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Superare la siccità non basta. Occorrono interventi strutturali per non rincorrere i problemi

Massimo Pizzuti
La siccità e le criticità che si stanno moltiplicando. Il direttore di Anbi Lazio, Andrea Renna a Politica7: “Bisogna cambiare passo. Dalla cultura dell’emergenza bisogna passare subito a quella della prevenzione”.
Giugno 28, 2022
Andrea Renna
Il direttore ANBI Lazio, Andrea Renna

Da tre anni direttore di ANBI Lazio, da un anno in più, chiamato a dirigere il Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma. Una delle strutture tra le più importanti del Paese e non solo perché della Capitale ma anche per numeri ed estensione. 

Andrea Renna dopo aver fatto emergere cosa sintetizza l’acronimo Anbi, associazione nazionale consorzi di bonifica ed irrigazione, subito dopo si è impegnato a “comunicare” nel migliore dei modi cosa fanno i Consorzi di Bonifica e, soprattutto perché sono strutture utili per il territorio. In passato se ne parlava solo in termini dispregiativi. Quasi sempre. Ma in altre regioni strutturando percorsi di rilancio anche dal punto legislativo la percezione e l’orgoglio di rappresentanza sono decisamente cambiati e con questi anche la reputazione. Certo nel Lazio non è facile ma ci sono tutte le condizioni per fare altrettanto.

Andrea Renna non ama la ribalta. Preferisce il lavoro. Non ama proclami ed annunci, non lo ha mai fatto, neppure quando ricopriva altri incarichi. Preferisce raccontare i fatti con numeri ed obiettivi. Lo incontriamo. La prima domanda è d’obbligo. Il tema la siccità. 

Come ne usciamo? 

Ne usciamo ovviamente quando le precipitazioni torneranno nei nostri territori, sperando che nella quantità non creino altri problemi. Occorre però, a mio modesto parere un cambio di passo. Mi spiego meglio. Il cambiamento climatico, purtroppo, non è una novità. Stiamo diventando un paese tropicale. Dobbiamo cambiare la percentuale di attenzione a questi problemi. Dalla cultura dell’emergenza si deve passare a quella della prevenzione. L’attività dei Consorzi di Bonifica non può far notizia solo quando piove poco o troppo. Occorre sensibilizzare tutti, cittadini, imprese, Istituzioni che questo tema è da mettere tra quelli prioritari ,sempre. Ne vale esistenza e futuro di imprese ed occupazione. Noi abbiamo sintetizzato: occorre un Patto per il Suolo che coinvolga gli attori decisori ma anche tutti noi. 

Renna ha fatto emergere prima cosa sintetizza l’acronimo Anbi, associazione nazionale consorzi di bonifica ed irrigazione, subito dopo ha saputo rendere noto meglio cosa fanno i Consorzi di Bonifica e, soprattutto perché sono strutture utili al territorio e per il territorio. In passato se ne è parlato solo in termini dispregiativi. Quasi sempre. Ma in altre regioni strutturando percorsi di rilancio anche dal punto legislativo la percezione e l’orgoglio di rappresentanza è cambiato e con questi anche la reputazione. Certo nel Lazio non è facile ma ci sono tutte le condizioni per fare altrettanto. 

Quest’anno avete raggiunto un secolo di vita… 

Dal regio decreto dal 1922, di pagine di storia ne è stata scritta tanta. Quest’anno cade il centenario della nascita dei consorzi di bonifica in Italia. Guardi senza dubbio la conoscenza e la consapevolezza di cosa facciamo è uno degli asset sul quale c’era e c’è ancora bisogno di lavorare. Con tutti i colleghi stiamo cercando di farlo nel migliori dei modi. Raccontando cosa facciamo, rinnovando modalità di approccio Non è merito solo del sottoscritto. Abbiamo direttori, presidenti e commissari che quotidianamente lavorano per questo. Ma abbiamo anche oltre 500 persone, 500 famiglie, che lavorano nelle strutture consortili con un plauso soprattutto agli operai per quanto fanno ogni giorno. Prima erano 10. Oggi sono 6. Arriveremo a 4 grazie alla legge di riforma. 

Ma quando parla di prevenzione cosa intende? 

