Il mille di Madrid ha lasciato strascichi pesanti. Privato strada facendo di alcuni dei suoi protagonisti più attesi, ha poi lasciato in eredità al suo omologo italiano assenze davvero dolorose.
Tra coloro che sono stati costretti al forfait ovviamente c’è un primus inter pares che non teme comparazioni. Jannik Sinner, numero due del mondo lanciato verso il sorpasso a Nole, due sole sconfitte in singolare in un 2024 fin qui clamoroso, ha un’anca che fa i capricci. Si era pensato a un ritiro madrileno di natura precauzionale, i fatti hanno detto decisamente altro. Non solo il campione di San Candido non potrà giocare a Roma, davanti a un pubblico che lo attendeva per tributargli sostegno e affetto, ma anche il Roland Garros, strategicamente essenziale ai fini del sorpasso al fuoriclasse serbo, sembra a questo punto fortemente a rischio. Jannik ha chiarito la strategia sua e del suo team: giocherà il torneo francese solo se si sentirà al 100%. Nessun rischio, perché se il contingente preme, la logica grida le sue ragioni in prospettiva e tacita in tal modo ogni frenesia. Jannik Sinner punta una carriera che lo veda stabilmente ai primi tre posti del ranking mondiale, punta a vincere altri major e mille, Olimpiadi e Finals. Non può commettere errori di valutazione e non può sottovalutare la necessità di un periodo di riposo.
Senza Sinner e Alcaraz, i due possibili pretendenti al trono del tennis che verrà, si cercano protagonisti che possano stupire. Di certo ci saranno il “semidio serbo” Djokovic che non vuol saperne di cedere agli acciacchi e alle 37 gloriose primavere alle spalle e Daniil Medvedev, che scoprirà strada facendo se ha superato senza danni l’infortunio della Caja Magica.
Nutrita la pattuglia italiana, tra aventi diritto per ranking, qualificati e WC. Domani toccherà agli uomini, mentre le donne hanno già svolto la prima sessione di incontri anche per quanto concerne il tabellone principale. Poca gloria per Lisa Pigato, che opposta a Shelby Rogers ha purtroppo rimediato un solo gioco: troppo veloce il ritmo imposto dalla poderosa americana, che sta ritrovando estri sopiti e sarà comunque una mina vagante del torneo romano.
Si sperava che potesse far bene Martina Trevisan, la toscana che di norma viene rigenerata dal mattone tritato dopo le tribolazioni della stagione sul duro. Stavolta però il sorteggio della Capitale non è stato particolarmente benevolo per Martina, costretta a saggiare le ambizioni terraiole di Putintseva, galvanizzata da un torneo spagnolo in cui ha recitato da protagonista. E la kazaka non ha concesso scampo alla nostra portacolori, praticamente in balia dell’avversaria per tutto il match, nonostante reiterati tentativi di diversificare la tattica e di proporre variazioni che potessero destabilizzare la solidità della bionda che viene dal Nord.
Mentre scriviamo è appena terminato il primo set del derby italiano tra la giovanissima pugliese Vittoria Paganetti e la più esperta Lucrezia Stefanini. Il successo del parziale è andato alla seconda, ma la “promessa a tinte tricolori” non ha per nulla sfigurato, anzi si è resa protagonista di una partenza a razzo che le ha regalato un vantaggio di 3/0 e servizio. Raggiunta a 3 dalla Stefanini, ha avuto un nuovo sussulto portandosi sul 5-3, per poi cedere però gli ultimi quattro game e arrendersi così con il punteggio di 7-5.
Domani in campo molti italiani, con la speranza che qualcuno sappia ripagare gli appassionati della fiducia e dell’entusiasmo tributato a una manifestazione in continua crescita di pubblico. Il nostro movimento, trascinato dagli exploit di Sinner, è in grande fermento: un italiano nei quarti di finale sarebbe la ciliegina sulla torta. Arnaldi, Musetti, Berrettini e Cobolli vanno a caccia della grande impresa.
