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Rocca difende De Angelis e rilancia, D’Amato insorge. Liberateci dai selfie e mettete in campo qualche idea. La nuova maggioranza attesa agli Stati Generali

Massimo Pizzuti
Settembre 9, 2023
Francesco Rocca, presidente Regione Lazio

Il presidente della Regione Lazio è tornato sulle parole pronunciate dall’ex capo della comunicazione Marcello De Angelis a proposito della strage di Bologna. Dicendo: “Il fango gettato su De Angelis è stato solo per coprire le tante cose che stiamo facendo. Sicuramente la frase usata è stata istituzionalmente sgrammaticata, ma nella sostanza è quello che tanti pensano e chiedono di approfondire. Gli insulti peggiori sono arrivati da Bonelli e D’Amato che nel 1996, dopo la Cassazione, firmarono un documento che diceva ciò che ha detto De Angelis”. Ha concluso Rocca: “Io non sopporto la disonestà intellettuale”. Parole pronunciate nel corso dell’iniziativa “Itaca”, durante un’intervista con il direttore del quotidiano Il Tempo, Davide Vecchi. Alessio D’Amato, adesso consigliere regionale di Azione e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, ha ribattuto immediatamente: “Rocca non è autonomo dai poteri forti, né dai trascorsi di estrema destra e lo dimostra. La disonestà è aver utilizzato una funzione istituzionale per mettere in discussione la matrice neofascista della strage di Bologna pochi giorni dopo la ricorrenza della strage”. Sono trascorsi sette mesi dal successo di Francesco Rocca e del centrodestra alla Regione Lazio, ma la sinistra non sembra essersi accorta che la campagna elettorale è finita. Le polemiche sono costantemente di carattere politico, simili a quelle nei confronti del premier Giorgia Meloni, chiamata a intervenire sulle parole del compagno Andrea Giambruno, che di professione fa il giornalista e che tutto ha detto e fatto meno che giustificare un crimine orrendo ed odioso come lo stupro. Ma lo scontro ideologico evidentemente è facile e semplice. Il problema è che non sposta né i sondaggi né il sentiment degli italiani.

In questo Paese i misteri di quelli che sono stati gli anni del terrorismo e delle stragi sono tantissimi ed enormi. Pochi giorni fa Giuliano Amato in un’intervista al quotidiano La Repubblica ha rilanciato una ricostruzione sulla notte di Ustica che nulla ha aggiunto a quella effettuata da Francesco Cossiga e delineata da indagini e sentenze. Eppure nessuno ha polemizzato. Forse perché tra gli obiettivi di quella intervista c’era quello di cercare di mettere in difficoltà il Governo di Giorgia Meloni nei rapporti con la Francia in un momento particolarmente delicato e complesso. Sul caso del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro non mancano certo dubbi zone d’ombra. Ancora adesso e spesso il tema riemerge. Pure in questo caso però non si arriva ai toni da crociata. Mentre sulla strage di Bologna è complicato provare a effettuare qualunque riflessione. C’è poco da fare: l’intellighentia di sinistra è prevalente (di parecchio) nel Paese e si vede. Sorprende però che soprattutto il Pd non riesca a organizzare un’opposizione nel merito. Sia in Parlamento che alla Regione Lazio, dove si è chiusa una lunghissima stagione di sinistra. Nicola Zingaretti, Massimiliano Smeriglio, Daniele Leodori, Alessio D’Amato evidentemente non riescono a capacitarsi di quello che è successo e a prendere atto che i ruoli sono mutati. Perciò non si va oltre lo scontro ideologico, che però, sondaggi alla mano, alla gente non interessa e non determina nulla.

GLI STATI GENERALI: MA CON QUALI IDEE?

Il 28 settembre si riuniscono in Ciociaria gli Stati Generali per cercare di individuare delle soluzioni che possano frenare quel fenomeno no come desertificazione industriale. L’iniziativa è stata presa dal presidente della Provincia Luca Di Stefano. Sarà interessante verificare in quanti parteciperanno e soprattutto con quali proposte. Ci sarà il Governatore Francesco Rocca, perché alla fine si dovrà passare necessariamente per la Regione Lazio, ente che ha le maggiori competenze sulle materie attraverso le quali si può incidere. Il Partito Democratico cosa farà: provare a dire la sua oppure si limiterà alle solite operazioni a metà tra la nostalgia del recente passato e le polemiche sul fascismo e sui fascisti (immaginati più che immaginari)?

Ma sarà interessante vedere anche la posizione di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. E capire se i consiglieri eletti in Regione in questa provincia, che ora sono maggioranza e forza di governo, saranno capaci di andare oltre alle migliaia di stucchevoli selfie offerti bulicamente ogni giorno alle loro platee di followers.

“La politica è sangue e merda” diceva Rino Formica. E i risultati per il territorio sono frutto di lunghe battaglie. Non di pacche sulle spalle o sorrisi e abbracci profusi in quantità da spiagge e ristoranti alla moda. Ma sull’argomento torneremo presto.

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