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Serie B, la strage degli allenatori: da Corini a Clotet, tutte le rivoluzioni dei presidenti

Roberto Mercaldo
Manca ancora un turno per chiudere l’andata e già c’è un numero record tra esoneri e dimissioni
Dicembre 22, 2022
Eugenio Corini

Nel calcio ogni situazione di crisi ha un colpevole designato: più di ogni altro sport di squadra, il vecchio football suole individuare nel condottiero la radice di tutti i mali. Anche in Serie B si tratta di una realtà conclamata e ineluttabile, e i protagonisti sono consapevoli di essere i vasi di coccio del sistema, salvo consolarsi, ove possibile, con ingaggi di una certa consistenza.

Vittime sacrificali, per culpa levis, culpa lata o spesso senza colpa, accettano i rischi di un ruolo in cui abbondano, per restare al mondo degli antenati, “comoda” e “incommoda”. I più recenti esempi di tecnici sollevati dall’incarico sono l’ex cagliaritano Liverani e l’ex bresciano Clotet. Al loro posto, quasi certo Ranieri e già operativo Aglietti.

Quando il girone di andata deve ancora fornirci i verdetti dell’ultimo turno, siamo già a quota 13. A questo ritmo i cambi di panchina a fine stagione saranno in numero maggiore rispetto a quello delle squadre partecipanti. Sono stati davvero pochi i club fin qui capaci di sottrarsi alla regola dell’avvicendamento e va detto che almeno altre due panchine (Parma e Cittadella) sono piuttosto traballanti.

SERIE B: IL VALZER DELLE PANCHINE

Riepiloghiamo in rapida sintesi quanto accaduto da inizio stagione ad oggi.

1) Ad agosto Silvio Baldini si dimette e subentra Corini nel Palermo. È un fulmine a ciel sereno perché il tecnico massese ha appena riportato in B il club rosanero.

2) A fine agosto cambia il Sudtirol: dopo la sconfitta con la Reggina, esonerato Leandro Greco e panchina affidata al navigato Bisoli.

3) Dopo sei giornate esonerato Maran, che col Pisa ha ottenuto solo due punti. Viene richiamato Luca D’Angelo, che con i nerazzurri aveva fatto molto bene nelle due precedenti stagioni.

4) Avvicendamento nel Como a inizio settembre: Gattuso non può proseguire la sua avventura in riva al Lario per problemi di salute e al suo posto viene chiamato Moreno Longo, ex Frosinone.

5) Sei giornate insoddisfacenti portano all’esonero di Fabio Caserta. A guidare il Benevento viene chiamato Fabio Cannavaro, l’eroe del mondiale 2006.

6) La sesta giornata è fatale anche a Fabrizio Castori. Il Perugia, dopo la sconfitta nel derby con la Ternana, affida la panchina a Silvio Baldini.

7) A inizio ottobre la sconfitta con il Frosinone costa la panchina della Spal a Venturato. Alla guida degli estensi arriva Daniele De Rossi e il contingente dei campioni del mondo guadagna un’altra unità.

8) Dura solo tre gare l’avventura di Baldini al Perugia. Dopo la sconfitta con il Sudtirol è lo stesso tecnico a rassegnare le dimissioni, e Fabrizio Castori torna alla guida del club umbro.

9) Cambia anche il Cosenza: dopo il quarto ko di fila, Dionigi viene sollevato dall’incarico e ad allenare i calabresi arriva William Viali.

10) undicesima fatale per Iavorcic. Il Venezia, che ha solo 9 punti in classifica, ripone le proprie speranze di risalita su Paolo Vanoli.

11) Dura quindici giornate l’avventura di Lucarelli. L’improvvisa impasse delle fere viene risolta ricorrendo al cambio di panchina, benché la Ternana sia quinta in classifica. Arriva l’esperto Aurelio Andreazzoli.

12) Due sconfitte consecutive per il Genoa costano la panchina a Blessin. Al suo posto un altro campione del mondo del 2006, Alberto Gilardino.

13) Anche nel Cagliari che non trova continuità in questo campionato di Serie B resta nel limbo del centro-classifica viene individuato quale “colpevole” il tecnico Fabio Liverani. Al suo posto, momentaneamente, Muzzi, in attesa del sì di Claudio Ranieri

14) Il Brescia esonera Clotet e chiama al capezzale Alfredo Aglietti. È il tredicesimo avvicendamento, quando il girone di andata non si è ancora concluso. Difficile ipotizzare che il valzer possa finire qui. Si va verso un numero record di cambi in panchina. Forse è un malvezzo, forse una necessità, o più probabilmente a determinare un così corposo ricorso al cambio di guida tecnica sono state le aspettative, che in molti club erano davvero consistenti. Chi si contenta gode e… non cambia allenatore, anche in questa B che in tanti chiamano A2.

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