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Galeotto fu il voto di Fabrizi

Massimo Pizzuti
Dietro la crisi di Frosinone c’è un deciso e veemente attacco di Claudio Fazzone ai leghisti Nicola Ottaviani e Mario Abbruzzese. E a far traboccare il vaso pare sia stato il voto di Cinzia Fabrizi ad Andrea Amata. Voto che ha impedito a Forza Italia di avere il secondo consigliere e alla coalizione di affermarsi alle elezioni provinciali
Marzo 19, 2024

Non sono le dimissioni di Alessandra Sardellitti la soluzione ai problemi della giunta di Riccardo Mastrangeli. L’amministrazione del sindaco eletto nella primavera 2022 in questo momento naviga a vista e i motivi di frizione tra i consiglieri di maggioranza sono andati via via aumentando sin dai primi mesi successivi alla vittoria del farmacista nel ballottaggio contro Domenico Marzi.
Ad oggi nemmeno un mago dei pronostici scommetterebbe su un esito certo della crisi che attanaglia la coalizione che governa Frosinone. E i motivi di attrito sono di gran lunga superiori alle ragioni dello stare insieme.
A rimetterci è soprattutto il primo cittadino, che ha vissuto in prima linea questi due anni somatizzando tensioni mai sopite, litigi tra i consiglieri e una quadra mai trovata tra le forze di centrodestra che colorano l’amministrazione del capoluogo. Basti pensare alle due più evidenti criticità che Mastrangeli ha sostanzialmente subito dalla precedente amministrazione: le assurde piste ciclabili della parte bassa e la gestione a dir poco schizofrenica delle manifestazioni e delle isole pedonali del centro storico.
Situazioni che sostanzialmente sono alla base di un enorme malcontento di tanti consiglieri, che hanno determinato la rottura con Anselmo Pizzutelli e che hanno provocato squilibri fortissimi in giunta anche per l’enorme e ingiustificata discrezionalità data a Rossella Testa la quale, a detta di tutti e a microfoni spenti, si autoconsidera una specie di mini-sindaco della parte alta della città.
A questo poi va aggiunta la mancanza della “politica”. In una città capoluogo dove il Sindaco viene attaccato frontalmente dai membri di un partito del centrodestra la vicenda avrebbe avuto immediatamente un risvolto “regionale” con una discussione ampia e approfondita sui fatti che analizzi le eventuali ragioni dei “malpancisti” o quelle del primo cittadino e del resto della maggioranza che lo sostiene. Invece, il durissimo comunicato di ieri dei consiglieri di Forza Italia Cirillo e Scaccia, non ha prodotto alcuna reazione. 
Anche se una più approfondita analisi dello scenario del capoluogo porta direttamente a Fondi. Il feudo di Claudio Fazzone. Dove pare sia partito il veemente attacco agli equilibri leghisti di Frosinone. Perchè Ottaviani dopo il documento forzista non ha chiesto una verifica “regionale” agli alleati di centrodestra? Perchè non riuscirebbe mai a giustificare lo scippo dell’inutile voto (per la Lega) di Cinzia Fabrizi verso Andrea Amata alle elezioni provinciali. Voto che invece sarebbe stato utilissimo per Scaccia e per tutto il centrodestra che sarebbe così riuscito a spostare il baricentro politico dell’amministrazione provinciale. Ma l’attacco di Fazzone punta anche a Mario Abbruzzese. E va in questo senso la candidatura di Rossella Chiusaroli alle Europee. Operazione che oltre ad avere l’obiettivo di depotenziare l’ex presidente del Consiglio regionale serve in qualche modo ad isolare Adriano Piacentini negli equilibri interni tra gli azzurri.
Ma l’assenza di “politica” sta anche nel fatto che tutto, a Frosinone, sia stato sempre concentrato sull’amministrazione senza dare attenzione e il giusto peso all’identità della coalizione che ha vinto le elezioni. È incredibile come, nonostante l’enorme preoccupazione che il fatto ha suscitato in tutta la città, non ci sia stata alcuna riflessione sull’escalation della violenza tra i giovani e sul fatto che alcune zone del capoluogo di notte siano quasi off-limits. Come nessuno, quasi avessero vinto le elezioni i seguaci di Schleyn & Co, ha provato a fare un po’ di autocritica sull’enorme disponibilità verso la costruzione di una moschea al centro della città data negli anni scorsi dal leghista Ottaviani. Ora senza politica e senza il minimo collante ideologico è ancor più difficile rimettere i cocci a posto. Perchè le fusioni a freddo, purtroppo, non sempre funzionano. 

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