Nel nostro Paese e nella nostra regione, solo l’11% della pioggia non va dispersa. Dobbiamo fare qualcosa. Anbi dal 2018 ha proposto, con Coldiretti, un Piano Invasi. La creazione di laghetti naturali pronti a raccogliere l’acqua per il riutilizzo utile alle aziende agricole. Già perché i Consorzi di Bonifica operano a vantaggio delle imprese agricole per garantire irrigazione e , quando piove troppo, per evitare disastri nei centri urbani negli aeroporti a ridosso di canali e fossi o di città come Fiumicino o Ostia ma anche per salvaguardare l’aeroporto di Fiumicino, che non tutti sanno è sotto il livello del mare ed è governato per questi ambiti delicati proprio dal Consorzio di Bonifica di Roma. Proprio a Focene, Fiumicino, alla fine del viale Coccia di Morto, più celebre per il noto di film di Albanese, abbiamo la sede di Anbi Lazio, con impianti idrovori di fine 1800 che insieme a quelli più moderni garantiscono la sicurezza anche sulle piste del Leonardo da Vinci. 

Torniamo all’emergenza siccità. I dati cosa dicono? 

Da gennaio a Roma sono caduti solo 137 millimetri di pioggia rispetto ai 357 millimetri di media degli ultimi 16 anni. Neppure va meglio nella altre province della regione dove i millimetri non raggiungono quota 100. Il Tevere è circa un metro più basso rispetto la sua normale portata, il fiume Velino nel suo corso risente fortemente del 50% di precipitazioni in meno, è critica la condizione idrica dei fiumi Sacco e Liri; il lago di Bracciano registra meno 25 centimetri rispetto il 2021 e non è da meno il bacino di Nemi che ha un livello medio (cm. 50), inferiore di oltre un metro a quello registrato nello stesso periodo dell’anno scorso (cm. 162). Ma permettetemi altri fattori vanno ricordati. L’irrigazione dei campi è partita da febbraio. Si era interrotta a dicembre prima del Natale. Su questi aspetti del clima forse ancora oggi si riflette, a torto, poco. Le spese energetiche e non solo per la fase bellica che ci auspichiamo finisca presto, sono triplicate. Gli impianti sono sotto stress e le condotte avrebbero bisogno di una concreta ristrutturazione. Questo combinato disposto, insieme alla siccità, va considerato. Impone una nuova strategia.

Una  nuova strategia legata al Patto del Suolo…

Ecco che allora occorre quel Patto diventi più di uno slogan. Mettere in lista prioritaria questi temi non rappresenta a mio modesto avviso una opportunità ma una necessità. Le conseguenze dei cambiamenti climatici si sommano ad un’eccessiva pressione antropica, maturata negli anni ed i cui prelievi idrici hanno abbassato la falda a livelli tali da rendere ormai impossibile la ricarica degli specchi lacustri, le cui acque altresì sono richiamate nel sottosuolo. Anbi Lazio stima con la sede nazionale del direttore Massimo Gargano i danni: oltre 1 miliardo di euro con un terzo della produzione agricola a forte rischio. La crisi irrigua e quella dei costi energetici è insomma fuori controllo. Una “tempesta perfetta”  come l’abbiamo definita con la presidente di Anbi Lazio Sonia Ricci. Ma la tempesta va arginata da interventi importanti e finanziamenti specifici riservati agli aumenti dei costi energetici, affinchè non si metta a rischio l’intera filiera agricola del Lazio con il settore agrioclo che già in ginocchio non può permettersi di non rialzarsi per garantire il meglio dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. Non possiamo mettere in pericolo i servizi garantiti dai Consorzi di Bonifica del Lazio. E sarebbe davvero un peccato poiché tutti mangiamo cerchiamo il meglio delle produzioni laziali e tutti dobbiamo saper difenderle anche perché con loro si difende un prodotto lordo vendibile, un valore commerciale di una regione e delle province e con questo anche occupazione e reddito. Ecco si deve riguadagnare la volontà di fare le cose insieme con progetti che contrastino le situazioni che ormai fanno sempre più parte della nostra vita quotidiana . Non vogliamo avere il rammarico di raccontare ciò che si poteva fare e non si è fatto. Sarebbe intollerabile per cittadini, per le imprese e le istituzioni. La congiuntura economica attuale e lo scenario che attende tutti noi non lo permette.

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