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Maxi incendio all’ex Freddindustria, affondo di FdI al sindaco di Aprilia

Marco Battistini
Un terribile rogo ha colpito i quattro capannoni dell’ex Freddindustria di Aprilia. L’incendio ha prodotto una colonna di fumo nero, visibile a diversi chilometri di distanza
Febbraio 3, 2023
Il rogo divampato alla Freddindustria

Un terribile rogo ha colpito i quattro capannoni dell’ex Freddindustria di Aprilia. L’incendio ha prodotto una colonna di fumo nero, visibile a diversi chilometri di distanza. Fiamme e fumo che hanno interessato l’area di via Enna di cui a più voci è stata invocata in passato la completa bonifica che non è mai arrivata e che hanno messo in allerta i residenti della zona e tutti i cittadini di Aprilia

L’allarme per il rischio amianto è stato lanciato dall’Ona. “I capannoni sono ricoperti di amianto – scrive in una nota l’associazione – La nube tossica visibile anche dalla Pontina è composta da diossine e altri componenti cancerogeni e tossico nocivi. Esiste anche un rischio legato alla contaminazione del terreno e delle falde acquifere. In ogni caso quello che preoccupa è proprio la presenza di amianto”.

MAXI INCENDIO ALLA FREDDINDUSTRIA: FRATELLI D’ITALIA ATTACCA TERRA

Veemente la reazione politica di Fratelli d’Italia. “L’incendio alla dogana di Aprilia grida vendetta -ha affermato il consigliere apriliano di FdI Vincenzo La Pegna ho personalmente denunciato i rischi legati alla presenza di polveri di amianto, un problema sollevato nel passato. Per l’esattezza tre anni fa insieme all’avvocato Ezio Bonanni ho segnalato come i capannoni della struttura che ha preso fuoco sono ricoperti di amianto. Concordo con l’appello dell’Osservatorio nazionale amianto che invita i cittadini a tenere chiuse le finestre, evitando per i prossimi giorni di consumare gli alimenti coltivati nei dintorni, specialmente quelli a foglia larga. Faccio anche mia la richiesta alle istituzioni affinché siano monitorati i livelli di diossina e anche di polveri e fibre di amianto. Ho condotto la battaglia insieme al luogotenente della Guardia di Finanza Vincenzo Chiocca, attraverso un esposto presentato il 9 ottobre 2020, alla Procura della Repubblica di Latina. Da allora nulla si è mosso e ora le coperture in cemento amianto si stanno sbriciolando nell’incendio. Era stata intimata dallo stesso sindaco la bonifica della zona. Ma durante questo periodo non c’è stata alcuna decontaminazione dell’area. Il mancato intervento potrebbe aver già arrecato nocumento alla salute di chi vive nei pressi dell’impianto, esposto per anni ai fumi degli incendi di rifiuti e alla dispersione delle polveri di amianto. Vorrei ricordare che il sindaco è il responsabile della salute pubblica. E’ lui che in caso di inottemperanza deve agire per poi addebitare la spesa al proprietario inadempiente. Non solo. Proprio nei giorni scorsi ho segnalato il principio d’incendio nell’area. Ma non si è fatto nulla per intervenire. Sappiamo che l’esposizione prolungata ai frequenti roghi di rifiuti e alle polveri di amianto potrebbe aumentare il rischio per i residenti di contrarre patologie gravi. Adesso però con questo maxi incendio si è superata la soglia di tollerabilità. Appare singolare che il sindaco non abbia preso atto di questa situazione assumendo tutte le necessarie determinazioni interdittive nelle condotte dannose e pericolose per la salute. Lo stato di degrado delle coperture in amianto è un pericolo per l’intera popolazione. Purtroppo paghiamo a caro prezzo la staticità di chi amministra. Questo immobilismo crea un danno alla comunità. A questo punto ritengo doveroso convocare una seduta della commissione Trasparenza sulla vicenda. Il sindaco e la sua amministrazione devono spiegare per quale motivo hanno sottovalutato il problema, invece di agire per tempo ed evitare questo disastro“.

Secondo Enrico Tiero, vicecoordinatore regionale di FdI, “sul terribile incendio avvenuto nella zona dell’ex Freddindustria di Aprilia occorre fare una seria riflessione condivido quanto ha affermato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto. La nube tossica visibile anche dalla Pontina è composta da diossine e altri componenti cancerogeni e tossico nocivi. Esiste anche un rischio legato alla contaminazione del terreno e delle falde acquifere. Soprattutto ciò che preoccupa è proprio la presenza di amianto. L’aspetto più inquietante è rappresentato dal vergognoso ritardo nella messa in sicurezza dell’area contaminata. C’è il concreto rischio che si verifichi un disastro ambientale. Non possiamo accettare un fatto del genere. Il sito della ex dogana rappresenta da tempo una bomba ecologica nel cuore della città di Aprilia. Eppure nulla si è fatto per evitare questo disastro. La situazione non è più tollerabile, pertanto chiedo con forza alla Regione Lazio di attivarsi, anche sollecitando i legittimi proprietari dell’immobile, ad espletare le procedure che servono ad avviare la bonifica. Sarà un mio impegno portare avanti questa battaglia non appena sarò eletto in Consiglio regionale“. 

PARLANO SAMBUCCI E LAX

I candidati di Fratelli d’Italia per il Consiglio regionale, Vittorio Sambucci e Valentina Lax in una nota congiunta hanno sottolineato la necessità di una mappatura dei siti come la Freddindustria per metterli in sicurezza. “Apprendiamo dagli organi di stampa quanto accaduto nel territorio di Aprilia -si evidenzia nella nota- Appare evidente che, a seguito dell’incendio nei locali dell’ex Freddindustria, occorre approfondire la materia della sicurezza ambientale soprattutto nei territori che sono stati oggetto in passato, ed in alcuni lo sono tuttora, di forte attività industriale ed artigianale. Occorre affrontare con attenzione la questione della sicurezza dei siti industriali, attuali e dismessi, affinché venga garantita non solo la sicurezza di chi ci lavora all’interno ma soprattutto venga garantita la salute dei cittadini che potrebbero venire coinvolti, anche non direttamente, da eventi della portata di quanto ieri avvenuto nel territorio di Aprilia mettendo a rischio la salute dei cittadini non solo di Aprilia ma di tutta l’area circostante. Occorre mappare, con attenzione, i siti anche solo potenzialmente pericolosi ed occorre collaborare con le istituzioni locali e con i proprietari delle aree e dei fabbricati per una messa in sicurezza ed un monitoraggio costante”.

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