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Sanità e rilancio industriale, la doppia sfida della giunta Rocca

Massimo Pizzuti
La Regione ha presentato un Piano per assumere 9.700 dipendenti di cui 520 a Frosinone. Intanto il commissario del Consorzio Raffaele Trequattrini ha fatto il punto della situazione su una fase cruciale per riforme, nuovi ingressi e governance. Non perdendo di vista i progetti per le infrastrutture.
Ma la differenza si farà sulla capacità di “scaricare a terra” risorse e proposte.
Maggio 8, 2024
francesco rocca
Francesco Rocca

La sanità pubblica come “asset” irrinunciabile e il Consorzio industriale come fulcro baricentrico per una visione di sviluppo basata sulle infrastrutture, sui collegamenti, sulla mobilità sostenibile e sull’innovazione. La giunta regionale di Francesco Rocca ha definito strategie ed ambiti di intervento in maniera chiara, sapendo che dalla riuscita di questi progetti dipenderà molto del futuro prossimo dell’Amministrazione.

La sanità che verrà

Un investimento complessivo di 466 milioni di euro per un totale di 9.699 autorizzazioni per reclutare personale. La disposizione è immediatamente esecutiva. Con una suddivisione, nel Lazio, che vede 1.541 stabilizzazioni, 1.315 unità in più in vista del Giubileo del 2025, ma anche qualcosa come 6.371 “via libera” alle assunzioni. Per altri 472 il semaforo verde si è acceso ad aprile.
Per l’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone i “rinforzi” sono 520: 118 stabilizzazioni e 389 autorizzazioni (altre 13 sempre ad aprile). Queste sono le cifre del Piano illustrato alle organizzazioni sindacali. Si è parlato del più grande investimento sulla sanità pubblica degli ultimi veni anni. Quello che è certo è che lo sforzo è indubbiamente enorme e finalizzato sia a garantire un maggiore e puntuale livello di cure e di assistenza, sia un potenziamento di piante organiche ridotte all’osso che non sono più adeguate alla mole di lavoro che c’è oggi negli ospedali e nelle Aziende Sanitarie.
Fra l’altro in questi anni l’emergenza del Covid ha spostato risorse e attenzione. Il ritorno ad una sanità normale è lento e non ancora completato. Qui si tratta di rispondere alle tante priorità che ci sono: le riposte rapide nei Pronto Soccorso, i tempi per effettuare esami fondamentali e urgenti, le liste di attesa, la piaga della mobilità passiva. Certamente gli investimenti sulle strutture e sui macchinari sono imprescindibili, ma c’è bisogno di medici, di infermieri, di ausiliari, di amministrativi, di dirigenti. E se un sindacato come la Cisl dice che “finalmente possiamo credere in un deciso rilancio della sanità del nostro territorio”, allora vuol dire che la strada imboccata è quella giusta. Francesco Rocca, per anni alla guida della Croce Rossa, è uno che mantiene costantemente i piedi per terra. Lo ha fatto anche in questa occasione, consapevole della necessità che adesso bisognerà “scaricare a terra” finanziamenti e piani operativi. Però ha voluto rimarcare che quella appena presa è “una scelta forte e chiara, sostenuta da ingenti risorse pubbliche”. Ma pure “un segnale di stima e di vicinanza ai nostri medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai tecnici e agli amministrativi, una scelta che intende contribuire ad accrescere i servizi che i cittadini del Lazio meritano”. Operatori sanitari e pazienti: le coordinate del rilancio passano da questi assi.

Il nuovo Consorzio

Raffaele Trequattrini, commissario del Consorzio industriale regionale, si è immediatamente calato nel ruolo. Ha fatto il punto in sede di commissione regionale allo sviluppo economico. Definendo nei dettagli l’ambito sul quale sta operando: la riforma dell’ente. Un’operazione che passa dalla rivisitazione dello statuto e perfino della forma giuridica dell’ente, dalle nuove attività e da una “mission” ricalibrata verso l’alto. Occorre gestire la fase dell’ingresso di nuovi soci e Trequattrini lo ha messo in evidenza: la Regione Lazio, il Comune di Roma, la Provincia di Viterbo. Arriverà il momento in cui bisognerà intervenire sulla governance. Intanto però è fondamentale non perdere di vista la vocazione del Consorzio, quella di essere a servizio delle imprese dei territori del Lazio. Per questo motivo gli ambiti di intervento prioritario restano la sburocratizzazione, le infrastrutture sostenibili e quelle digitali, i servizi. Oltre alle opere di urbanizzazione e agli impianti di depurazione. Soprattutto adesso che la Regione Lazio è riuscita a recuperare 45 milioni di euro che saranno destinati a 39 progetti nelle aree industriali del Lazio. Pure in questo caso però il passaggio cruciale sarà quello di “scaricare a terra” risorse e proposte operative.

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