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Sua maestà la poltrona. Ecco gli Egato e gli stipendi da win for life. Anche per questo la madre di tutte le battaglie sarà quella per la provincia

Licandro Licantropo
Tra meno di dodici mesi si vota alla Regione. Dopo dieci anni di presidenza di Nicola Zingaretti. Non è questo il momento di bilanci, ma certamente su un tema come quello dei rifiuti la Regione Lazio è in affanno. La legge che istituisce gli Egato è fumo negli occhi più che programmazione.
Luglio 13, 2022
Nicola Zingaretti

Il rischio che potessero trasformarsi anche in carrozzoni e poltronifici, sui quali più di qualcuno confida già di impostare subito delle campagne elettorali, lo si era intuito immediatamente. Parliamo degli Egato, gli Enti di gestione degli ambiti territoriali ottimali per il servizio integrato dei rifiuti. Nel Lazio sono 6 e tra presidenti, membri dei consigli direttivi, direttori e revisori dei conti, bisognerà assegnare 42 incarichi. I presidenti avranno una retribuzione pari all’80% di quella del Governatore Nicola Zingaretti: uno stipendio di circa 8.000 euro al mese. Superiore a quello di un consigliere regionale (7.600). Mentre i membri del consiglio direttivo dovranno “accontentarsi” di poco più di 4.000. Sfigati di successo!
Gli incarichi dureranno cinque anni e potranno essere rinnovati una volta sola. Dieci anni a 8.000 euro al mese sembrano un win for life.

FUNZIONI E AMBIZIONI

Gli Egato coincideranno con i confini di ogni singola Provincia, tranne a Roma dove, come annunciato, ne sono stati previsti 2: uno per il Campidoglio, l’altro per i 120 Comuni dell’hinterland. Questi enti si occuperanno di pianificare i fabbisogni e di assegnare i servizi per la gestione integrata del sistema dei rifiuti. La novità più importante è che non sarà più il singolo Comune ad affidare la gestione, ma ci penserà l’Egato ad organizzare l’amministrazione integrata ed autosufficiente del sistema dei rifiuti. Torna, sulla carta, il principio dell’autonomia di ogni singolo territorio. Per l’assessore Valeriani “con la legge sugli Egato completiamo il processo di riforma normativa del settore dei rifiuti: la Regione fornisce leggi e regole chiare, ma tutte le istituzioni e gli enti devono fare la propria parte e realizzare gli impianti pubblici necessari per la sostenibilità del sistema dei rifiuti”. Sulla carta è semplice, in realtà l’emergenza rifiuti di Roma e del Lazio è sotto gli occhi di tutti e non ha precedenti. La Regione non l’ha risolta. Ma intanto le retribuzioni previste per i vertici dell’Egato hanno già scatenato gli appetiti di molti. Pensiamo ai  “trombati” eccellenti alle elezioni e a chi non ha spazi per potersi candidare a Camera, Senato e Regione. Vuoi mettere la presidenza dell’Egato a 8.000 euro al mese? Nessuno parla più delle decine di emergenze nel territorio laziale, questi Enti di gestione sembrano avere il tocco magico. In effetti, con certi stipendi…

ASSEMBLEE DEI SINDACI CENTRALI

A scegliere il presidente sarà l’assemblea dell’Egato, composta dai sindaci di ogni territorio. In Ciociaria sono 91. Ma questo pone un tema non più rinviabile. A determinare gli scenari politici e gestionali di servizi fondamentali sono ormai i cosiddetti enti di area vasta (la Provincia) e l’assemblea dei sindaci. Sono i primi cittadini, insieme ai consiglieri comunali, ad eleggere il presidente della Provincia. Sono sempre loro ad aver approvato per anni le delibere dei vari Consorzi. Adesso ecco gli Egato, una sorta di carrozzoni 4.0.
Ma anche in materia di servizio idrico e perfino di sanità alcune determinazioni sono appannaggio degli amministratori locali. Esiste un tema politico pure in Ciociaria, dove a dominare in questi contesti è il centrosinistra da anni. Il centrodestra non ha mai toccato palla e deve porsi seriamente il problema.

