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Meloni-Schlein, il potere è donna. Il viale del tramonto di Conte e dei Cinque Stelle. Anagni e Ferentino: dove vai se la lista civica non ce l’hai?

Licandro Licantropo
Marzo 16, 2023
Giorgia Meloni - Elly Schlein

Annalisa Cuzzocrea, sul quotidiano La Stampa, le ha definite le “duellanti”. Clima da stadio ieri alla Camera per il question time che ha registrato il primo botta e risposta tra il presidente del consiglio Giorgia Meloni e la neo segretaria del Pd Elly Schlein. Le due si sono studiate e attaccate su due temi cruciali del dibattito attuale: il salario minimo e l’immigrazione. Nessuna ha concesso nulla all’altra, se non il rispetto, che però è diventato fondamentale. C’è stato un grande sconfitto: Giuseppe Conte. Il Movimento Cinque Stelle è stato “scippato” dalla Schlein della sua bandiera: il salario minimo. Giorgia Meloni ha capito che la distanza tra Pd e Movimento è destinata ad aumentare e ha continuato a rivolgersi alla Schlein. Si sono legittimate a vicenda.

Peraltro poche ore dopo che il dato più importante del sondaggio di Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, reso noto da Porta a Porta, era risultato essere quello delle coalizioni: centrodestra (FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati) al 45,6%, centrosinistra (Pd, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa) al 25,1%. Più di venti punti percentuali. Le rilevazioni sono state effettuate lunedì 13 marzo, subito dopo la prima assemblea del Pd dell’era Schlein.

CHI SALE CHI SCENDE

Fratelli d’Italia è al 29,2%. Rispetto al 21 febbraio scorso un -0,4% che non preoccupa perché vuol dire che il partito di Giorgia Meloni non ha risentito delle polemiche infuocate sulla tragedia di Cutro. Un partito che ormai “balla” stabilmente intorno al 30% è normale che abbia delle oscillazioni del genere. Il dato più interessante politicamente riguarda il Pd e il Movimento Cinque Stelle, perché l’effetto Elly Schlein porta il Partito Democratico al 20,3% (+2,8%), mentre i pentastellati si fermano al 15% (-1,9%). Significa che lo spazio elettorale di recupero per il principale partito della sinistra italiana va nell’area della formazione di Giuseppe Conte. La Lega è al 9,4% (+0,4%), Azione-Italia Viva all’8,4% (+0,3%), Forza Italia al 6,5% (-1,2%). Seguono Alleanza Verdi e Sinistra al 2,6% (-0,4%), Italia con Paragone al 2,4% (+0,3%) e +Europa al 2,2% (-0,2%). Noi Moderati stabile allo 0,5%. I risultati del sondaggio dicono che la situazione politica del Paese non cambia a livello di coalizioni. Le distanze tra i principali partiti restano sostanzialmente immutate. Lo spunto interessante è il potenziale recupero del Pd, che sembra andare a togliere voti ai Cinque Stelle.

LA SITUAZIONE NEL LAZIO

La prima seduta del consiglio regionale del Lazio ha riservato una sorpresa che non è affatto piaciuta a Italia Viva e Azione. Parliamo dell’elezione a segretario d’aula di Valerio Novelli, dei pentastellati. Per Luciano Nobili (Italia Viva-Azione) la prova provata che nel Lazio il Pd sta cercando di riannodare i fili con il Movimento Cinque Stelle e che quindi di fatto l’alleanza elettorale con Renzi e Calenda è terminata. Un’anticipazione dello scenario nazionale. Elly Schlein in questo momento è preoccupata di una sola cosa: far salire il Pd nei sondaggi attraverso la ripresa dei rapporti con quelli che sono i “mondi” persi dal partito in questi anni: la scuola, i sindacati, le fabbriche, i piccoli artigiani. La conseguenza è che una eventuale alleanza con i Cinque Stelle avverrebbe su basi diverse rispetto al passato, con il Pd in posizione di forza e quindi nella condizione di togliere voti ai pentastellati. Per il momento Giuseppe Conte non è riuscito a trovare una strategia alternativa. Mentre invece la distanza tra il Pd e Azione-Italia Viva sta aumentando rapidamente. Alla fine cambia poco, perché senza una coalizione che tenga insieme centrosinistra, Cinque Stelle e Terzo Polo il polo progressista non può competere con un centrodestra stabilmente oltre il 40%. Di parecchio pure.

ANAGNI E FERENTINO, PARTITI SCOMPARSI

Le elezioni comunali si avvicinano. Il 14 e 15 maggio primo turno, dopo due settimane l’eventuale ballottaggio nei centri con oltre 15.000 abitanti se nessuno avrà ottenuto la maggioranza assoluta. Il quadro che si sta delineando nei due Comuni più grandi, Anagni e Ceccano, vede protagoniste le liste civiche. Con i partiti sempre più timidi e dubbiosi sul fatto se è meglio presentarsi con il simbolo oppure a rimorchio delle civiche. Ad Anagni è molto probabile una sfida con tre pezzi da novanta candidati a sindaco: l’uscente Daniele Natalia, Alessandro Cardinali e Franco Fiorito, che si muove ormai allo scoperto e a tutto campo. Natalia, Cardinali e Fiorito stanno costruendo alleanze civiche. Ma siamo sicuri che gli elettori anagnini non sappiano quale siano i convincimenti politici dei protagonisti? Nella Città dei Papi è una sfida fra tre esponenti politici cresciuti nel centrodestra. Tutti e tre. Ma di questi tempi i simboli civici sembrano fare tendenza alle comunali. A Ferentino invece Antonio Pompeo si sta muovendo nelle retrovie a supporto del suo candidato sindaco Alfonso Musa. Sa che dall’altra parte a vincere le primarie sarà Piergianni Fiorletta, l’uomo scelto da Francesco De Angelis per conquistare il Municipio. Anche a Ferentino i protagonisti si stanno muovendo su un terreno politico civico. Diversamente che da Anagni il confronto è nel Partito Democratico. In attesa di capire se il centrodestra proverà a lanciare un suo candidato o se invece ancora una volta lascerà campo libero al centrosinistra.

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