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La giostra del potere: da De Angelis a Ruspandini

Massimo Pizzuti
Negli enti intermedi è finita la stagione del predominio del Pd. Inizia quella di Fratelli d’Italia. Intanto Mario Abbruzzese dopo le europee può prendersi la Lega in Ciociaria.
Marzo 4, 2024
Massimo Ruspandini

Consorzio industriale, Società Ambiente Frosinone, Azienda Territoriale per l’edilizia residenziale. Sono i tre enti intermedi non soltanto più importanti e maggiormente strategici, ma quelli che hanno competenze dirette su materie destinate ad incidere tanto: politiche industriali, gestione del ciclo dei rifiuti, case popolari. Per almeno due decenni hanno rappresentato lo “zoccolo duro” della supremazia politica del Partito Democratico di Francesco De Angelis. In questi mesi c’è stato il “triplete” di Fratelli d’Italia: prima Fabio De Angelis presidente della Saf, poi Antonello Iannarilli alla guida dell’Ater, infine Raffaele Trequattrini commissario del Consorzio industriale regionale unico. Trequattrini è un professore universitario, in quota FdI (il nome lo ha fatto Ruspandini), ma non è un esponente di partito. Inoltre la dimensione regionale dell’ente impone competenze specifiche assai precise. In ogni caso la “casella” del Consorzio è riferibile a Fratelli d’Italia. Dopo le elezioni del 2018 Francesco De Angelis sul piano politico è rimasto “orfano” di Francesco Scalia, tornato a fare l’avvocato a tempo pieno. De Angelis ha comunque mantenuto la leadership Dem negli enti. Gli equilibri e soprattutto il quadro politico sono cambiati tredici mesi fa, quando il centrodestra di Francesco Rocca ha espugnato il Lazio dopo un decennio di predominio di centrosinistra. A conferma di quanto sia fondamentale la Regione negli equilibri territoriali.
C’è stato un passaggio di testimone completo in Ciociaria: dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia, ma anche da Francesco De Angelis a Massimo Ruspandini. Il leader di FdI, esattamente come il presidente regionale del Pd, mette il partito al centro, predilige la squadra, cerca di condividere e mai di imporre. Non deve fare i conti con la logica delle correnti (che invece condiziona il Pd), ma con qualche singolo che ritiene di poter essere più forte del partito e più intelligente di chiunque altro.
Comunque, il risiko degli enti intermedi è terminato e bisogna fare i conti con i nuovi equilibri.

IL CORAGGIO DI ABBRUZZESE

Sabato a Ferentino Mario Abbruzzese ha lanciato la sua candidatura alle europee. Una prova di forza ben riuscita con centinaia di sostenitori giunti anche da fuori regione. E con tanti big romani (tra i quali Pietro Sbardella) che non era scontato fossero lì a sostenere una candidatura del nostro territorio. Andrà a misurarsi con le preferenze secche, in un territorio che comprende quattro regioni: Toscana, Lazio, Umbria, Marche. In un momento nel quale la Lega è in discesa (ripidissima): non sono più i tempi del 34% del 2019, ora i sondaggi accreditano il Carroccio stabilmente sotto il 10%. Alle regionali in Sardegna ha ottenuto il 3,7%. Ma proprio per questo non era semplice mettersi in gioco in una competizione come le europee. Abbruzzese però è una vecchia volpe della politica e sa che sarà importantissimo il suo risultato in provincia di Frosinone e nel Basso Lazio. Se dovesse ottenere intorno alle 20.000 preferenze (ma lui spera in una soglia maggiore), vediamo cosa potrebbe succedere. La Lega è in estrema difficoltà.

Ieri Matteo Salvini ha detto che il congresso nazionale potrebbe tenersi anche nel 2025. In realtà l’appuntamento era stato previsto per dopo le europee, ma Salvini è “sotto attacco” (specialmente da parte di Luca Zaia e Massimiliano Fedriga). Se Mario Abbruzzese ottenesse una performance significativa, semplicemente sarebbe impossibile non tenerlo in considerazione nel territorio. Non per le comunali, non per le provinciali. Mentre politiche e regionali sono lontane. Non resta che la guida politica del partito, obiettivamente fuori dai giochi in Ciociaria. Negli enti intermedi ma anche sul piano elettorale. Il deputato Nicola Ottaviani ha pochissimo tempo da dedicare alla carica di coordinatore provinciale, l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli dovrà stare in trincea per difendere il suo posto in giunta dall’attacco di Forza Italia di Claudio Fazzone. Intanto comunque Mario Abbruzzese è concentrato sulle europee: non concorre certamente per partecipare. Poi si vedrà, da buon democristiano il ventaglio delle ipotesi future ce l’ha già sul tavolo.

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