Nicola Zingaretti è uscito di scena da presidente della Regione Lazio senza aver programmato il futuro del partito nel breve e nel medio periodo. Ci ha pensato Daniele Leodori. Dimostrando visione, capacità e spirito di squadra.

LE CANDIDATURE ALLE REGIONALI

Forse è il caso di ricordare che in provincia di Frosinone verranno eletti 4 consiglieri regionali. Non 40. Le coalizioni sono unite sul nome del candidato alla presidenza, ma poi ogni partito concorre per conto proprio per quanto riguarda l’elezione dei consiglieri. A determinare le quote di elezione non saranno rituali magici. Ma l’aritmetica: il partito più grande della coalizione vincente ne elegge 2. Da sempre. Uno direttamente, l’altro con il premio di maggioranza. Poi a determinare gli altri 2 posti saranno i voti di lista, le preferenze personali e la percentuale del partito, che andrà rapportata anche con quella raggiunta nelle altre province. Fratelli d’Italia punta ad avere 2 rappresentanti alla Pisana. L’uomo di fiducia del deputato e leader provinciale Massimo Ruspandini è Daniele Maura, che quindi parte da favorito.

Tra gli uomini altri due posti su almeno cinque pretendenti: Antonello Iannarilli, Gabriele Picano, Riccardo Roscia, Fabio Tagliaferri e Massimiliano Bruni. Primi due della lista in vantaggio ma non si escludono sorprese. Tre le donne vanno verso la candidatura Alessia Savo e Nadia Belli. Tanti nomi ma nessuna certezza sul terzo posto disponibile.

La lista della Lega sarà costruita su Pasquale Ciacciarelli. Probabilmente il “gruppone” consiliare del capoluogo che fa riferimento a Nicola Ottaviani avrà un suo candidato: in queste ore è in corso una specie di ballottaggio tra Massimiliano Tagliaferri e Adriano Piacentini. I due hanno un rapporto solidissimo e stanno cercando la migliore soluzione per non disperdere consensi e rafforzare la lista del Carroccio. Sarà della partita, almeno secondo le ultime indiscrezioni, anche Gianluca Quadrini.

Se il prossimo presidente avrà i galloni del centrodestra, in Regione ci saranno 2 eletti per Fratelli d’Italia e 1 per il Pd. Se sarà di centrosinistra, 2 per il Pd e 1 per FdI. Alla Lega dovrebbe andare il quarto seggio (anche in considerazione di una lista oggettivamente molto forte).
Nel 2018 furono i pentastellati a farcela, con Loreto Marcelli. Pochi mesi fa, nel proporzionale, hanno ottenuto la conferma a deputato di Ilaria Fontana. Il voto di opinione li premia, mentre il radicamento nel territorio resta pari allo zero. Lo si sta vedendo bene in questi giorni. Sia alle provinciali che per l’assetto dell’Egato voteranno gli amministratori dei Comuni, con meccanismi di ponderazione.

I Cinque Stelle non sono ininfluenti, semplicemente non esistono. Un dato che il Partito Democratico dovrebbe analizzare con estrema attenzione prima o poi. Il Pd ha ancora la maggioranza di sindaci e consiglieri comunali, ma quando la partita è nazionale o regionale arriva dietro al Movimento. Perché? Probabilmente per la cronica incapacità di imporsi a Roma e di avere delle candidature del territorio. Alle politiche. Mentre alle regionali le divisioni alla fine pesano. Nel centrodestra la contrapposizione tra Fratelli d’Italia e Lega è nei fatti. Le percentuali (e gli eletti) delle regionali diranno chi ha vinto la partita. Sperando si calmino i venti di burrasca.

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