informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

La legislatura è finita: la Regione ‘licenzia’ tutti i precari della Sanità. Zingaretti e D’Amato non pervenuti

Cesidio Vano
Una moltitudine di precari, preziosissimi durante la fase acuta dell’emergenza pandemia, vengono rimandati a casa senza tanti complimenti e, soprattutto, senza alcun riconoscimento per l’impegno profuso e i sacrifici fatti.
Novembre 17, 2022

“Finito Consiglio, finito lavoro”. L’amministrazione regionale di Zingaretti & Co. è in via di smobilitazione e non rinnova i contratti ai lavoratori a termine, co.co.pro. e partita Iva del comparto Sanità: una moltitudine di precari che sono stati preziosissimi durante la fase acuta dell’emergenza pandemia, ma che ora vengono rimandati a casa senza tanti complimenti e, soprattutto, senza alcun riconoscimento per l’impegno profuso e i sacrifici fatti, nonostante il comparto sanitario lamenti da anni una cronica carenza di operatori. Infatti, nessuno può smentire che, se da un lato l’emergenza Covid ha spinto per semplificare e velocizzare l’assunzione provvisoria di medici, infermieri, biologi e tecnici, dall’altra ha anche visto questo personale spesso destinato non solo alle attività tipicamente collegate alla criticità pandemica ma anche a rimpiazzare e riempiere caselle di personale cronicamente non presente in Asl, ospedali e laboratori, rappresentando – finché è durata – un’utile funzione di supplenza negli scarni organici.

Già molti di questi professionisti, presi a lavoro dalle strutture sanitarie regionali tramite agenzie interinali, si sono visti notificare, in questi giorni, le prime lettere contenenti le comunicazioni in merito al mancato rinnovo del rapporto di lavoro a tempo determinato.

Una questione che da tempo la sigla sindacale Ugl ha posto sul tavolo della discussione, cercando di attirare l’attenzione sia dell’ormai ex governatore Nicola Zingaretti, sia dell’ancora assessore alla Sanità e candidato in pectore del centrosinistra alla guida della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Nessuno dei due, però, ha dato finora risposta all’appello della sigla sindacale. “Finito Consiglio, finito lavoro”.

Ieri, il segretario nazionale della UGL Salute, Gianluca Giuliano, e il segretario della UGL Lazio, Armando Valiani, hanno nuovamente denunciato il rischio che potrà derivare dal mancato rinnovo del contratto, per molti precari del comparto sanità assunti durante il periodo dell’emergenza Covid, contratto che porta la scadenza al 31 dicembre prossimo e hanno puntato il dito contro Zingaretti e D’Amato, evidenziandone l’immobilismo sul tema.

Condanniamo l’immobilismo di Zingaretti e del neocandidato, e già Assessore alla Sanità, D’Amato” hanno scritto i due sindacalisti. “Il loro atteggiamento costringe una moltitudine di precari in servizio presso le ASL, con contratti a tempo determinato, co.co.pro o partita iva, a rimanere senza posto di lavoro – dicono i due -. Sono molti i professionisti che in questi giorni stanno ricevendo comunicazione in merito al mancato rinnovo da parte delle agenzie interinali. Dopo aver compiuto enormi sacrifici per contrastare il covid 19 ora viene messo da parte senza alcun riconoscimento, in spregio al generoso compito svolto al servizio dei cittadini. Queste donne e uomini – dicono ancora Giuliano e Valiani – hanno contribuito a mettere all’angolo il virus e meritano, senza dubbio, un riconoscimento che salvaguardi la continuità occupazionale e loro dignità, perché siano una garanzia per la popolazione di risposte sanitarie immediate, puntuali ed altamente professionali”.

Dall’UGL ricordano di aver più volte sollecitato la Regione sulla questione e chiesto di affrontare seriamente il problema dei precari, ma non hanno mai ricevuto alcun tipo di risposta.

“Un silenzio, quello di Zingaretti e della sua Giunta, carico di irriconoscenza – accusano -. È arrivato quindi il momento di passare dalle parole ai fatti. Non possiamo più permettere di generare instabilità lavorativa in un momento molto delicato, dove gli effetti della pandemia prima e del conflitto in atto tra Russia e Ucraina hanno prodotto una sfiducia tangibile nei giovani e nei meno giovani. Basti pensare che sono circa 56.000 i percettori del reddito di cittadinanza nel Lazio con età compresa tra i 18 e i 29, circa il 34% di coloro che ne usufruiscono. Questi soggetti vedono come unica forma di guadagno questo sostegno, affidandosi quindi solo all’ assistenzialismo. In questo quadro la mancanza di risposte della Regione Lazio rischia di far deflagrare il problema senza trovare una soluzione che rappresenti una via d’uscita dignitosa. Se non verranno presi provvedimenti urgenti la cronica mancanza di personale, che costringe gli operatori sanitari a turni massacranti con carichi di lavoro inaccettabili, diventerà una bomba sociale non più disinnescabile riducendo ancora di più l’assistenza verso i cittadini e negando di fatto quel diritto alla salute che è tra i punti fondanti della nostra Costituzione” concludono i sindacalisti della UGL.

-->
Aprile 29, 2024

Strano Paese l’Italia. Succede che il presidente del consiglio Giorgia Meloni, in un evento di partito dal chiaro sapore di

Aprile 28, 2024

La campagna elettorale finirà, ma le parole e le posizioni politiche assunte  resteranno. Soprattutto, il centrodestra dovrà continuare a governare

Aprile 27, 2024

Bando alle chiacchiere e alle ipocrisie: le europee saranno un formidabile test per la politica interna. Il futuro assetto dell’Ue

Aprile 25, 2024

E’ completamente inutile (e ipocrita) cercare di interpretare le situazioni politiche di oggi con gli schemi degli anni Ottanta, Novanta

Aprile 23, 2024

Roma cresce e traina il Lazio, Frosinone arranca e flette. Questa l’analisi sui dati relativi alla natalità e alla mortalità