L’emergenza vera sta nelle bollette che rischiano di distruggere gran parte del tessuto economico e produttivo del paese. Chiunque, dopo il voto, prenderà in mano le redini del paese dovrà mettere mano in maniera risolutiva al problema del caro energia che da un lato sta minando alla base la tenuta di migliaia di piccole e medie imprese e dall’altro toglie ogni competitività alla grande industria il cui conto economico non regge l’urto di una simile situazione.
Le giuste sanzioni imposte alla Russia hanno determinato questo scenario shock e meraviglia che ancora qualcuno definisca “dei migliori” un governo, quello Draghi, del tutto impotente nella gestione di una situazione prevedibile che andava affrontata senza scaricare sulle imprese i costi derivanti da questa economia di guerra nella quale siamo piombati da qualche mese.
Gli effetti sul nostro territorio sono devastanti. Stanno cedendo, sotto il peso di costi del tutto imprevisti, bar, centri commerciali, ristoranti, piccole imprese artigiane. A Frosinone un supermercato si è visto recapitare una bolletta di oltre duecentocinquantamila euro. Praticamente peggio di un’ingiunzione di sfratto.
Tutto questo nel pauroso silenzio di un’Europa indifferente al disastro che in primis non dovrebbe esitare un istante a caricarsi degli extracosti energetici e poi dovrebbe tassare fino all’ultimo centesimo gli extraprofitti che gonfiano le casse delle aziende che distribuiscono gas ed energia elettrica.