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Schiavi di Roma. L’eco mortale del “Me te compro” che umilia la Ciociaria

Licandro Licantropo
Ancora una volta le esigenze della capitale d’Italia si incrociano con l’insipienza e le distrazioni della nostra politica che oltre a condannarci ad un ruolo di retroguardia ci espone anche all’ilarità di tutta Italia nella plastica dimostrazione, nel famoso video, della sottomissione alle regole e alla prepotenza dei potenti romani che tutto vogliono e tutto dispongono.
Settembre 8, 2022
Albino Ruberti

Ciociaria sempre più schiava di Roma. E delle logiche inspiegabili che hanno portato il nostro territorio ad essere vittima delle scorribande tra politica ed imprenditoria. Scorribande governate e a servizio, quasi sempre, degli interessi della Capitale.
Il caso Ruberti ha di fatto bloccato l’iter già di per se complesso che Gualtieri (e lo stesso manager capitolino) avevano appena iniziato a percorrere per arrivare alla realizzazione del termovalorizzatore. Ed è facile prevedere che presto, tra le tante crisi previste per il prossimo autunno, le strade di Roma vengano invase dai rifiuti. Emergenza questa che comunque non avrebbe in nessun caso risolto il nuovo termovalorizzatore che, nel migliore dei casi, entrerebbe in funzione tra 3/4 anni.
E’ facile prevedere anche che, dopo il pronunciamento del Tar sulla regolarità autorizzativa per il quinto invaso con il quale Valter Lozza ha avuto il sostanziale via libera per la riapertura della discarica, la Mad torni operativa. Con i camion in arrivo da tutto il Lazio a smaltire a Roccasecca ciò che ogni provincia dovrebbe invece trattare autonomamente.
E la quarta linea dell’inceneritore di San Vittore? Tutto apparecchiato qui da noi. Nel silenzio del Pd imbambolato che ha fatto carte false, a Roma, per chiudere Colleferro contando sulla proverbiale accoglienza per la monnezza della nostra povera terra.

Ancora una volta le esigenze della capitale d’Italia si incrociano con l’insipienza e le distrazioni della nostra politica che oltre a condannarci ad un ruolo di retroguardia ci espone anche all’ilarità di tutta Italia nella plastica dimostrazione, nel famoso video, della sottomissione alle regole e alla prepotenza dei potenti romani che tutto vogliono e tutto dispongono.

Gli stessi prepotenti e arroganti poteri “decisori” romani che probabilmente hanno disegnato a tavolino il progetto Energia Anagni. Operazione che vede il sempre più misterioso Francesco Borgomeo regista di un’impresa nella quale un costruttore di mattonelle (Borgomeo è il titolare della Saxa Gres) riesce a mettere intorno a un tavolo, la Saf, la nostra società provinciale dei rifiuti, (è troppo chiedere lumi sulla procedura seguita per arrivare alla costituzione della società?) e grazie alla credibilità data da quest’ultima al progetto coinvolge addirittura una multiutility, l’A2A, nella futura costruzione di un maxi biodigestore, monstre, aggiungiamo noi, a pochi passi dal centro di Anagni. Novantamila tonnellate di rifiuti l’anno che vedranno una sfilata quotidiana di tir da ogni parte della regione, pronte ad accompagnare con il loro inconfondibile profumo le visite alla Cripta della Cattedrale della Città dei Papi. Un tesoro che in tutto il resto del mondo verrebbe tutelato con divieti di costruzione di impianti del genere per decine di chilometri. E che in Ciociaria rimane invece nella disponibilità di un consiglio comunale prima distratto e poi contrario, di una Regione consenziente (l’autorizzazione è arrivata pochi giorni fa) e di una politica che continua a barattare candidature in Parlamento o in Regione con la cessione di ogni privilegio su un territorio che continua a morire. Un territorio assuefatto a quel “me te compro” che sente drammaticamente echeggiare nelle orecchie dei suoi cittadini, giorno dopo giorno.