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Dopo la Saf, l’Ater: continua l’avanzata di FdI. Il peccato originale di Zingaretti e l’inconsistenza di Schlein

Licandro Licantropo
Settembre 8, 2023
Antonello Iannarilli, Commissario Ater

Antonello Iannarilli alla guida dell’Azienda Territoriale per l’edilizia residenziale della provincia di Frosinone. Come commissario. Un altro risultato raggiunto da Fratelli d’Italia, dopo l’elezione a presidente della Saf di Fabio De Angelis. E’ tutto frutto delle performance dell’ultimo anno: prima la straordinaria vittoria alle politiche (la Ciociaria ha portato in Parlamento due deputati: Massimo Ruspandini e Paolo Pulciani), poi il 28,2% alle regionali nella circoscrizione della Ciociaria, con due consiglieri che hanno fatto il loro ingresso nell’ente della Pisana: Daniele Maura e Alessia Savo. E’ in base al quel 28,2% che adesso esponenti autorevoli di FdI sono alla guida di settori come la raccolta dei rifiuti e la gestione del patrimonio immobiliare dell’Ater. Significa che il gioco di squadra (quando c’è) alla fine paga sempre.
Non pagano e non avranno ampio respiro invece le fughe in avanti di chi, per esempio in Regione, eletto con i voti della comunità di FdI, a Roma si scopre subito al servizio delle solite lobby che hanno l’unico interesse di promuovere qualche sepolcro imbiancato e non certo quello di favorire le istanze di crescita del territorio.
L’incarico di Antonello Iannarilli, che ha saputo muoversi nel rispetto del partito e dei suoi organismi, avrà la durata di un anno e sarà rinnovabile. Alle regionali l’ex parlamentare si è candidato portando un contributo di 8.800 preferenze. Ha detto subito dopo: “Sono immensamente grato al nostro presidente Francesco Rocca, alla responsabile nazionale di Fratelli d’Italia Arianna Meloni, all’assessore all’urbanistica Pasquale Ciacciarelli, al partito tutto che ha sempre sostenuto il mio nome e soprattutto ai miei tanti elettori e sostenitori. I problemi delle case popolari li conosciamo tutti, il mio impegno sarà quello di migliorare e trovare fondi per investire in nuove costruzioni e soprattutto nella manutenzione senza dimenticare il rispetto delle norme di assegnazione”.
Iannarilli ha voluto ricordare tutti, ma l’accento sull’azione del partito, e quindi del coordinatore Ruspandini, è quello più significativo: ovunque Fratelli d’Italia vince e avanza, poi si tratta di gestire certi successi. In Ciociaria si guarda da sempre ai risultati e alla militanza. Adesso tutti concentrati sulle europee e sulle comunali, anche se in quest’ultimo caso sarà importante comprendere le strategie dell’intera coalizione di centrodestra.

ORA L’ATTENZIONE SI SPOSTA SU CASSINO

Qui il Partito Democratico si giocherà tutto sulla conferma di Enzo Salera (indipendentemente dalle scelte di Barbara Di Rollo), Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati dovrebbero mettere da parte ogni tipo di possibile contrasto e cercare di presentarsi uniti e determinati. In passato la leadership del centrodestra è sempre stata riconosciuta a Forza Italia per un lunghissimo periodo e alla Lega per uno molto breve. Sulla base proprio dei risultati e delle percentuali. Anche quando Alleanza Nazionale in Ciociaria era una corazzata comunque. Mentre invece adesso il Carroccio ha difficoltà a prendere atto che Fratelli d’Italia è intorno al 30%.

LA CRISI DI PROSPETTIVE DEL PD

In un retroscena raccontato da Il Foglio l’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti avrebbe previsto un risultato non superiore al 17% del Pd alle europee. Naturalmente certe ricostruzioni sono state smentite, ma resta il fatto che nel Partito Democratico c’è una forte preoccupazione per l’esito di un’elezione che sarà decisiva. Matteo Renzi ha definito i Dem la sesta stella del Movimento di Giuseppe Conte. Inoltre diversi leader del partito faticano ad entusiasmarsi per la guida di Elly Schlein: il baricentro si è spostato (troppo) a sinistra, le alleanze non danno quel valore aggiunto che ci si aspettava, il gap dal centrodestra rimane di oltre venti punti. Inoltre in un anno sono state perse tante posizioni: dal Governo nazionale alle Regioni, agli enti. Nicola Zingaretti è stato segretario del Pd: quando ha sbattuto la porta lo ha fatto per l’impossibilità di superare quel correntismo che ha dilaniato e dilania il partito. Ad ogni latitudine e longitudine. Pure in Ciociaria, dove è sempre e comunque Pensare Democratico ad avere la prima scelta su ogni tema. Però forse Nicola Zingaretti dovrebbe prima fare autocritica su una sua decisione da segretario nazionale: l’alleanza incondizionata e acritica son i Cinque Stelle, che ha snaturato il Pd. Inoltre l’immagine simbolo di quel periodo resta la contrapposizione tra lo stesso Nicola Zingaretti (presidente della Regione) e Virginia Raggi (sindaca di Roma) sul tema dei rifiuti. Molto più delle intese prima sbandierate e poi franate.

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