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Se l’ambulanza resta bloccata al pronto soccorso ne arriva un’altra (dei privati). L’idea dell’Ares: recuperare medici e infermieri con un altro mezzo preso a noleggio

Cesidio Vano
Il caso, evidenziato nei giorni scorsi dalla sigla sindacale Usb e dal quotidiano Il Tempo, finisce ora al centro di un’interrogazione regionale presentata dal gruppo della Lega a firma del consigliere Orlando Tripodi.
Luglio 19, 2022
Ambulanze all'esterno del pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini a Roma

L’Ares 118 è in crisi e per fronteggiare la carenza di ambulanze decide di utilizzare quelle dei privati su cui far salire il proprio personale, magari recuperando così medici e infermieri bloccati nei pronto soccorso per l’impossibilità di ‘sbarellare’ i malati del precedente intervento.

Il caso, evidenziato nei giorni scorsi dalla sigla sindacale Usb e dal quotidiano Il Tempo, finisce ora al centro di un’interrogazione regionale presentata dal gruppo della Lega a firma del consigliere Orlando Tripodi.

Le difficoltà del 118 sono note: poche le ambulanze, spesso molto vecchie e che hanno macinato centinaia di migliaia di chilometri; il più delle volte, poi, le autolettighe dopo un primo intervento restano bloccate davanti ai pronto soccorso nell’impossibilità di collocare i malati trasportati presso la struttura ospedaliera e recuperare barella e automezzo. Così, l’Ares ha deciso di affrontare la questione rivolgendosi ancora una volta ai privati, utilizzando le loro ambulanze, su cui far salire il proprio personale medico/infermieristico. E’ quanto emerge dalla nota firmata dal direttore generale dell’agenzia regionale di emergenza sanitaria, Maria Paola Corradi.

Nel comunicazione, infatti, si legge: “Stante l’attuale situazione epidemiologica della pandemia da Sars-CoV-2 e l’attuale ondata di calore, che sta attanagliando anche la nostra Regione, si registra un grave sovraccarico sul servizio di emergenza territoriale, nonché sulla rete dell’emergenza ospedaliera, con conseguente sovraffollamento e fermi mezzo presso i P.S. Al fine di contrastare e mitigare gli effetti di tali eventi sull’efficacia e tempestività del servizio di emergenza territoriale, esperite tutte le iniziative di potenziamento della dotazione dei mezzi di soccorso attraverso i canali consueti, si ritiene necessario, in via del tutto eccezionale e temporanea, procedere con l’ acquisizione di mezzi di soccorso di Enti terzi, con equipaggio costituito da solo autista, la cui dotazione, in ossequio alla normativa vigente, possa essere completata da personale Ares 118, o, in alternativa, da personale di mezzi di soccorso fermi in PS a seguito del blocco barella, in modo da migliorare l’efficienza operativa dei mezzi”.

La sigla sindacale Usb, già nei giorni scorsi, ha diffidato l’Ares a proseguire con tale intenzione e annunciato un esposto alla procura della repubblica, ricordando che la Regione, da un lato, utilizza già ampiamente automezzi privati per la gestione del soccorso 118 e, da un altro, che lo stesso ente regionale ha avviato da tempo un’operazione di reinternalizzazione del servizio 118.

Alla luce di una tale situazione, il consigliere Tripodi ha chiesto al presidente Nicola Zingaretti e all’assessore regionale Alessio D’Amato di “riferire in merito alla informativa diramata dal direttore generale di Ares 118, Maria Paola Corradi, che, di fatto, evidenzierebbe come nella regione Lazio ci sia carenza di mezzi e personale interni all’azienda regionale per cui si rende necessario procedere al reperimento presso enti terzi”. Lo stesso esponente della Lega, nella circostanza, ricorda come in passato abbia già più volte sollecitato interventi a sostegno del comparto, formulando diverse interrogazioni sulle criticità a riguardo del servizio mezzi e personale concernenti Ares 118, e, in particolare, di aver presentato una mozione finalizzata all’assunzione di operatori tecnici specializzati – Autista d’Ambulanza cat. BS – Stabilizzazione autisti di Ambulanza e barellieri interinali”.

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