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La guerra del Pd che rischia di travolgere Pensare Democratico. Astorre non farà sconti a De Angelis

Licandro Licantropo
Per i prossimi giorni è previsto l’annuncio della candidatura alla presidenza della Regione Lazio di Enrico Gasbarra, sostenuto da Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, Roberto Gualtieri, Claudio Mancini e Francesco De Angelis. Se così fosse il segretario regionale Bruno Astorre scatenerebbe la “guerra” interna.
Giugno 28, 2022
Francesco De Angelis
Francesco De Angelis

Venti di guerra fortissimi nel Pd laziale e anche in provincia di Frosinone. Il disastro della domenica dei ballottaggi a Frosinone e Viterbo si aggiunge alla netta sconfitta di Rieti, dove inoltre l’assessore regionale Claudio Di Berardino si era fermato alle primarie. Per i prossimi giorni è previsto l’annuncio della candidatura alla presidenza della Regione Lazio di Enrico Gasbarra, sostenuto da Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, Roberto Gualtieri, Claudio Mancini e Francesco De Angelis. Se così fosse il segretario regionale Bruno Astorre scatenerebbe la “guerra” interna. Intanto il risultato di Frosinone comincia ad essere letto sotto un’altra luce. Per niente favorevole all’area di Francesco De Angelis.

DITO PUNTATO CONTRO PENSARE DEMOCRATICO

A chi si ostina a sottolineare che comunque nel capoluogo ciociaro di più non si poteva fare viene risposto in un’altra maniera. A Frosinone il Pd ha collezionato la terza sconfitta consecutiva: 2012, 2017, 2022. Non è mai davvero stato in partita e da queste parti il Campo largo ha fallito nettamente: l’alleanza con Cinque Stelle, Piattaforma Civica e Frosinone in Comune non ha portato nulla, la Lista Marini ha deluso, il Polo Civico non ha fatto la differenza. Francesco De Angelis, da vecchia volpe della politica, ha
fiutato che si sta mettendo malissimo. Non soltanto per Frosinone, ma per la sua volontà di appoggiare Enrico Gasbarra nella corsa alla presidenza della Regione. Il senatore Bruno Astorre ha rotto la tregua ed è pronto a fare le pulci alla federazione ciociara. Sarà un caso (non lo è), ma in queste ultime ore sta
circolando un altro tipo di ragionamento. Questo: ma come, in Ciociaria il Pd indica il presidente del Consorzio industriale unico del Lazio (Francesco De Angelis), ha espresso per anni quelli di Asi (De Angelis) e Cosilam (Marco Delle Cese), guida la Saf (Lucio Migliorelli), ha due consiglieri regionali (Mauro Buschini, Sara Battisti), il presidente della Provincia (Antonio Pompeo) e continua a collezionare sconfitte? Si aggiungono pure altre postazioni comunque collegate a nomine riconducibili ai Democrat. Per esempio Ater e Asp. Se quella nel capoluogo è la terza battuta d’arresto consecutiva, ci sono altre situazioni sulle quali da adesso in poi non verranno fatti sconti: a Ceccano le sconfitte consecutive sono state due, nel frattempo si è perso ad Alatri, Anagni, Pontecorvo. A Sora si è festeggiato per due settimane solo perché il partito aveva appoggiato Luca Di Stefano, fino ad un anno prima uomo di punta della Lega. Situazioni del genere sul territorio si sono moltiplicate negli ultimi anni. A Ceccano e a Sora non è stato presentato il simbolo del partito sulla scheda.
Non per caso il sindaco uscente di Frosinone Nicola Ottaviani ha parlato della fine di un sistema di potere. Francesco De Angelis ha intuito che tutto questo adesso verrà messo sul piatto della bilancia. Probabilmente da Astorre in persona. Vorrà dire che niente è più scontato: non la sua candidatura alla
Camera, non quelle di Sara Battisti e Mauro Buschini alle regionali. Perfino la presidenza del Consorzio unico, tra qualche mese, potrebbe essere rivendicata da Roma.
Astorre ha “benedetto” il Campo largo a Frosinone, ma poi ha lasciato la gestione a De Angelis. Nel frattempo la frattura tra i due ha cambiato totalmente la situazione. Al ballottaggio il segretario regionale non si è visto nel capoluogo e dopo la sconfitta di domenica scorsa il silenzio di Nicola Zingaretti si è notato.

TRA LEODORI E GASBARRA

Poche settimane fa Daniele Leodori ha presentato la sua candidatura alla presidenza della Regione. Leodori è l’uomo di AreaDem del ministro Dario Franceschini e di Bruno Astorre. L’accordo prevedeva il sostegno di Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Sara Battisti e Mauro Buschini. All’inizio c’è stato, poi il dietrofront per convergere su Enrico Gasbarra, voluto da Zingaretti, Bettini e Mancini. Bruno Astorre non l’ha presa malissimo. Di più, molto di più. Nei prossimi mesi lo scontro con Francesco De Angelis sarà totale.

TORNANDO A FROSINONE

Nel 2012 l’insanabile frattura tra Domenico Marzi e Michele Marini spianò la strada a Nicola Ottaviani. Nel 2017 il totale disimpegno sulla candidatura a sindaco di Fabrizio Cristofari portò alla disfatta al primo turno. Quest’anno si è arrivati al ballottaggio quasi per caso, per poi rimediare una “scoppola” netta. Domenico Marzi non voleva candidarsi e ha provato a dirlo in ogni modo dopo che Mauro Vicano era stato sacrificato sull’altare delle logiche romane del partito. Possibile che il Pd non era nelle condizioni di individuare un’altra scelta? Per esempio si poteva lanciare Angelo Pizzutelli, oppure puntare su un giovane o su una donna. O ancora si poteva cercare un accordo con il Psi di Gian Franco Schietroma,
al quale sono stati preferiti il Movimento Cinque Stelle e le intese del Campo largo. I Socialisti hanno ottenuto un 6% che sarebbe stato prezioso. Nemmeno valutata la possibilità di sostenere il candidato sindaco socialista Vincenzo Iacovissi. Situazioni che hanno prodotto la terza sonora sconfitta.

DA ZINGARETTI A DE ANGELIS

La candidatura di Enrico Gasbarra a questo punto avrebbe l’effetto di una miccia in una polveriera, ma l’impressione è che si andrà avanti. Nel Pd laziale la tensione è al massimo. Nicola Zingaretti deve fare i conti con 3 sconfitte in altrettanti capoluoghi: Rieti, Frosinone, Viterbo. Francesco De Angelis in pochi minuti ha capito che è cambiato tutto e che lui stesso e la sua componente sono in discussione. Quando si perde è difficile per chiunque. Intanto in Ciociaria il centrodestra prepara l’affondo finale: conquistare la presidenza della Provincia, che significherebbe minare alle fondamenta l’intero sistema politico che il Pd
a guida De Angelis ha costruito in questi decenni. Il senatore Bruno Astorre (al quale si è avvicinato Antonio Pompeo) non arriverà in soccorso. A meno che Pensare Democratico non decida di tornare all’origine e di schierarsi con Daniele Leodori. Al momento un simile scenario è fantascienza. E allora
guerra sia.

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