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Cassino, toccherà a Fabio Tagliaferri cercare la quadra. In Fratelli d’Italia e nella coalizione

Licandro Licantropo
Settembre 11, 2023
Fabio Tagliaferri

A Frosinone Fabio Tagliaferri ha ricostruito il gruppo di Fratelli d’Italia con entusiasmo, impegno e dedizione. Ma non ha fatto soltanto questo: ha tenuto il partito nel centrodestra, assicurando pieno e leale sostegno a Riccardo Mastrangeli. Anzi, per essere più precisi, il successo alle comunali del 2022 nel capoluogo è stato costruito nel corso della notte dell’incontro tra lo stesso Mastrangeli da una parte e il parlamentare e leader di FdI Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri dall’altra. Forse qualcuno ha dimenticato troppo in fretta ciò che era successo nel capoluogo: Fabio Tagliaferri estromesso dalla giunta per fare spazio ad un esponente del Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, che pochi mesi dopo (lo sapevano pure i muri) si sarebbe presentato in appoggio a Domenico Marzi e al centrosinistra. L’allora sindaco e coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani non volle sentire ragioni e i vertici laziali e nazionali di FdI erano pronti allo strappo. Massimo Ruspandini decise di ragionare e puntò proprio su Fabio Tagliaferri. E’ andata come è andata.

A Cassino la situazione è diversa perché il sindaco in carica è del Pd, Enzo Salera. Il quale, nonostante le scosse si assestamento dovute soprattutto alla posizione di Barbara Di Rollo, sicuramente guiderà una coalizione ampia, fortemente civica e almeno formalmente unita. In Fratelli d’Italia c’era il bisogno di una scossa: gli esponenti locali non sono d’accordo sul tipo di coalizione e sul rapporto con gli alleati. Inoltre c’è chi si sente eterno “battitore libero” senza capire che un partito funziona ed è vincente se si seguono i giochi di squadra e se si condividono i progetti.
Fabio Tagliaferri sa come si fa: Massimo Ruspandini lo conosce benissimo, avendolo voluto nel partito. Inoltre c’è piena sintonia con i referenti regionali (Paolo Trancassini) e nazionali (Arianna Meloni). Fratelli d’Italia dovrà compattarsi e presentarsi al tavolo con gli alleati consapevole del proprio ruolo di punto di riferimento del centrodestra. Ma cosa faranno gli alleati a Cassino? Quale sarà la strategia della Lega di Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese? Quali le indicazioni di Forza Italia di Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli? Adesso sarà più difficile prendere tempo, nascondersi, provare e riprovare quei giochetti in stile Democrazia Cristiana per annacquare ogni tipo di quadro politico. C’è una frase particolarmente indicativa di Fabio Tagliaferri: “Il mio impegno sarà volto, oltre alla tutela di chi fino ad ora ha portato avanti il progetto di Fratelli d’Italia, anche a quanti decideranno di aggiungersi alle nostre fila per portare il nostro partito a vincere in un quadro di centrodestra omogeneo a quanto già in essere al governo della Regione e della Nazione”.

Significa che l’obiettivo è la crescita del partito in termini di compattezza, determinazione, voti e percentuali. Ma siccome nessuno può dimenticare che la coalizione di centrodestra, a traino Fratelli d’Italia, governa sia la Regione che il Paese, allora gli alleati dovranno uscire allo scoperto in modo chiaro. Lega e Forza Italia vogliono o no dare vita ad un’alleanza di centrodestra per strappare anche Cassino al Pd? Per fare questo è necessario individuare una candidatura a sindaco unitaria, mettere ai margini chi non è convinto e sogna giochetti proibiti con altri ambiti di consenso. Puntando su una coalizione forte, con liste competitive. Per vincere a Cassino servono voti, preferenze e senso di responsabilità. Non dimenticando però le problematicità politiche di quel territorio che nulla hanno a che vedere con Frosinone.

Tagliaferri ha davanti a se un’impresa colossale e per centrare l’obiettivo dovrà innanzitutto dimenticare Frosinone. A Cassino le logiche sono decisamente più complesse ed è nota a tutti l’impermeabilità alle dinamiche provinciali e regionali.
Mettere ordine in una selva intricatissima di rapporti logorati da anni, di veti incrociati e di ambizioni quasi sempre legittime ma spesso smodate non sarà semplice.
Una cosa è certa: la nomina di Tagliaferri punta a ricostruire anche quelle regole di dialogo e interazione nel centrodestra che soprattutto la Lega (di Ottaviani) ha dimenticato da tempo.
Ed è curioso questa “mission impossible” venga affidata proprio al coordinatore cittadino del capoluogo.
Nessuno dimentichi che senza i suoi tanti “obbedisco” tanta cose sarebbero andate diversamente: dalla vittoria senza patemi d’animo a Frosinone al “si” di Salvini alla candidatura dell’ex sindaco Ottaviani in Parlamento.
Se si partisse da queste considerazioni il suo tentativo nella città dell’Abbazia potrebbe portare a ribaltare una storia nella quale il centrodestra da troppo tempo, pur avendo uno sterminato bacino di consenso, vive lontano dalla gloria e dal successo.