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Le comode amnesie di Zingaretti e il lucido pragmatismo di Lollobrigida

Licandro Licantropo
Fratelli d’Italia, guidata dal senatore Massimo Ruspandini e con il candidato al proporzionale Paolo Pulciani ha una straordinaria opportunità politica: dimostrare sul campo che in Ciociaria c’è un modello di centrodestra vincente e che funziona.
Settembre 7, 2022
Francesco Lollobrigida (FdI)

Con l’appello al voto utile per evitare che il centrodestra possa ottenere il 70% dei seggi parlamentari il segretario del Pd Enrico Letta ha ufficialmente sdoganato “la strategia a perdere”. Il messaggio che è passato è che non esistono possibilità che il centrosinistra possa vincere le elezioni del 25 settembre. Al massimo quindi si possono limitare i danni. Come? Chiedendo un 4% di voti in più per i Democrat, a scapito di Terzo Polo e Cinque Stelle. Sul tavolo di Letta c’è uno studio riservato (?) che si basa sulla contendibilità di 60 collegi dove il Partito Democratico sarebbe penalizzato dalle percentuali degli alleati. Se riuscisse a ribaltare la situazione, allora potrebbe provare ad arrivare allo scenario della “non vittoria” di Giorgia Meloni. Simile a quella di Pierluigi Bersani nel 2013. Ai limiti della fantapolitica perché manca soprattutto un punto: quale programma ha il Pd per governare l’Italia? A parte la demonizzazione delle “destre” e un’Agenda Draghi archiviata dallo stesso Mario Draghi? Non si sa.

LA STRATEGIA DI ZINGARETTI

Ieri la presentazione ufficiale del presidente della Regione Lazio, candidato alla Camera. In queste settimane Nicola Zingaretti si è tenuto lontanissimo dal caso Ruberti-De Angelis (l’ormai celeberrimo video di via Minghetti) e da quello D’Amato (la condanna a risarcire a seguito del pronunciamento della Corte dei Conti). Difficilmente rivedremo Zingaretti in Ciociaria, sua roccaforte al congresso del 2019. Il Governatore ha già archiviato i dieci anni alla guida della Regione.
Ieri ha usato parole forti sul piano della propaganda: “Noi siamo chiamati a combattere per cambiare in meglio la vita per noi e per gli altri e per scrivere la storia di questo Paese e dell’Europa”. Si è cimentato anche lui sul tema del voto utile. Affermando: “Il 25 settembre abbiamo di fronte due strade. Da una parte abbiamo la destra populista della flat tax che, per tagliare le tasse ai ricchi, finirà per tagliare scuola, sanità e spesa sociale. La destra che, quando ha governato, ci ha portato vicini alla bancarotta. Dall’altra c’è il Pd con i suoi alleati. Noi siamo per la giustizia sociale, l’innovazione delle imprese, accanto ai più deboli, per i diritti, per il rispetto dell’ambiente, per un’Europa vicina e solidale”. Ora, è evidente che Zingaretti è già proiettato a Montecitorio nel ruolo di parlamentare, ma forse sta pensando anche ad altro. Allo scenario post 25 settembre nel Pd: se la leadership di Enrico Letta viene messa in discussione, bisognerà combattere. E Zingaretti un ruolo vuole giocarlo. Ma quello che sorprende è che tra i tanti temi che il presidente della Regione Lazio ha cancellato c’è la sua esperienza al vertice del Nazareno. Quando, nel marzo 2021, disse: “Nel partito si parla solo di poltrone e primarie mentre in Italia riesplode il Covid: mi vergogno. Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione”. Era un attacco al sistema delle correnti, più vivo e vegeto che mai anche oggi però. Nicola Zingaretti non ha mai spiegato perché la situazione era diventata insostenibile. Non ha mai fatto autocritica sull’accordo con il Movimento Cinque Stelle, specialmente alla Regione Lazio. Non ha mai difeso politicamente i suoi fedelissimi. Tra i quali ci sono Alessio D’Amato, Francesco De Angelis, Mauro Buschini. Straordinariamente abile a smarcarsi, soprattutto quando ci sono situazioni complicate da affrontare mediaticamente, Nicola Zingaretti continua il suo percorso: presidente della Provincia di Roma, poi della Regione, adesso deputato a Montecitorio. Ci sarà tempo per i bilanci della sua attività amministrativa alla Regione Lazio. Bisognerà capire se e come vorrà intervenire nella scelta del candidato del centrosinistra alla presidenza. Ma l’influenza politica di Zingaretti si è estesa (e molto) anche al Pd della provincia di Frosinone. Il segretario Luca Fantini è un suo fedelissimo, da sempre. Francesco De Angelis, leader del partito in questo territorio, ha portato Pensare Democratico sulle sponde zingarettiane, “strappando” con Matteo Orfini. I rapporti tra le correnti sono da sempre fondamentali nel Partito Democratico e la cornice politica nella quale si è consumato lo “strappo” con Albino Ruberti ha molto a che vedere con una situazione del genere: Enrico Gasbarra o Daniele Leodori, Sara Battisti o Mauro Buschini? Nicola Zingaretti ha premuto il “reset”, ma nel Lazio sarà impossibile evitare la resa dei conti.

LA LINEA DI LOLLOBRIGIDA

Francesco Lollobrigida è il capolista di Fratelli d’Italia nel collegio plurinominale delle province di Latina e Frosinone. In questi giorni il leit motiv del centrosinistra è quello di “fermare Giorgia Meloni”. Nelle scorse ore, a Torino, Lollobrigida ha detto: “Abbiamo una stagione difficile davanti a noi, avremo come sempre tutti contro e come al solito dimostreremo con la pazienza e la perseveranza che Giorgia Meloni ha messo in campo in prima persona, che riusciremo nella sfida di rimettere l’Italia nella giusta direzione. Il centrodestra è unito, governiamo 14 regioni insieme e governeremo in modo ottimale la nazione. Oggi ci demonizzano, dicono che ci sia un litigio costante, ma non ci crede nessuno perché a dirlo è una sinistra non credibile, lo dice il partito di Letta che ogni giorno dice il contrario di quanto detto poco tempo prima”. Francesco Lollobrigida farà campagna elettorale anche nel Basso Lazio. Fratelli d’Italia, guidata dal senatore Massimo Ruspandini e con il candidato al proporzionale Paolo Pulciani ha una straordinaria opportunità politica: dimostrare sul campo che in Ciociaria c’è un modello di centrodestra vincente e che funziona. E che FdI si caratterizza per un elemento su tutti: il radicamento nel territorio. Quartiere per quartiere.

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