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Centrodestra: l’ora delle decisioni. Alla Regione il Pd cerca il “campo largo”

Licandro Licantropo
A gennaio si voterà per la presidenza della Provincia. In attesa della scelta del candidato il centrodestra dovrebbe cominciare a ragionare seriamente (e rapidamente) sulle mosse da fare per rafforzare la coalizione da subito.
Ottobre 3, 2022
regione lazio
Daniele Leodori, presidente reggente Regione Lazio

Le elezioni regionali del Lazio diventano l’ultimo fortino per il Partito Democratico e l’intenzione è difenderlo ad ogni costo. Con il Campo largo. Nelle scorse ore c’è stata una telefonata tra il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte e Francesco Boccia, responsabile degli enti locali del Pd. Secondo il quale “per il Lazio una soluzione va trovata”. Tra febbraio e marzo scorsi Francesco Boccia fece saltare la candidatura di Mauro Vicano a sindaco di Frosinone. Con una dichiarazione alle agenzie di stampa per dire che si sarebbe dovuto ripartire dall’alleanza che sosteneva Nicola Zingaretti alla Regione. In altre parole, bisognava ripartire dall’asse con i Cinque Stelle, perché poi nel capoluogo ciociaro Azione di Carlo Calenda è andata per conto proprio. Ma quella dichiarazione bastò a determinare l’altolà dei pentastellati e della lista civica di Stefano Pizzutelli. La soluzione Mauro Vicano, che era stata in campo per oltre un anno con il sostegno di Francesco De Angelis e di tutto il Pd, venne accantonata. Oggi Boccia riparte ancora dal Campo largo, con un ragionamento numerico per sottolineare come la formazione sia comunque maggioritaria. Se si sommano le percentuali di centrosinistra a traino Pd, Terzo Polo e Cinque Stelle. Ma la politica è un’altra cosa, la maggioranza politica è un’altra cosa. Carlo Calenda ha nuovamente invitato il Pd a scegliere tra lui e il Movimento Cinque Stelle. Francesco Boccia, però, non molla e su questo punto ha probabilmente il sostegno di Enrico Letta, Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini. Perché il Lazio diventa vitale per il futuro stesso del Pd. Nel quartier generale del Pd laziale si fanno i conti: nel 2018 Nicola Zingaretti vinse con i Cinque Stelle che presentarono il proprio candidato (Roberta Lombardi). Dunque, se anche Renzi e Calenda dovessero concorrere per conto proprio, l’intesa con i pentastellati potrebbe bastare. Dipenderà innanzitutto da un accordo blindato tra Democrat e pentastellati. Ma anche dal candidato del centrodestra, che ancora non è entrato nel vivo della discussione. In questo momento le priorità di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sono la formazione del nuovo Governo e soluzioni per contrastare l’aumento del prezzo dell’energia. Intanto comunque, specialmente in un quadro del genere, si rafforza la posizione di Daniele Leodori come possibile candidato del fronte progressista alla presidenza della Regione Lazio.

IL CENTRODESTRA E LA PROVINCIA

A gennaio si voterà per la presidenza della Provincia. In attesa della scelta del candidato il centrodestra dovrebbe cominciare a ragionare seriamente (e rapidamente) sulle mosse da fare per rafforzare la coalizione da subito. La Lega ha 3 consiglieri, Fratelli d’Italia 2. Il Carroccio esprime il consigliere delegato alla presidenza dell’aula, Luca Zaccari. La volta scorsa era Fratelli d’Italia ad avere quel ruolo, con Daniele Maura. Difficile però arrivare alle elezioni avendo condiviso fino all’ultimo la gestione amministrativa dell’ente con il centrosinistra guidato da Antonio Pompeo, uno dei big del Pd. Lo strappo di luglio dei Cinque Stelle nei confronti del governo Draghi dice che c’è sempre tempo per marcare distanze e differenze. In questo modo si dà un’immagine di compattezza della coalizione. I consiglieri di Fratelli d’Italia sono Daniele Maura e Riccardo Ambrosetti. La Lega ne ha tre: Luca Zaccari, Andrea Amata e Gianluca Quadrini. Ognuno sembra procedere per conto proprio, ma a questo punto il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani (appena eletto a Montecitorio) è nelle condizioni per riunire il gruppo e dare l’indicazione di stare all’opposizione senza se e senza ma. E senza qualche delega che può tranquillamente esser ripresa a gennaio con un presidente di centrodestra. Vincere alla Provincia darebbe alla coalizione una prospettiva mai neppure immaginata prima. C’è anche da imprimere una inversione di tendenza credibile. Nel 2014 Forza Italia e Nuovo Centrodestra sostennero Antonio Pompeo, senza neppure presentare un candidato alla presidenza. Nel 2018 Tommaso Ciccone venne “impallinato” dai franchi tiratori del centrodestra e in tempi più recenti Fratelli d’Italia prima e Lega dopo hanno indicato il presidente dell’aula, sancendo una collaborazione istituzionale con Pompeo. In otto anni di legge Delrio il centrodestra, pur essendo maggioranza, è in una posizione politica assolutamente subalterna alla Provincia. Un argomento che Massimo Ruspandini, Nicola Ottaviani, Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia devono assolutamente affrontare. In tempi urgentissimi: il secondo mandato di Pompeo termina tra quattro settimane. Inoltre siamo alla vigilia della campagna elettorale per le regionali e almeno tre consiglieri provinciali del centrodestra potrebbero essere tra i candidati: Daniele Maura, Gianluca Quadrini, Andrea Amata. Un’operazione di chiarezza politica nel momento in cui la coalizione ha stravinto elezioni importantissime avrebbe soltanto dei vantaggi. Anche perché Antonio Pompeo si appresta a concorrere per le regionali, nel Pd. E’ il momento delle decisioni nette, forti, coerenti.

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