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Pensieri in libertà della domenica: Meloni, la Ciociaria che pensa al governo e quel Pd in crisi (anche senza video)

Licandro Licantropo
Da quanto tempo la provincia di Frosinone non ha un blocco politico di riferimento al Governo del Paese? Probabilmente dal finire degli anni ’80.
Settembre 11, 2022
Giorgia Meloni

MELONI GUARDA… ALL’AVVENIRE

Se il quotidiano Avvenire a quattordici giorni dal voto “apre” con un’intervista a Giorgia Meloni non c’è bisogno di decriptare il messaggio. Se poi il titolo è “No a governi arcobaleno, la priorità del Paese è la natalità”, allora si capisce bene come il giornale dei vescovi italiani vuole far capire bene quali sono le priorità sui temi etici del cattolicesimo. E chi le interpreta.

Fino a pochi anni fa  sarebbe stato impensabile che la leader di Fratelli d’Italia potesse trovare uno spazio del genere. Vuol dire che, al di là degli scenari catastrofici evocati da Enrico Letta, un governo di centrodestra a guida Meloni non solo ci sta, ma che l’idea è stata accettata dal contesto internazionale, dall’Unione Europea, dal sistema industriale (vedi Cernobbio) e perfino dalle alte sfere ecclesiastiche. Giorgia Meloni ha pure chiarito un pensiero illustrato il giorno precedente, sullo stesso quotidiano, da Guido Crosetto, secondo il quale dopo il voto sarà importante “unire le forze migliori”. 

Ha detto la Meloni: “Guido non parlava del governo ma della necessità di uscire dalle contrapposizioni ideologiche e liberare le energie migliori per affrontare le sfide che abbiamo davanti. Sfide che solo un esecutivo coeso e forte del mandato popolare può affrontare. Scenario che solo FdI e il centrodestra possono garantire”. E’ uno stop alle larghe intese e a ulteriori governi guidati da tecnici.

LA CIOCIARIA MAI DI GOVERNO, E’ ORA DI CAMBIARE

Da quanto tempo la provincia di Frosinone non ha un blocco politico di riferimento al Governo del Paese? Probabilmente dal finire degli anni ’80. Nella legislatura che si avvia a conclusione Ilaria Fontana (Cinque Stelle) è stata sottosegretario alla transizione ecologica, ma non ha lasciato il segno. Se non per la contrapposizione frontale al Governatore Nicola Zingaretti (Pd) sulla perimetrazione della Valle del Sacco. Anche negli anni d’oro della Casa delle Libertà e del Popolo delle Libertà la Ciociaria è rimasta lontana dalle stanze che contano. Il 25 settembre è una data importante: i parlamentari diminuiranno di un terzo, da 945 a 600. Quindi avranno un peso politico maggiore. 

Fratelli d’Italia può portare a Montecitorio Massimo Ruspandini (senatore uscente) e Paolo Pulciani. La Lega punta sul due volte sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Ma ci sono anche due responsabili regionali di partiti importanti: Claudio Durigon (Lega) e Claudio Fazzone (Forza Italia). Entrambi della provincia di Latina ma in Ciociaria sono di casa e possono rappresentare un punto di riferimento. Per programmare, avviare e portare a termine un progetto di vero sviluppo del territorio c’è la necessità di stare al Governo del Paese. La stazione dell’Alta Velocità Ferentino-Supino, la bonifica effettiva della Valle del Sacco, l’ipotesi di un aeroporto civile sono opportunità che hanno bisogno di una “sponda” nazionale. 

Come del resto un potenziamento infrastrutturale: da migliori collegamenti Latina-Frosinone al cablaggio delle aree industriali. Massimo Ruspandini e Nicola Ottaviani ricoprono anche il ruolo di responsabili politici provinciali di Fratelli d’Italia e della Lega. Non possono e non devono avere paura di osare. Saranno più forti, autorevoli e credibili se, finite le elezioni politiche, si metteranno immediatamente al lavoro per un progetto che riguardi anche regionali, provinciali e comunali. La tregua non è contemplata.

PD, LA CRISI VIENE PRIMA DEL VIDEO

Il candidato di punta del Pd è Matteo Orfini, leader della corrente dei Giovani Turchi. Non è espressione del territorio: capolista nel proporzionale della Camera. Per il resto è curioso prendere atto di come Pensare Democratico (la componente di Francesco De Angelis, largamente maggioritaria) non abbia suoi rappresentanti in corsa. Andrea Turriziani, che concorre nel collegio uninominale della Camera di Frosinone-Sora, è consigliere comunale della Lista Marini a Frosinone. Si riconosce nell’area del presidente della Provincia Antonio Pompeo. Stefania Marini, presidente provinciale del partito, è seconda nel listino della Camera, proprio dietro Orfini. Sergio Messore, candidato nel collegio uninominale del Senato, non fa parte di alcuna corrente. E’ più che altro espressione del cassinate, concetto caro ad Enzo Salera. Pensare Democratico non ha dunque suoi esponenti in corsa. Sarà interessante vedere come verrà analizzato il voto in Ciociaria dopo il 25 settembre. Dipenderà naturalmente dal risultato capire se l’interpretazione sarà quella di un “disimpegno” o di un’occasione perduta. Cioè, se nelle liste ci fossero stati i big in posizioni eleggibili, poteva andare meglio? O peggio? 

C’è una circostanza che è stata completamente rimossa per via del video di Ruberti: Francesco De Angelis non era stato indicato come capolista nel collegio plurinominale della Camera, come aveva richiesto la federazione provinciale. Questo non era avvenuto anche per una doppia “ribellione”: della federazione di Latina e dell’area del cassinate capitanata da Salera. Un problema tutto politico, precedente alla cena dei veleni. Sono anni che va avanti così. Non esiste il minimo dubbio che Pensare Democratico abbia una maggioranza schiacciante all’interno del partito. Ma chi viene in qualche modo messo in minoranza, non si adegua e si pone di traverso: è successo con Simone Costanzo, è successo con Domenico Alfieri. Adesso con Enzo Salera e una parte del cassinate. Mentre Antonio Pompeo rimane costantemente sul filo dello “strappo o non strappo”? Al Pd provinciale manca una vera unità interna. Il motivo per il quale non tocca palla quando si tratta di scegliere i candidati per Camera, Senato (ed Europarlamento) è questo. Il video non c’entra nulla. Viene girato dopo.

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