LA PROVINCIA COME CENTRO DI GRAVITA’

A fine ottobre scade il mandato di Antonio Pompeo alla Provincia. Bisognerà eleggere il presidente. Lo faranno sindaci e consiglieri dei 91 Comuni. Nel 2014 e nel 2018 ha stravinto il centrosinistra, con un centrodestra prima a rimorchio e poi diviso. Successivamente la situazione è cambiata e quando si è trattato di indicare i consiglieri si è capito che i rapporti di forza erano ben diversi. Ma non basta. Il Campo largo, fallimentare quando a votare sono i cittadini, è diventato decisivo attraverso il voto ponderato degli addetti ai lavori. Il Pd di Francesco De Angelis ha saputo aggregare sindaci e consiglieri non collocati in alcun partito e perfino di area di centrodestra. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia governano Comuni come Frosinone, Alatri, Anagni, Ceccano, Pontecorvo e tanti altri. Ma se non riescono a trovare una proposta unitaria e soprattutto un candidato forte e condiviso, non potranno mai farcela.
Per battere Francesco De Angelis serve uno schema come quello di De Angelis. Significa che bisogna coinvolgere e confrontarsi con tutti i sindaci, specialmente con quelli (la maggioranza) non schierati né da una parte né da un’altra. Se davvero il centrodestra vuole invertire la tendenza in Ciociaria non ha alternative: conquistare la presidenza della Provincia. Per poi creare le condizioni per avere la maggioranza nelle diverse assemblee dei sindaci. E’ un esame di maturità politica: governare processi inerenti il ciclo dei rifiuti e la programmazione e il controllo della gestione del servizio idrico è importante. Può incidere molto sulla qualità della vita, sull’efficienza organizzativa del territorio. Un esempio su tutti: la provincia di Frosinone non ha una discarica da oltre un anno. Individuarla sarà impopolare all’inizio ma nel lungo periodo rappresenterà un elemento fondamentale. Anche in termini di coraggio e autorevolezza di amministrazione della cosa pubblica. Mai come in questo momento serve un dialogo serrato tra i leader del centrodestra. Vincere alla Provincia cambierebbe tutto. Una ulteriore sconfitta renderebbe Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia marginali per i prossimi dieci anni. Almeno.

L’ULTIMO ANNO DI ZINGARETTI

Tra meno di dodici mesi si vota alla Regione. Dopo dieci anni di presidenza di Nicola Zingaretti. Non è questo il momento di bilanci, ma certamente su un tema come quello dei rifiuti la Regione Lazio è in affanno. La legge che istituisce gli Egato è fumo negli occhi più che programmazione. Anche perché il percorso per rendere operativi questi enti non sarà proprio velocissimo. La priorità del Governatore (e di Roberto Gualtieri), però, sembra essere quella di convincere Enrico Letta a dare il via libera alla candidatura alla presidenza di Enrico Gasbarra. Senza passare per le primarie. In gioco c’è la conservazione di un sistema di potere che parte da Nicola Zingaretti, arriva a Roberto Gualtieri e vede protagonisti pure Goffredo Bettini e Claudio Mancini. Si tratta di decidere le candidature a Camera e Senato. A Roma e dintorni. Con 345 seggi in meno non c’è da scherzare. L’attacco a Bruno Astorre e ad AreaDem è avvenuto soprattutto per questo. Il centrodestra continua a rimandare la discussione sul tema. Continuando a sbagliare. Scegliere ora il candidato alla presidenza darebbe uno slancio diverso alla proposta politica permettendo alle forze della coalizione di metabolizzare la proposta e di declinarla nel migliore dei modi. Con il turno unico si vince immediatamente, senza ballottaggio. Come ha ricordato Alessio D’Amato. Se questo sistema elettorale fosse stato in vigore per il Campidoglio, oggi il sindaco sarebbe Enrico Michetti.

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