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Termovalorizzatore capitolino e crisi, trema il campo largo

Marco Battistini
Al momento il Pd non sembra voler prendere in considerazione eventuali scossoni che potrebbero portare la crisi di governo: il tavolo programmatico avrebbe portato i suoi frutti.
Luglio 19, 2022
Conte e Draghi

La questione dei rifiuti della Capitale diventa l’epicentro delle fibrillazioni politiche nazionali. Il termovalorizzatore romano si è trasformato in un casus belli. Dopo l’inserimento nel decreto Aiuti della norma che dà al sindaco Roberto Gualtieri, in quanto commissario straordinario del Giubileo, i pieni poteri sul piano rifiuti, poteri che gli permetterebbero di dotare Roma di un inceneritore, oltre al governo trema anche l’alleanza giallorossa. Così il campo largo della Regione Lazio potrebbe subire qualche contraccolpo. Uno scenario che però il Pd dice di vedere lontano e ipotetico. Dalla regione fanno notare che ciò che regge la giunta è un accordo programmatico che marcia regolarmente. Oltre al fatto che sul territorio nazionale, non solo del Lazio, sono diverse le giunte dove i giallorossi governano assieme. Secondo alcune fonti dem la maggioranza di Nicola Zingaretti riuscirà a rimanere compatta e dello stesso avviso si è detta anche l’esponente pentastellata, assessora alla transizione ecologica in Regione: “Non è stato minimante messo in dubbio il campo largo della Regione Lazio, visto il lavoro fatto in questi anni. Ad ora, quindi, non è un tema.

Roberta Lombardi

Con il Pd siamo andati al voto in tanti Comuni” e anche nel Lazio “andremo assieme”, ha sottolineato Roberta Lombardi. “Sui territori c’è un progetto comune”, ha aggiunto l’assessora pentastellata che però butta la palla agli avversari: “Se poi i colleghi del Pd faranno altri tipi di valutazione noi ne prendiamo atto ma al momento nel Lazio lavora fianco a fianco per un progetto progressista per la regione”. L’assessora della giunta Zingaretti si dice quindi certa che il ‘campo’ reggerà. Cortina di ferro tra le fautrici dell’alleanza con il Pd, Lombardi seppur contraria al termovalorizzatore ha anche mostrato una sorta di apertura al dialogo. Ha infatti incontrato Gualtieri ed ha più volte affermato di voler discutere nel merito. Mai però mettendo a rischio la maggioranza regionale. 

NEL LAZIO A RISCHIO IL CAMPO LARGO

Al momento il Pd non sembra voler prendere in considerazione eventuali scossoni che potrebbero portare la crisi di governo: il tavolo programmatico avrebbe portato i suoi frutti. Tutta la maggioranza di Zingaretti, da Italia Viva al Movimento a Sinistra italiana, ha partecipato, tranne il partito di Carlo Calenda, Azione che si è tirata fuori dal tavolo, pur rimanendo al momento all’interno della coalizione. Quindi i passi ora per il centro sinistra sarebbero quelli di completare il lavoro programmatico. Una decina di punti, tra cui sanità, trasporti e altri relativi alle competenze regionali, passaggi interni tra tutti i partiti, e la firma della carta di intenti come fu per le elezioni romane. Poi, primarie o non primarie, la scelta del candidato dopo l’estate. Intanto a Roma i grillini portano avanti da sempre un’opposizione agguerrita contro il Pd, con Virginia Raggi che al momento è sempre rimasta in silenzio asserragliata nella sua roccaforte. Non una parola su Conte né su la crisi di governo da parte di Raggi, l’ex sindaca è rimasta infatti, fino ad ora, in silenzio. Solo posizioni nette contro il termovalorizzatore ma in merito alle regionali o all’alleanza giallorossa, i pentastellati capitolini non dicono nulla. Qualche frase a mezza bocca è uscita dal consigliere Paolo Ferrara che oggi ha ribadito: “Noi non abbiamo mai messo bocca sugli accordi regionali. Poi sicuramente arriverà il momento di dialogare e fare una riflessione tutti insieme”. Ad ogni modo l’eventuale caduta del governo Draghi non potrà non avere delle ripercussioni anche in chiave regionale. Fra Pd e M5S (quanto resta del movimento) la resa dei conti appare solo rinviata.

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