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Trancassini, Durigon, Fazzone: giovedì il vertice per la giunta. Cassino, Alatri, Anagni e Ferentino: il quadrilatero che scotta

Licandro Licantropo
Settimana finale per l’elezione del segretario del Partito Democratico. Domenica prossima si vota ai gazebo e a contendersi la vittoria saranno Stefano Bonaccini ed Elly Schlein
Febbraio 21, 2023
Paolo Trancassini, Claudio Durigon e Claudio Fazzone

Giovedì i coordinatori regionali Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Durigon (Lega) e Claudio Fazzone (Forza Italia) si incontreranno per discutere della composizione della giunta. In settimana il presidente Francesco Rocca vedrà il premier Giorgia Meloni. Il Governatore manterrà la delega alla sanità e il numero totale degli assessorati resterà a dieci. Per portarli a dodici, come qualcuno aveva proposto, è necessaria una modifica dello Statuto regionale che dovrebbe votare l’aula della Pisana in doppia lettura. Non sarebbe un ottimo biglietto da visita. Si ripartirà dai risultati elettorali, quindi: 6 assessorati più la presidenza del consiglio regionale a Fratelli d’Italia, due posti in giunta alla Lega, due a Forza Italia.

Ammesso che Udc e Lista Rocca si “accontentino” di altre posizioni. Se invece la presidenza del consiglio regionale dovesse andare alla Lega, allora sette assessorati per FdI. Il Carroccio e gli “azzurri” stanno criticando aspramente una legge elettorale che definiscono iniqua. Sicuramente ci sono punti da cambiare, ma come funzionava lo si sapeva anche prima. Le richieste e l’annuncio di possibili ricorsi al Tar possono rappresentare degli strumenti di pressione politica in questa fase dedicata alla formazione dell’esecutivo.
Inutile azzardarsi in previsione sui nomi. Sicuramente in Fratelli d’Italia “mister preferenze” Giancarlo Righini è favorito per la presidenza del consiglio, a Fabrizio Ghera potrebbero andare i lavori pubblici, mentre per Roberta Angelilli vicepresidenza e ambiente. Ma è presto per azzardare una composizione verosimile della giunta.

TRANCASSINI E LA POLITICA PROVINCIALE TRA CASSINO, ALATRI, FERENTINO E ANAGNI

La politica provinciale nei prossimi mesi si misurerà in questi quattro Comuni. A Cassino il sindaco Enzo Salera è impegnato nella composizione della giunta dopo l’azzeramento di qualche giorno fa. Non può perdere la faccia, ma nemmeno può “scassare” definitivamente una coalizione che dovrà sostenerlo quando si ripresenterà per la carica di primo cittadino. Luigi Maccaro e Danilo Grossi potrebbero essere riconfermati, nonostante i dubbi e i malumori delle ultime settimane. Su Barbara Alifuoco e Arianna Volante il sindaco sta riflettendo. Poi c’è il rapporto con il presidente del consiglio Barbara Di Rollo, fedelissima di Francesco De Angelis e Sara Battisti.

Andare allo scontro significherebbe determinare una rottura politica che peserebbe moltissimo anche in futuro. Una mediazione a “costo politico zero” è complicata. La strada del rimpasto passa dalla definizione di questo punto. Ad Alatri il centrodestra già scricchiola. Troppi problemi non sono stati affrontati, nella speranza che si sarebbero risolti da soli.  A cominciare dal rapporto tra il sindaco Maurizio Cianfrocca e l’ex parlamentare Antonello Iannarilli. Tensione alle stelle, potrebbe davvero succedere di tutto. A Ferentino Francesco De Angelis è intenzionato a puntare sull’ex primo cittadino Piergianni Fiorletta. Ma Antonio Pompeo non può permettere che la sua roccaforte venga espugnata senza colpo ferire. Il problema però è che non ha ancora scelto il candidato. Ad Anagni lo schema della sfida è a tre: Daniele Natalia, Franco Fiorito, Alessandro Cardinali. Al momento soltanto il primo sarà sicuramente candidato a sindaco, gli altri due oscillano tra vari ruoli: centravanti, regista, centromediano metodista, allenatore. Di sicuro la partita sarà tostissima e da tripla.

PER IL PD È L’ORA DELLE PRIMARIE

Settimana finale per l’elezione del segretario del Partito Democratico. Domenica prossima si vota ai gazebo e a contendersi la vittoria saranno Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.  Il rischio più forte è il flop della partecipazione. Già nella fase riservata ai circoli soltanto una parte degli iscritti ha ritenuto di dire la sua. Il sentimento prevalente nel partito, anche in provincia di Frosinone, è la stanchezza. Al congresso si arriva dopo cinque mesi da una delle più brutte sconfitte della sinistra italiana, quella del 25 settembre 2022 alle politiche. Enrico Letta avrebbe dovuto dimettersi subito da segretario e dare la possibilità agli organismi dirigenti di individuare il successore in tempi rapidi. Non è stato così e alla fine alle regionali si è riproposta la stessa contraddizione: accordi variabili con Movimento Cinque Stelle e Terzo Polo, assoluta scomparsa del centrosinistra come coalizione. Adesso sarà molto difficile rialzarsi.

Fra l’altro il nuovo segretario potrebbe essere eletto con una percentuale assai bassa di persone che si sono recate ai gazebo per votare. In provincia di Frosinone nel Pd si fa finta di nulla. Lo sfogo di Antonio Pompeo fa emergere un malumore assai profondo, ma nessuno intende affrontare davvero la situazione. Sara Battisti, confermata consigliere regionale, si sta preparando ad un quinquennio di opposizione. Luca Fantini è saldo alla guida del partito. Francesco De Angelis ha ottenuto tutti i risultati che si era prefisso: Mauro Buschini al vertice dell’Egato dei rifiuti, Luca Di Stefano presidente della Provincia, Sara Battisti consigliere regionale.

Ha compattato la sua area, i sindaci e gli amministratori soprattutto. Trasferendo il risultato dalla Provincia alla Regione con una certa facilità, nonostante parliamo di enti e sistemi elettorali assai diversi tra loro. Ha voluto dare una prova di forza, riuscendoci. Però il risultato di Antonio Pompeo andrebbe valutato seriamente. Non soltanto per i tantissimi voti presi, ma perché dimostra che c’è un altro Pd oltre a quello costruito sull’organizzazione di una corrente compatta e forte. Pompeo non vuole uscire dal partito, ma avere una pari dignità effettiva. Un partito realmente unito potrebbe competere diversamente anche alle comunali, alle politiche e alle europee, che si terranno fra un anno. E’ un’operazione che può provare a fare soltanto il segretario Luca Fantini. Anche perché alle prossime comunali di Anagni e Ferentino si profilano ulteriori spaccature e guerre fratricide nel partito.

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