Ancora un passo avanti per il Frosinone, che accarezza addirittura l’idea della terza vittoria, ma poi deve contentarsi di un punto comunque importante nell’ottica della corsa salvezza. A frenare un po’ i canarini la mancanza di lucidità nella ricerca del raddoppio. Con un pizzico di freddezza in più degli avanti, sarebbe potuto arrivare uno squillo ancor più significativo, ma il messaggio dall’Arechi e confortante: il Frosinone c’è e continua a praticare un calcio gradevole.
IL RACCONTO
Le scelte di Di Francesco premiano Okoli al centro della difesa, indicano in Brescianini il terzo di centrocampo e assegnano a Caso la maglia da titolare nel ballottaggio con Baez. L’inizio è di marca granata: gli uomini di Paulo Sousa occupano stabilmente la metà campo canarina e Cabral, godendo di insolita libertà, può calciare verso la porta ciociara. Non è Turati, ma la traversa, a negargli l’urlo del gol.
Gli 814 tifosi al seguito del Frosinone possono manifestare tutta la loro gioia quando Romagnoli, alla prima vera azione d’attacco dei giallazzurri, trova la zuccata vincente su cross pennellato da Marchizza.
E tre minuti più tardi potrebbe addirittura arrivare il raddoppio, se Caso non fosse in offside, prima di far partire un tiro a giro che beffa Ochoa. Tutto inutile però, e il Var conferma.
Il Frosinone crede nella possibilità di incrementare il margine attivo e va vicinissimo al colpo del ko in due occasioni: nel primo caso è Cheddira a deviare di testa da posizione molto favorevole, ma Ochoa risponde d’istinto. Nel secondo Soulè inventa la prima magia del suo match e si libera in un fazzoletto, ma il tiro è lievemente impreciso e i granata tirano un sospiro di sollievo. Ci provano, i locali, ma con azioni un po’ disordinate che non procurano problemi insolubili alla difesa dei ciociari, ben protetta da Barrenechea, pronto a ringhiare a supporto del pacchetto arretrato.
IL SECONDO TEMPO
Prova subito a far male la Salernitana, che conquista di rabbia un paio di corner consecutivi, ma il Frosinone replica con ben altra pericolosità, quando Mazzitelli finalizza un’azione di rara bellezza, chiamando Ochoa a una risposta in due tempi. Al 7’ però i campani trovano il guizzo che cambia il copione: sull’ennesimo corner, battuto da fronte destro dell’attacco, la palla spiove dalle parti di Cabral, che stavolta sfrutta la solitudine per calibrare un tiro sul quale ben poco può Turati. Equilibrio ristabilito.
Sulle ali dell’entusiasmo, la Salernitana si riversa nella metà campo ciociara e Turati è chiamato agli straordinari, prima su una maligna fiondata di Candreva, poi su Cabral, rapidissimo nel controllare e calciare verso il primo palo.
Di Francesco gioca le carte Baez e Garritano, che rilevano Caso (buona comunque la sua prova) e Brescianini. Le squadre ci provano, ma le energie cominciano ad essere in riserva, e ne risente la precisione dei passaggi. Nessuna rinuncia alle offensive, ma una qualità delle giocate non eccelsa, specie in fase di rifinitura. Arriva il momento di Kvernadze e Cuni, e il Frosinone guadagna in rapida successione due calci di punizione da posizioni molto interessanti. Le esecuzioni però, operate da Mazzitelli e Garritano, non sono da consegnare alla storia del calcio. Le idee di fanno confuse, le corse meno fluide e incisive su entrambi i fronti. Pari giusto.
