Quando hanno cominciato molti di loro lo hanno fatto in un partito che era l’embrione di quello che poi è diventato. E ora che la generazione Atreju è arrivata al governo della nazione loro sognano di emulare il gruppo che intorno a Giorgia Meloni ha costruito una classe dirigente capace in poco più di dieci anni di arrivare al governo della Nazione, di tante regioni e di centinaia di comuni in tutta Italia.
E quando questi giovani hanno cominciato a fare politica in provincia di Frosinone hanno trovato il loro “faro” nell’attuale leader provinciale di FdI, l’onorevole Massimo Ruspandini. Che ha fatto politica, dall’inizio del suo percorso, mettendosi a scovare “talenti” in tutto il territorio. Anticipando o forse cogliendo in pieno il messaggio lanciato da Giorgia Meloni. Quello di costruire in “toto” una nuova classe dirigente.
Quasi del tutto avulsa dalle regole, dai riti e dalle “discendenze”. Ai metodi cari a tutti gli altri partiti. Ruspandini ha preferito fare proselitismo convincendo tanti giovanissimi a partecipare.
Senza promettere. Senza regalare facili illusioni. Anzi. Premettendo che la serietà della politica e della partecipazione sta nel “non aspettarsi nulla” e di mettersi al servizio della comunità.
Un lavoro paziente e costante che negli anni ha prodotto risultati ovunque. Oggi ad Arce si è tenuto un convegno al quale hanno partecipato molti amministratori (tra gli altri insieme a Ruspandini, i consiglieri regionali Maura e Savo, il leader cittadino di Frosinone, Fabio Tagliaferri, il neo-presidente della Saf, Fabio De Angelis e decine di altri consiglieri e assessori giunti da tutta la provincia) che ha sancito l’elezione a presidente di Gioventù Nazionale di Armando Conte, classe 94, già candidato alle scorse elezioni comunali di Frosinone e della vice Chiara Trotta, trentunenne di Cassino anche lei già candidata al consiglio comunale della città martire. Emozionato, Conte, ha più volte ringraziato la grande comunità di Fratelli d’Italia che ha lanciato la sua sfida alle stelle. Una sfida che con “Fenix-Lo chiameremo futuro” (il titolo della manifestazione conclusasi recentemente nella capitale) proverà ad emulare l’ascesa della generazione Atreju di cui oggi era pieno, tra entusiasmo e soddisfazione, la sala teatrale di Arce.
