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Acea, Hera e Veolia: partita a tre per il termovalorizzatore

Sergio Battisti
Quello del termovalorizzatore di Santa Palomba sembra essere il tema destinato a monopolizzare l’attenzione di enormi gruppi d’interesse e soprattutto di multiutility di primo piano. 
Maggio 17, 2022

Un gigantesco ‘affaire’ che fa gola a molti. Quello del termovalorizzatore di Santa Palomba sembra essere il tema destinato a monopolizzare l’attenzione di enormi gruppi d’interesse e soprattutto di multiutility di primo piano.
Acea è sicuramente il colosso pronto a fare la sua parte. Lo ha annunciato alcuni giorni fa l’Ad Giuseppe Gola. “Quello del termovalorizzatore è un progetto molto importante -aveva dichiarato Gola– riteniamo questa soluzione valida per il trattamento dei rifiuti prodotti dalla città di Roma, Acea è il candidato naturale per la realizzazione e gestione e lavoreremo a questo progetto”. C’è dunque la disponibilità a partecipare alla gara che il commissario per il Giubileo dovrà bandire. Tecnicamente il lotto in questione si trova nel IX Municipio di Roma, in località Santa Palomba, su uno degli angoli della rotatoria di Cancelliera, vale a dire all’incrocio tra le vie Ardeatina, Cancelliera e Valle Caia. L’appezzamento è ampio 10 ettari ed è situato di fronte al nuovo e colossale centro logistico Amazon e al centro Acea di Roma-sud ed a due passi dalla Jonhson & Jonhson. Tecnici di Acea avrebbero compiuto più di un sopralluogo sul terreno ed avrebbero eseguito numerosi carotaggi con lo scopo di verificare la qualità del suolo sottostante.

LA CONCORRENZA AD ACEA

In realtà su quel sito sarebbero puntati gli occhi del potente gruppo emiliano di Hera con i suoi 167 impianti di riciclo del rifiuti e ben 9 impianti di termovalorizzazione. Ma anche dell’ancora più autorevole gigante francese Veolia, attraverso la Siram Veolia, che si occupa di acqua e di rifiuti. Vale la pena di evidenziare come Siram Veolia abbia già ottenuto importanti servizi in gestione nel nord Italia fino alla regione Toscana.
Acea partecipata al 51% dal Comune di Roma, comprende anche i francesi di Suez e Fincal la spa di proprietà del Gruppo Caltagirone con poco più del 2%. Ora è chiaro che una gara del valore di 700 mln di euro, bandita dal Governo attraverso il commissario-sindaco Roberto Gualtieri, è difficile che venga aggiudicata a una “costola” del Comune senza che altri player internazionali presentino un minimo di ricorso. A meno che il Governo non decida per la soluzione del general contractor al quale affidare tutto il lavoro di progettazione e realizzazione e poi affidare la gestione all’Ama, garantendo così un futuro certo alla stessa Municipalizzata romana.
Ma ci sarebbe una connessione diretta fra l’incenerimento dei rifiuti e la produzione di energia elettrica? A quanto pare si. Il termovalorizzatore da 600 mila tonnellate l’anno rappresenta una fonte di energia diretta stimata tra i 280 e i 300 milioni di kilowattora, pari a 2000 megawatt. Insomma, più che a risolvere il problema dei rifiuti di Roma, il vero business dell’impianto che sorgerà a Santa Palomba potrebbe trasformarsi in una gigantesca centrale di produzione di elettricità che fa gola a tutti, Acea in particolare, destinata nei progetti di Gualtieri ad acquisire Ama per completare il ciclo dei rifiuti.

ACCORDO POLITICO IN VISTA?

Sul piano politico Pd e M5S lavorano ad un compromesso che da una parte salvi la faccia ai grillini, ambientalisti di ferro, e dall’altra preservi il matrimonio giallorosso, pronto ad approdare anche alle prossime elezioni regionali del 2023. Il termovalorizzatore si farà. Quello su cui si sta tentando di trovare un punto d’incontro, sono piuttosto le tecnologie utilizzate per la sua realizzazione, che dovranno necessariamente essere le più innovative e a basso, bassissimo, impatto ambientale. Oltre a un impegno in parallelo per spingere al massimo sulle percentuali di differenziata e sulle tecniche di riciclo e riuso da mettere in campo.
A quanto sembra sul piano nazionale l’accordo passerà dall’emendamento in commissione del decreto-legge Aiuti, ovvero la norma che al suo interno prevede anche la concessione di poteri straordinari al sindaco Gualtieri per realizzare l’impianto bypassando il piano regionale, che non lo prevede, che dovrebbe giungere a Montecitorio poco fra circa un mese.

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