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Sanità, la mossa di Rocca: “Stop ad assunzioni e consulenze nelle Asl senza l’okay della Regione”

Cesidio Vano
Assunzioni e consulenze, Rocca mette il guinzaglio alle Asl del Lazio: stop a nuovi contratti senza il benestare della Regione
Aprile 26, 2023

Assunzioni e consulenze, Rocca mette il guinzaglio alle Asl del Lazio: stop a nuovi contratti senza il benestare della Regione Lazio e non vale più il “silenzio-assenso”.

Primo giro di corda da parte del governatore del Lazio, Francesco Rocca, su una delle principali voci di spesa delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione: il personale e gli incarichi interni ed esterni. Una misura necessaria se si vuole evitare di superare a fine anno il già notevole disavanzo del comparto che si stima prossimo ai 600 milioni di euro.

Una mossa tecnica e anche politica

Una misura che però ha anche una valenza politica, dopo 10 anni di governo regionale del Pd e con le Asl che sono sempre state strumento del partito democratico di gestione e di consenso (senza star qui a ricordare le recenti rivelazione di qualche ex manager poco allineato e per quello allontanato).
Impedire che, mentre a Roma si cerca di mettere ordine nei conti della sanità laziale tutt’altro che sotto controllo (parla della Corte dei Conti), nella Asl chi ha perso le elezioni continui a coltivare un mondo di interessi e clientelismo è divenuta così una priorità.

La nota della Direzione regionale alle Asl

Così, nei giorni scorsi la Direzione regionale Sanità ha scritto a tutte le Asl avvisando che le regole sono cambiate: ogni nuova assunzione, ogni nuovo incarico interno e ogni nuova consulenza dovranno prima essere autorizzati dalla Regione. Un provvedimento ‘momentaneo’ ma indispensabile in questa fase di analisi e riordino della spesa e dei conti, in attesa dell’approvazione del budget 2023 da assegnare alle varie aziende.

Serve il “nulla osta” anche per concorsi e utilizzo di graduatorie esistenti

Se non è un ‘commissariamento’ delle Asl, poco ci manca. Allora, ancor prima di procedere alla nomina dei nuovi manager, il governatore ha dato disposizione ai suoi uffici di tenere sotto controllo le spese per nuove assunzioni e incarichi. La competente direzione regionale ha quindi indicato alle aziende sanitarie la necessità di chiedere una preventiva autorizzazione alla Regione su qualsiasi assunzione e consulenza intenda assegnare. Sempre la Regione dovrà anche dare il ‘via libera’ per le procedure di mobilità, selettive e concorsuali che si intendono svolgere o portare a termine. Anche l’assunzione di vincitori di concorso e di eventuali idonei dovrà essere prima verificata con Roma. Stessa cosa per gli incarichi interni e il ricorso allo scorrimento delle graduatorie esistenti. E non basterà chiedere alla Regione, ma sarà necessario ottenere una risposta. Infatti, le indicazioni del governatore sono chiare: non vale il silenzio-assenso. Anzi, al contrario: la mancata risposta vale il rigetto da parte della Regione.

Polemiche da sindacati e Pd: così finisce l’autonomia delle aziende

Una scelta drastica, che mina l’autonomia della Asl e che, inevitabilmente, ha ingenerato da subito i mal di pancia dei dirigenti sanitari locali e di riflesso dei sindacati. Per non parlare del sussulto che ha avuto il Pd, con la richiesta al governatore di andare a riferire in commissione Sanità di una simile decisione. Una scelta che però dalla Regione ribadiscono indispensabile per tener sotto controllo i conti e soprattutto una misura ‘temporanea’ in questa fase di verifica e riassetto del comparto regionale della salute.

Le sigle sindacali regionali che raccolgono i dirigenti medici sono andate subito all’assalto: “Rocca parte malissimo! Chiediamo l’immediato ritiro del provvedimento e un incontro che deve preludere all’avvio di un confronto continuo e costruttivo” hanno detto Aaroi Emac, Anaao Assomed, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fassid, Fvm e Uil Fpl Medici sorpresi che la Regione abbia assunto simili scelte senza un preventivo confronto con i sindacati.

Medici d’urgenza a sostegno della scelta di Rocca

Una voce favorevole, invece, si registra da parte della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza: “Attraverso l’organo dei direttori di struttura complessa, non volendo entrare nelle questioni strettamente sindacali – dice il presidente della Simeu Lazio, Giulio Maria Ricciuto – la Società accoglie con favore l’intenzione da parte della Regione di programmare le assunzioni secondo fabbisogni, autorizzando i concorsi per nuovi assunti secondo necessità valutate su base centralizzata e fidelizzando i vincitori per 5 anni, escludendo i meccanismi che hanno negli ultimi anni desertificato le strutture di emergenza e urgenza e gli ospedali periferici».

Savo: nessun blocco assunzioni, solo una misura temporanea e necessaria

Intervenendo, dopo le prime polemiche, anche la presidente della commissione regionale Sanità, Alessia Savo, ha confermato che “non si tratta di un blocco delle assunzioni, ma di una misura volta alla razionalizzazione delle risorse. Abbiamo ereditato oltre 200 milioni di sforamento sul bilancio che peseranno sul futuro. L’organizzazione dei servizi sanitari, se non modificata, ci porterebbe a oltre 600 milioni di disavanzo nel 2023″.