Sono 2.695 le istanze riguardanti le sanatorie solo per Roma Capitale, circa 8.000 per quanto concerne le richieste di inquilini di Ater Roma. In sostanza ci sono circa 2.700 persone che, in base a una legge regionale, avendo occupato un alloggio possono essere regolarizzate perché hanno presentato una regolare richiesta di sanatoria. Purché l’occupazione sia avvenuta prima di marzo 2014, quando è entrato in vigore il decreto Renzi-Lupi sull’emergenza abitativa. Quando l’attuale amministrazione di centrosinistra si è insediata e l’assessore alle politiche abitative, Tobia Zevi, ha messo mano ai vari faldoni rimasti in sospeso, la scoperta è stata amara: nei cassetti c’erano migliaia di domande mai lavorate.
PROBLEMI INFORMATICI
La lavorazione delle domande di sanatoria da parte di chi vive senza titolo in case del Comune è ferma al palo. Nonostante gli annunci di agosto 2022 e una delibera di giunta di inizio 2024, la situazione degli occupanti che da anni aspettano di essere regolarizzati non cambia. Anzi, in alcuni casi è anche peggiorata, come a Tor Bella Monaca dove una donna anziana e sola è stata sgomberata i primi di marzo. Il motivo dello stallo è apparentemente banale, ma in realtà grave: il Comune non è dotato di un sistema di calcolo adeguato per portare a termine le istruttorie. A febbraio 2024, dopo un lungo lavoro politico e di confronto con gli uffici dipartimentali, la giunta Gualtieri ha approvato una delibera nella quale si cambiano le modalità di calcolo delle indennità di occupazione, in base al reddito del nucleo occupante, stabilendo anche un’ampia rateizzazione (fino a 120 mensilità) per importi superiori a 10.000 euro. Questa delibera, però, ad oggi resta carta straccia. Perché da quanto reso pubblico in una nuova commissione capitolina sul tema, andata in scena il 3 maggio, è stato impossibile lavorare la quasi totalità delle domande di sanatoria.