Il 2012 è l’anno in cui il centrodestra riconquista la città capoluogo dopo quasi quindici anni di governo opposto. L’era Marzi aveva lasciato il fianco all’amministrazione di Michele Marini nel 2007, il quale punta a riconfermarsi. Stavolta la destra decide di appoggiarsi su Nicola Ottaviani, affermato avvocato e politico di lungo corso. Ottaviani aveva sfidato al ballottaggio Marzi nel 2002 e ora sente possa essere il suo momento. A sostenerlo ci sono 9 liste, tra cui url suo partito, il Pdl, e otto civiche. Ma a sinistra dovrà fronteggiare due avversari difficili. Sia Marini che Marzi. Il 6 e 7 maggio va in scena il primo turno.
Ottaviani raccoglie 12.706 voti, il 44,38% guidando una coalizione di centrodestra. Per il secondo posto, quello che vale il ballottaggio, la spunta in volata il sindaco uscente Michele Marini: 6.921 voti, il 24,18%. Ha la meglio su Domenico Marzi, che ottiene 6.541 voti, il 22,85%, Marini era stato vicesindaco per nove anni prima di indossare lui la fascia tricolore.
Come ci si poteva aspettare, i due leader di centrodestra e centrosinistra arrivano allo spareggio. Ed è qui che le divisioni all’interno dei progressisti avranno un effetto inesorabile sull’esito. L’allora segretario cittadino del Pd, Fabrizio Cristofari, alla fine decide di appoggiare Marzi. Stessa cosa fanno i socialisti capitanati da Gianfranco Schietroma. Al ballottaggio vanno a votare meno aventi diritto e Nicola Ottaviani vince con 12.577 voti, il 53,12%. Michele Marini passa da 6.921 a 11.099 voti, il 46,88%. Ma non basta. Quella frattura tra Marzi e Marini non si è ancora ricomposta. Su questa nascerà l’era Ottaviani, quella di colui che per tutti è stato Zar Nicola. Con lui sostanzialmente dieci anni da uomo solo al comando.
Sempre in grado di tenere insieme la maggioranza, molto ampia anche nelle ultime elezioni, con poche turbolenze che si registrano. Un’era di carisma, di luci e di ombre. Come sempre capita ai sindaci rimasti in carica per tanto tempo.