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Mastrangeli come Allegri e la filosofia del corto muso

Massimo Pizzuti
Al Comune di Frosinone la maggioranza di centrodestra approva delibere importanti con appena 12-13 voti e in seconda convocazione. Per ora prevale il concetto di portare a casa il risultato.
Marzo 7, 2024
Riccardo Mastrangeli

E’ come quando una grande squadra di calcio gioca malissimo, subisce l’iniziativa degli avversari meno blasonati, ma poi trova il guizzo vincente per conquistare i tre punti oppure per passare il turno. E’ successo ieri sera al Real Madrid, letteralmente surclassato dal Lipsia nella gara di ritorno dell’ottavo di finale di Champion’s League al Bernabeu. Padroni di casa in bambola ma alla fine il risultato è stato di 1-1. Blancos ai quarti di finale.

Da Boniperti “l’unica cosa importante è vincere” ad Allegri che ricorda sempre che nell’ippica per vincere basta “il corto muso” sono migliaia gli esempi di chi ricorda che, nel gioco, conta il risultato più che l’estetica. E probabilmente questo sta diventando il mantra del sindaco consapevole del Dna della sua amministrazione ma altrettanto certo di poter governare senza rincorrere ogni volta l’unanimità o il plebiscito.

Ieri in consiglio comunale la maggioranza di centrodestra non è stata surclassata da un’opposizione disunita e allo sbando da mesi. Ma ha approvato i quattro punti all’ordine del giorno, propedeutici per il bilancio, con numeri ridotti al lumicino: 13 o 12. Una coalizione che quasi due anni fa elesse 22 consiglieri (su 33 totali). Inoltre ieri, come sempre ormai, si era in seconda convocazione. Particolare che accentua il disagio politico.

Riccardo Mastrangeli deve essere soddisfatto perché anche nei momenti più difficili riesce a portare a casa il risultato? Oppure ha di che preoccuparsi considerando le situazioni e i numeri? Probabilmente entrambe le cose. Durante la fase dedicata alla risposta alle interrogazioni la consigliera Teresa Petricca (Lista Ottaviani) ha effettuato un intervento sull’inquinamento dopo che era uscita dall’aula per un dissidio con il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani), il quale ha tra i suoi compiti anche quello di stabilire se gli interventi sono pertinenti al  tema in discussione o all’ordine del giorno. Un episodio che ha confermato però dei nervosismi sui quali nessuno interviene.

Come Politica7 aveva anticipato, Pasquale Cirillo ha aderito a Forza Italia. Farà gruppo soprattutto con Maurizio Scaccia. Un’operazione politica che ha avuto il via libera del senatore Claudio Fazzone, il quale non ha dimenticato quanto successo in occasione delle elezioni provinciali. Quando per un solo voto ponderato del capoluogo Maurizio Scaccia non è diventato consigliere provinciale per via delle strategie della Lega, strategie che sono sfociate anche nel pressing su esponenti “azzurri”. Vedremo presto che tipo di linea terrà Forza Italia in maggioranza, considerando che in giunta c’è l’assessore al bilancio Adriano Piacentini. Verificheremo le scelte dell’altro consigliere degli “azzurri”, Cinzia Fabrizi.

In linea generale, però, è Riccardo Mastrangeli ad avere la necessità di sapere chi fa davvero parte della coalizione. Negli ultimi mesi non ci sono state soltanto situazioni di contrapposizione (come quella con Anselmo Pizzutelli), ma anche tante assenze in aula. Per protesta ma pure per stanchezza, per “dispetto” ma pure per poca concentrazione. Da mesi i gruppi della maggioranza e gli assessori non riescono a riunirsi tutti insieme per chiarire definitivamente la situazione.

Da mesi l’unico argomento all’ordine del giorno è quello dell’inquinamento e delle misure per contrastarlo. Si è arrivati perfino a ipotizzare la chiusura del tratto urbano della Monti Lepini al traffico dei mezzi pesanti. Un provvedimento che avrebbe ricadute  negative, perché alla fine sposterebbe soltanto il problema altrove e metterebbe in difficoltà quelle aziende (di autotrasporti ma non solo) che continuano a rimanere in Ciociaria. Ci sono tanti altri temi che andrebbero affrontati: lo sviluppo per esempio, le politiche per sostenere i piccoli imprenditori e gli artigiani, il rilancio vero di un centro storico abbandonato al proprio destino.

La maggioranza dovrebbe essere rimotivata e forse riequilibrata. Approvare delibere in seconda convocazione con 12-13 voti non può andare avanti per sempre. Servirebbe un’operazione verità, guardandosi negli occhi. Il rimpasto di giunta non è un tabù, ma potrebbe essere fatto dopo un “reset” serio sulla base di valutazioni politiche ed amministrative. Non a macchia di leopardo.

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