informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Ottaviani e la furbata della Zls: De Meo gli ricorda che già esiste. Le provinciali faranno aumentare i malumori a Frosinone. Verso il niet per la candidatura di Chiappini

Licandro Licantropo
Novembre 2, 2023
Francesca Chiappini, la più votata alle elezioni Comunali di Frosinone

E’ venuto il momento di fare un punto della situazione serio e di dire le cose come stanno. Evitando cortine fumogene e tentativi di spostare l’attenzione altrove. Lo sviluppo della Ciociaria non potrà passare dalla Zes, la Zona Economica Speciale istituita dal Governo per otto regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. Non perché ci sia stato un complotto contro le province di Frosinone e Latina e neppure perché (come si afferma superficialmente attingendo a piene mani alla demagogia) i nostri parlamentari non  contano nulla. La Zes è stata concepitaper il Mezzogiorno sulla base di una serie di parametri economici, occupazionali, logistici, finanziari e di territorio. 

Le aree del Basso Lazio non ci rientravano. Si è provato a farle inserire: ha tentato per primo il deputato Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), poi ha detto la sua il Governatore del Lazio Francesco Rocca. Ma non c’erano le condizioni tecniche previste nel decreto, adottato proprio per quelle zone del Mezzogiorno. Il testo, sul quale il Governo ha chiesto e ottenuto la fiducia, è stato approvato dall’assemblea della Camera con 184 sì, 106 no e 2 astenute. Ora è passato al Senato: la conversione in legge va fatta entro il 18 novembre. 

Il premier Giorgia Meloni e il ministro Raffaele Fitto hanno concepito una governance che faccia riferimento a Palazzo Chigi per snellire ogni tipo di procedura. La Zona Economica Speciale è stata pensata e istituita per quelle otto regioni. Dall’inizio. Era giusto tentare, ma le possibilità obiettivamente erano ridotte al lumicino.

Adesso si sente parlare di Zls, acronimo che sta per Zona Logistica Semplificata. I deputati della Lega Nicola Ottaviani e Giovanna Miele hanno presentato un ordine del giorno, che ha avuto il via libera dal Governo e dalla Camera. Ma un ordine del giorno è… un ordine del giorno. Prima che venga reso operativo e funzionale per un territorio occorrono atti, provvedimenti e passaggi che hanno un minimo comune denominatore: la concretezza. Nel Lazio, come ha ricordato l’europarlamentare di Forza Italia Salvatore De Meo, una Zls esiste già e comprende 29 Comuni della provincia di Frosinone e Latina (su un totale di 124). Il fatto è che non basta una scatola vuota generica. Per attuare un discorso del genere occorrono investimenti, interconnessioni, infrastrutture e cambi di paradigma. Servirebbe, per esempio, l’immediata riperimetrazione del Sin, propedeutica alla bonifica della Valle del Sacco. Altrimenti continuiamo a parlare del nulla e a piantare bandierine nel deserto. Non servono a nulla logiche da primi della classe se poi non si fanno delle cose precise. Occorrono, come ha spiegato De Meo, delle interconnessioni. Bene, limitando il discorso alla Ciociaria, chiediamo: che  fine ha fatto il progetto della Stazione dell’Alta Velocità da realizzare  in un territorio compreso tra Ferentino e Supino? Si sono perse le tracce. Ancora una volta la provincia di Frosinone si è accontentata delle briciole: due fermate dei treni Tav a Frosinone e Cassino, due volte al giorno (per e da Milano), su un tracciato nel quale non si viaggia da Superveloce. Nulla, fumo negli occhi. Infatti la maggior parte dei ciociari sale sul Frecciarossa e su Italo a Roma. Una Stazione Tav sarebbe la svolta per un territorio che ha in pochi chilometri diversi caselli autostradali (Anagni, Ferentino, Frosinone, Ceprano, Pontecorvo-Castrocielo, Cassino) e la superstrada Ferentino-Frosinone-Sora. Una Stazione dell’Alta Velocità sarebbe una svolta enorme per i passeggeri, per le merci, per la competitività delle nostre aziende.

In tanti sorridono o fanno spallucce all’idea di realizzare uno scalo aeroportuale civile a Frosinone. Tanti anni fa ci provò l’allora presidente della Provincia Francesco Scalia. L’intuizione era giusta, la strategia no. Vogliamo fare una domanda alla classe dirigente di questo territorio: con una Stazione Tav e il potenziamento delle già importanti infrastrutture viarie, siamo sicuri che gli investitori non guarderebbero alla Ciociaria per uno scalo aeroportuale civile? Noi, sommessamente, crediamo che lo farebbero.

Il fatto è che da queste parti una visione di lungo periodo è merce rarissima. Ci si preoccupa spesso di iniziative che lasciano il tempo che trovano, finalizzate a scaricare le responsabilità politiche sugli altri. Sarebbe  pure il caso che il Consorzio industriale regionale facesse una ricognizione completa di tutti i progetti che insistono o insisteranno nelle aree di competenza. La vocazione di quelle zone è industriale. Va tenuto presente.

PROVINCIALI E VECCHIE AMBIZIONI: IL PRIMO TEST PER LA TENUTA DI MASTRANGELI

Le elezioni provinciali si preannunciano come il primo test per la tenuta dell’amministrazione comunale di Frosinone. In molti ambiscono ad entrare nel consiglio di Piazza Gramsci ma gli spazi sono ristretti e le alchimie che verranno trovate produrranno molti candidati, pochissimi eletti e una pletora di scontenti.

E tra questi, c’è da scommetterci, qualcuno proverà a far saltare il banco. La notizia di queste ora è che, per tutta una serie di veti incrociati, sarebbe saltata la candidatura di Francesca Chiappini. La professionista, che risultò la più votata delle ultime comunali, veniva data come rappresentante dell’ampia area di riferimento del sindaco Ottaviani alle prossime consultazioni provinciali, ma nel fronte di riferimento dell’ex sindaco si sarebbero aperte numerose crepe che avrebbero fatto tramontare questa “chance” per l’esponente della Lista del vicesindaco Antonio Scaccia. Nel fronte degli scontenti e sull’Aventino di una futura fibrillazione per Riccardo Mastrangeli rimane Pasquale Cirillo. L’avvocato punta a sostituire in giunta la Rotondo ma pensa anche ad un ristoro “provinciale”. Nel caso in cui venisse meno l’ipotesi Chiappini quel posto nel consiglio del presidente Luca Di Stefano il gruppone del capoluogo che si è speso alle politiche e alle regionali per la Lega potrebbe anche riservarlo a lui. Insomma tanta carne al fuoco e tante spine velenose per il primo cittadino di Frosinone che non si cura più di tanto di tutto il caos che lo circonda e prova ad andare avanti nella realizzazione del programma elettorale. Sicuro di avere gran parte della città al suo fianco in un possibile ed eventuale ritorno alle urne.

ULTIMI ARTICOLI