Un monastero sotto sfratto. Se non cambierà qualcosa i monaci del monastero ortodosso di Campo di Carne, frazione di Aprilia, dovranno sgomberare a giorni, dopo avere celebrato la Pasqua ortodossa. Padre Luca Monti, il Superiore del monastero lancia un sos: ”Si sta cercando di forzare i tempi per cedere l’immobile. Chiediamo soltanto che si attenda l’udienza del Tribunale di Latina fissata per il 3 luglio prossimo”. La chiesa ortodossa oggetto di sfratto esecutivo è stata fondata nel 1991 da mons. Antonio De Rosso, una sorta di ‘eminenza grigia’ di Giovanni Paolo I. De Rosso venne consacrato prete cattolico da Albino Luciani e alla sua morte si fece consacrare vescovo ortodosso, continuando la sua attività nella chiesa a Campo di Carne. ”Questo monastero – spiega il padre superiore – è la nostra sede legale ed è la sola chiesa che possediamo in Italia. Poco prima di morire, mons. De Rosso ha acceso un mutuo, non a nome della chiesa, ma della diaconia Onlus tuttora esistente”. Le cose, come spiega padre Monti, sono filate lisce sino al 2014 quando, in assenza di disponibilità , il mutuo non e’ stato più pagato. ”La chiesa – spiega padre Monti subentrato successivamente come superiore del monastero – è andata all’asta giudiziaria come luogo di culto”.
L’APPELLO
Le aste giudiziarie per un po’ si conclusero con un nulla di fatto. ”All’epoca – spiega il padre superiore – non avevamo la disponibilità economica che ora invece avremmo . Due anni fa pare abbiano comprato degli indiani per 124 mila euro a fronte di un edificio che occupa mille metri quadrati : la cosa strana è che si sono palesati per avere i loro diritti solo qualche mese fa”. Nel frattempo il monastero ha continuato ad essere attivo con le funzioni religiose. Padre Monti segnala quelle che definisce ‘anomalie’: ”Noi non abbiamo mai ricevuto alcuna notifica; probabilmente perche’ si riteneva che la chiesa fosse vuota e sconsacrata ma non e’ così. Ho chiesto al tribunale di sospendere la vendita in attesa dell’udienza fissata per il prossimo 3 luglio. In teoria fino a quella data tutto dovrebbe restare fermo invece ora è arrivata una mail che comunica che lo sfratto esecutivo avverrà il 6 maggio, il giorno dopo la Pasqua. Il che significa che dovremmo smontare la chiesa l’indomani le celebrazioni pasquali in poche ore per liberare tutto. Se il 3 luglio avremo torto lo deciderà il giudice, nel frattempo non si capisce il perché si stiano forzando i tempi ”.
INTERVIENE IL VATICANO
Il Vaticano a quanto risulta a padre Monti non sarebbe al corrente della questione. Intanto, spiega, ”stiamo pensando di fare una manifestazione davanti al Tribunale di Latina il 2 maggio . Il paradosso è che l’ufficiale giudiziario scavalca il giudice. E’ vero che lo sfratto è esecutivo ma il rischio è che ci buttino fuori ora per farci rientrare a luglio se il giudice ci darà ragione. Non chiediamo la luna. Ora noi abbiamo i mezzi per pagare e in tribunale riproporremo l’acquisto, rendendo i soldi agli indiani in maniera trasparente”. Lamenta il superiore del monastero ortodosso:”Si sta cercando di forzare i tempi per cedere l’immobile a persone che non si sa che ne faranno. Garantiranno il luogo di culto e poi quale culto?”. I riflettori ora sono puntati sul 2 maggio.