informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Regionali Lazio con il freno a mano tirato, nessun acuto nel confronto di ieri

Licandro Licantropo
Il confronto all’Adnkronos è stato ordinato e molto ampio. Da parte dei candidati però sono mancati gli acuti a parte una frecciata di Rocca rivolta a D’Amato… Il più convincente è stato Gianmarco Chiocci, direttore dell’agenzia di stampa. Che però non è candidato!
Gennaio 20, 2023
Il confronto tra candidati governatori all'Adnkronos

“Le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia non hanno valenza nazionale nella misura in cui ci confrontiamo sul fare e sulla capacità di dare risposte ai cittadini. Dall’altro lato è ovvio che, essendo ogni candidato espressione di una forza politica, hanno comunque una valenza politica e una lettura dovrà essere fatta all’esito del risultato”. Francesco Rocca, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, ha spezzato la cappa di qualunquismo che pervade su ogni appuntamento elettorale. Lo ha fatto nel corso del confronto tra gli aspiranti Governatore organizzato dall’Adnkronos di Gianmarco Chiocci.

REGIONALI LAZIO: ASTENSIONE, SONDAGGI E CAMPAGNA ELETTORALE

I tempi sono molto cambiati e bisogna fare i conti con alcuni dati ormai oggettivi. Intanto l’affluenza al voto è in discesa dappertutto, specialmente nelle democrazie occidentali. In Italia la partecipazione diminuisce sistematicamente da anni: alle politiche, alle comunali, alle regionali. Per non parlare dei referendum. Una larga fetta di popolazione è disillusa oppure non si riconosce in alcun tipo di proposta. I partiti non hanno più l’organizzazione di un tempo, ma alla fine sono proprio loro comunque a spingere. Di conseguenza alle urne vanno soprattutto militanti, simpatizzanti e persone che credono in talune leadership. Per le regionali del Lazio si sfornano sondaggi ogni giorno, con narrazioni completamente opposte. Una delle quali, forse la più ricorrente, è che se Pd e Cinque Stelle stessero insieme sarebbero ampiamente maggioritari.

Peccato che tra Democrat e pentastellati la frattura sia ormai irrecuperabile. Che senso ha insistere se non quello di provare a sottolineare che il centrodestra è comunque minoritario? Non è così. Quanto ai sondaggi, ad essere diverse sono le percentuali, non la classifica: Francesco Rocca è saldamente in testa, Alessio D’Amato lotta come un leone ma resta a distanza, Donatella Bianchi ha l’obiettivo di far perdere il Pd. Ognuno interpreta il suo ruolo bene. Però la campagna elettorale oggi si fai con i messaggi su social, sui telefonini e su ogni tipo di piattaforma possibile. Un comizio oppure un faccia a faccia a piazza del Popolo non spostano un voto. La differenza, come da decenni a questa parte, la fa il vento politico che spira in un determinato momento. E in questo momento soltanto le vele di Fratelli d’Italia sono spiegate al massimo. Lega e Forza Italia sono in difficoltà.

Il Pd arretra ovunque, i Cinque Stelle reggono ma non sfondano. Alle regionali del Lazio il centrodestra è favorito. Se poi avverranno miracoli e ribaltoni non resterà che prenderne atto. Ma l’inerzia della campagna elettorale è definita chiaramente.

I TEMI DEI CANDIDATI

Al confronto dell’Adnkronos Donatella Bianchi (sostenuta da Cinque Stelle e Polo Progressista) ha detto: “Non vengo dal mondo politico, rappresento la società civile, tutti quelli che si sentono sfiduciati da una modalità di fare politica che vorremmo superare. Cerco di fare la mia parte”.

Peccato però che i Cinque Stelle in questi anni abbiano governato la Regione Lazio, con due assessori nella giunta Zingaretti, Roberta Lombardi e Valentina Corrado. Due assessori che non si sono dimessi neppure dopo il “niet” di Giuseppe Conte all’alleanza con il Pd. Il Movimento nel Lazio non può presentarsi come il “nuovo”. Perciò il percorso di Donatella Bianchi è in salita: fra l’altro nella nostra Regione il Pd ha un voto di preferenza fortemente radicato. Sarà difficile per i Cinque Stelle sorpassarlo.
Alessio D’Amato (centrosinistra) ha ricordato che “si vota direttamente il presidente della Regione, senza ballottaggio e gli elettori possono valutare la forza dei risultati e la credibilità del lavoro svolto.

In questi anni abbiamo ridato dignità alla regione Lazio sia per quanto riguarda i temi del servizio sanitario che del contrasto alla pandemia: il Lazio è stato un modello nel contrasto al Covid in tutta Europa”. D’Amato continua ad avere un approccio da assessore alla sanità (ruolo che indubbiamente ha esercitato bene), ma fare il Governatore è un’altra cosa. Nel Lazio ci sono settori come l’ambiente, le infrastrutture, il lavoro, la formazione che hanno fatto segnare il passo. Inoltre in questi dieci anni la visione romanocentrica ha penalizzato le province.

Infine, il modello Lazio che richiama D’Amato fa a cazzotti con un elemento oggettivo: Nicola Zingaretti (presidente per dieci anni) è completamente assente dalla campagna elettorale. Per Francesco Rocca (centrodestra) si respira “voglia di rinnovamento dopo dieci anni di immobilismo”. Sarà pure così, ma non basta questa impostazione per vincere le elezioni. Il ruolo di favorito è suo, ma questo comporta un surplus di responsabilità: Rocca non può abbassare la guardia e pensare di aver già vinto. Sarebbe un errore che pagherebbe a caro prezzo.

Il confronto all’Adnkronos è stato ordinato e molto ampio. Da parte dei candidati però sono mancati gli acuti a parte una frecciata di Rocca rivolta a D’Amato: “Sembra che tra noi ci sia qualcuno che la mattina si diverta con il proprio numero privato a inondare i gruppi di whatsapp girando gli attacchi che subisco sulla stampa”. Alla fine il più convincente è stato Gianmarco Chiocci, direttore dell’agenzia di stampa. Che però non è candidato…

ULTIMI ARTICOLI