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Meloni non sbaglia nulla: FdI cresce ancora nei sondaggi. Bonafoni riconosce il ruolo di Pompeo. Provincia: capolavoro di Luca Di Stefano

Licandro Licantropo
Maggio 11, 2023
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio

Ci vorrà tempo ma il confronto sulle riforme delle istituzioni che servono al Paese è iniziato. C’è un concetto che Giorgia Meloni ha voluto rimarcare per far capire ad avversari e alleati che non si tratta di un’arma di distrazione di massa. Il presidente del consiglio ha ripetuto: “L’elezione diretta del premier assicura stabilità al governo: è questa la più potente riforma economica che possiamo realizzare.

E’ una nostra priorità e formuleremo una nostra proposta. Spero in una condivisione ampia, che vada oltre la maggioranza ma non a costo di venir meno all’impegno con i cittadini”. Il Pd di Elly Schlein e il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte hanno espresso la loro contrarietà ad una nuova architettura istituzionale, ma il dibattito è appena cominciato. Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha voluto ricordare che nel programma di governo si parla di elezione diretta del presidente della Repubblica, non del premier. Il percorso sarà lungo e accidentato, ma la Meloni ad ogni interlocutore ha spiegato che questa “è la madre di tutte le riforme”. Per far capire che andrà avanti, con l’intenzione di riuscire laddove hanno fallito in tanti: Silvio Berlusconi, Massimo D’Alema, Matteo Renzi. Riformare e ammodernare le istituzioni è importante, urgente e decisivo. Coinvolgere le opposizioni è doveroso, ma al tempo stesso bisogna evitare intenti dilatori e strumentali. Nella maggioranza i dubbi non mancano, specialmente nelle file della Lega. Ma una riforma del genere si fa trattando, mediando e concedendo qualcosa. Per poi arrivare ad una soluzione il più possibile condivisa. Altrimenti si prosegue ugualmente con un percorso diverso.

IL VALORE DEI SONDAGGI

Sono trascorsi otto mesi dalla vittoria elettorale del centrodestra a traino Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. La cosiddetta “luna di miele” è terminata da tempo ma le rilevazioni sul consenso non sono cambiate e questo dimostra che esiste un apprezzamento per l’azione di governo. Il sondaggio di Swg del TgLa7 è datato 8 maggio. Enrico Mentana lo ha mostrato proprio alla vigilia del tavolo per le riforme. Fratelli d’Italia è al 29,5%, guadagnando lo 0,7% rispetto alla settimana precedente. Con percentuali così alte e con tutte le polemiche registrate tra il 25 aprile e il 1° maggio, aumentare il gradimento è segno di una forza politica evidente.

Il Partito Democratico è al 21,1% e perde lo 0,4 in sette giorni. Dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie il Pd ha vissuto un periodo di crescita in ogni rilevazione. Da qualche settimana però il trend sembra essere cambiato e inoltre più di qualcuno (l’ultimo è Carlo Cottarelli) ha scelto di lasciare un partito “che si è troppo spostato a sinistra”. Movimento Cinque Stelle al 15,6% (+0,3), Lega stabile al 9%, Forza Italia al 6,6% (-0,2), Azione al 4,1% (-0,2). Non esiste alcuna alternativa alla maggioranza di centrodestra, all’interno della quale la leadership di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni è riconosciuta e ampia. Perciò sulle riforme il premier proverà ad allargare il campo ma alla fine proseguirà in ogni caso. Sul piano elettorale l’appuntamento importante è in programma tra un anno, alle europee. C’è tutto il tempo.

LE COMUNALI  E LA PROVINCIA

Ultimi scampoli di una campagna elettorale in tono minore. Lunedì sera sapremo i risultati nei 14 Comuni ciociari impegnati. Sapremo anche se a Ferentino e Anagni ci sarà bisogno del ballottaggio oppure no. Intanto però Marta Bonafoni (coordinatrice della segreteria nazionale del Pd), intervenendo a Ferentino ad un evento a sostegno di Alfonso Musa, ha detto: “Il Partito Democratico è esattamente dove deve stare, accanto ad Alfonso Musa, con il suo simbolo e candidati e candidate che giustamente si mescolano. Oggi fare un partito nuovo significa accogliere, includere, avvicinare. Basta con la guerra fra bande, basta con quello che è accaduto per troppo tempo qui come in tanti territori del Paese. C’è stata una vittoria netta (ndr: Elly Schlein) che racconta di che storia dobbiamo essere fatti, racconta che le coalizioni le dobbiamo fare ma c’è un confine. Non può essere sconfinato quando gli accordi locali avvantaggiano un equilibrio piuttosto che un altro.

Questo è il posto dove siamo e che vogliamo portare oltre il guado del primo turno, forti di un’amministrazione che ha raccontato di un protagonismo di Ferentino in una dimensione più larga della città”. Un riconoscimento al ruolo di Antonio Pompeo. Il presidente della Provincia Luca Di Stefano continua a fare filotto: approvato il bilancio, praticamente all’unanimità. Adesso attribuirà le deleghe a tutti i consiglieri e in questo modo caratterizzerà il suo ruolo come completamente super partes. La campagna elettorale del dicembre scorso è lontana. Si tratta di amministrare un ente di secondo livello, in attesa che torni l’indicazione diretta da parte dei cittadini.

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