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Fiorletta passeggia sulle macerie del Pd e del centrodestra. L’eredità pesante che Zingaretti ha lasciato a Rocca

Licandro Licantropo
Piergianni Fiorletta vince le elezioni Primarie di Ferentino. E’ lui il candidato sindaco della coalizione civica con 1.772 voti su 2637 votanti
Marzo 20, 2023
Piergianni Fiorletta, eletto sindaco di Ferentino (Foto: Facebook/Fiorletta)

Piergianni Fiorletta è dunque candidato sindaco di Ferentino: guiderà una coalizione civica ed ha già sostegno di tutti gli esponenti politici comunali che contano. Oltre al sostegno di Pensare Democratico di Francesco De Angelis. In campo ci sono anche Alfonso Musa (appoggiato da Antonio Pompeo) e Angelica Schietroma. Grande assente, come al solito, il centrodestra. I leghisti Luca Zaccari e Maurizio Berretta stanno studiando la situazione insieme al deputato Nicola Ottaviani e all’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli. La coalizione non c’è però e mancano segnali di una possibile riunione vera del tavolo.

DA CASSINO A FERENTINO

Alle regionali il Pd si è presentato con due “terne”. Da un lato Sara Battisti, Libero Mazzaroppi e Andrea Querqui, dall’altro Antonio Pompeo, Annalisa Paliotta e Alessandra Cecilia. I voti non sono mancati, il partito in Ciociaria ha ottenuto una percentuale più alta della media. Alla fine è stata eletta Sara Battisti (più di 17.000 preferenze), ma senza le oltre 15.000 di Pompeo il seggio non sarebbe scattato.

L’inghippo politico sta tutto qui. Nel Partito Democratico è stato abolito il gioco di squadra. Successivamente è accaduto che Enzo Salera ha proceduto al rimpasto di giunta a Cassino, marginalizzando sul piano politico Barbara Di Rollo, presidente del consiglio e fedelissima di Sara Battisti. Francesco De Angelis non ci ha pensato due volte e a Ferentino ha accelerato su Piergianni Fiorletta. Operazioni che mettono in luce due partiti completamente diversi ormai. La realtà del Pd in Ciociaria è proprio questa. In attesa che Antonio Pompeo comunichi le sue decisioni per il futuro, si resta in questa situazione di guerra fredda al quale però ormai sembrano tutti abituati. Vedremo quali saranno le scelte del Pd ad Anagni, se metterà un proprio candidato a sindaco oppure se la galassia civica di Alessandro Cardinali finirà con attrarre anche pezzi dei Dem. Da queste parti il vento di Elly Schlein non si sente. La neo segretaria sta mettendo al centro il recupero dell’identità e dei valori del partito. Va in piazza, mette all’angolo i Cinque Stelle, risale nei sondaggi. Dopo aver effettuato un’operazione unitaria sul piano nazionale, “recuperando” Stefano Bonaccini come presidente. Ma in Ciociaria di tutto questo non c’è traccia. Non ne parla nessuno. Neppure quelli che sono schierati con la Schlein.

L’EREDITA’ PESANTE DI ROCCA

Terminata il periodo delle nomine degli assessori e di tutto il resto, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca si ritrova a dover fare i conti con tre situazioni pesantissime: un debito di 22 miliardi di euro, una sanità da ricostruire dopo gli oltre tre anni di emergenza Covid durante i quali si è pensato soltanto alla pandemia e l’assenza completa di un Piano dei rifiuti. Da mesi e mesi il dibattito laziale (soprattutto tra Pd e Cinque Stelle) riguarda esclusivamente il termovalorizzatore di Roma, che però è un progetto che dovrà realizzarsi in futuro. Al momento le cinque province del Lazio devono fronteggiare una situazione di mancanza completa di discariche e di aumento dei costi per tutti. La giunta di Nicola Zingaretti, impegnata per anni a “battibeccare” con Virginia Raggi, non ha mai affrontato veramente il problema dei problemi. Le continue emergenze di Roma, determinate dall’inerzia del Comune capitolino ma anche della Regione Lazio, non sono bastate a dare una scossa. Per Francesco Rocca non sarà facile. Riparte dall’anno zero, non ha alcuna piattaforma sulla quale lavorare. Nelle analisi politiche ci si è soffermati sul vento nazionale alimentato dal gradimento di Giorgia Meloni e sulla drastica diminuzione dei votanti. In pochi però hanno affrontato la questione delle mancate risposte dell’Amministrazione Zingaretti sulla vicenda del Piano dei rifiuti. L’unica cosa che è stata fatta riguarda il chiedere alle Province di individuare i possibili siti. Ci sta naturalmente, ma ad essere mancato è l’input della Regione. Alessio D’Amato ha perso nettamente. In campagna elettorale ha ripetuto continuamente di aver fatto bene sul contrasto alla pandemia. Il che è vero, ci mancherebbe. Ma non può bastare e infatti non è bastato: la sanità è fatta di tante altre cose e l’ordinaria amministrazione è più difficile rispetto ad un’emergenza. In Ciociaria si aspetta da anni il Dea di secondo livello, per esempio. Magari arriva con Rocca.

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