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Il miracolo di Pontida: Abbruzzese converte Salera

Massimo Pizzuti
Il sindaco di Cassino in un attimo dimentica le battaglie del cassinate e le rivendicazioni del Sud. Convinto da Antonio Pompeo dice no a un sindaco “civico” del territorio e in un abbraccio mortale è in procinto di allearsi con il suo nemico storico e con la Lega Nord di Riccardo Mastrangeli.
Novembre 10, 2022
Enzo Salera, sindaco di Cassino

Che Enzo Salera non sia un tipo semplice lo sanno tutti. Che non abbia sviluppato particolari doti empatiche anche…

Che sia affetto da una forma piuttosto preoccupante di “sindachite”, quella sindrome da sopravvalutazione che colpisce gli eletti un pò per caso come lui, anche questo nel panorama della politica nostrana è cosa piuttosto nota.

Ma che sarebbe riuscito, a tempo di record, a stravolgere tutta una narrazione che lo aveva visto negli anni indossare le vesti di strenuo difensore “progressista” delle istanze del sud della nostra provincia, a questo fino ad oggi si faceva fatica a credere.

Perchè secondo i rumors emersi dalla riunione di stamane tra i sindaci della Consulta del cassinate e il primo cittadino della città martire pare che quest’ultimo abbia nell’ordine: bocciato l’ipotesi di una candidatura “civica” di un sindaco del sud della provincia, abbracciato il progetto del suo più acerrimo nemico Mario Abbruzzese e, da non crederci, avallato (senza ancora dirlo) la candidatura a numero uno di Piazza Gramsci del sindaco leghista di Frosinone, Riccardo Mastrangeli.

Premesso che l’elezione del presidente della Provincia ha connotazioni del tutto diverse da quelle riguardanti Comune, Regione o Parlamento (trattandosi di un ente di secondo livello), la scelta “in pectore” di Enzo Salera sconfesserebbe in un attimo tutta una serie di verità che da tempo venivano accreditate sul suo conto e più in generale sull’amministrazione della città di Cassino: difesa a oltranza del Sud bistrattato, battaglie contro lo spauracchio di Frosinone, lotte interne al Pd contro lo strapotere di De Angelis e Pompeo. E soprattutto intransigenza e distanza nei confronti dell’avversario di sempre. Quel diavolo di Mario Abbruzzese dal quale stare alla larga per dimostrare al mondo quella insopportabile superiorità “morale e culturale” tanto cara a quelli come Salera.

La riunione di oggi e i resoconti più accreditati della stessa, in un attimo, fanno crollare questo castello di finte narrazioni sul primo cittadino di Cassino, che al di là dei comprensibili limiti caratteriali, aveva fatto credere a tutti di essere il nuovo, il “duro e puro”, il condottiero della riscossa del cassinate.

Inutile parlare dello sgomento che comincia a serpeggiare nella maggioranza di un Comune ripiombato improvvisamente nelle viscere di una crisi d’identità senza precedenti.

Sono bastate una telefonata di Pompeo (che guarda caso ha deciso, a mandato scaduto, di riaprire una sede della Provincia in città), una carezza di Abbruzzese e una pozione magica forse fuoruscita dalle ampolle acquistate a Pontida dal farmacista Mastrangeli a convincere in un attimo il ribelle Enzo.

Che per la gioia del ben più noto avvocato di Cassino, forse cambierà pure il cognome. Perchè se tutto ciò fosse vero, in tanti cominceranno a chiamarlo Sa…lega. 

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