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La compattezza relativa che rende ottimista il centrodestra. Il Pd non sa più fare l’opposizione: neppure Leodori e De Angelis fanno il miracolo

Licandro Licantropo
Ottobre 16, 2023
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader FdI foto IPP/zumapress

Una compattezza relativa, ma pur sempre una compattezza. Gli ultimi risultati della Supermedia Agi-Youtrend vanno analizzati con questa lente politica, soprattutto per il quotidiano La Repubblica. Una compattezza di fronte allo scenario di guerra del Medio Oriente, una compattezza “imposta” dal premier Giorgia Meloni sul fatto che ci sono poche risorse e che quindi in previsione della manovra economica gli assalti  alla diligenza non hanno senso. Comunque la si veda, il centrodestra rafforza il suo vantaggio in ordine di decimali. Fratelli d’Italia saldamente al primo posto con il 28,9% (+0,4%), Lega al 9,5% (+0,2%), Forza Italia al 7% (+0,1%). Scende solo Noi Moderati, che è allo 0,9% (-0,1%). Mentre le opposizioni devono fare i conti con un ulteriore arretramento: il Pd è al 19,6%, con un -0,1%, ma soprattutto con uno dei risultati più bassi da quando Elly Schlein è alla guida della segreteria del partito. Ormai da un anno quasi. Diminuisce pure il Movimento Cinque Stelle:  16,3% (-0,2%). Azione è al 3,8% (-0,1%), Italia Viva stabile al 2,9%, +Europa stabile al 2,4%. Mentre crescono Verdi-Sinistra: 3,4% (+0,1%). Si tratta di risultati di livello nazionale, ma che sono comunque diffusi anche nei territori. In provincia di Frosinone non si fanno sondaggi con questa sistematicità, però i risultati elettorali delle diverse competizioni danno un quadro preciso.

Il centrodestra (la Ciociaria è sempre stata una roccaforte) è in buona salute. Fratelli d’Italia continua ad avanzare ovunque, conta 3 parlamentari (Ruspandini, Pulciani, Mattia) 2 consiglieri regionali (Maura, Savo) ed esprime i presidenti della Saf (Fabio De Angelis) e dell’Ater (Iannarilli). Ma ciò che più conta, per chi sa leggere la politica, è l’ipoteca messa sulla guida del partito da parte degli uomini e delle donne del gruppo di Massimo Ruspandini. Che con il tesseramento hanno dimostrato di orientare circa il 90% degli iscritti. Un dato che inciderà non poco sui futuri assetti territoriali. La Lega difende le posizioni, ha un deputato (Ottaviani) e un assessore regionale (Ciacciarelli). E un capo, Mario Abbruzzese che dirige il partito che ora dovrebbe contarsi sulla sua “pesante” candidatura alle europee. Forza Italia, sotto la guida del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone,  piazza i suoi colpi importanti e regge nei Comuni.

A sorprendere è lo stallo del Partito Democratico. I risultati del congresso regionale non hanno dato la scossa, nonostante alla segreteria e alla presidenza ci siano due pezzi novanta come Daniele Leodori e Francesco De Angelis. Sul piano provinciale Luca Fantini sta facendo quello che può, ma non ha margini di manovra. Il partito è in fase di ripiegamento dappertutto, da Frosinone ad Anagni. Neppure dove esprime sindaci (Cassino per esempio) riesce a marciare davvero unito. A quasi un anno di distanza la vittoria di Luca Di Stefano alla presidenza della Provincia si sta dimostrando un limite del Pd. Fu bravissimo Francesco De Angelis a fare un’operazione vincente, ma Di Stefano non è un esponente dei Democrat.  In pochi mesi il Partito Democratico ha perso la presidenza della Regione (Nicola Zingaretti), quella della Provincia (Antonio Pompeo), più la Saf e l’Ater. Senza riuscire a riadattarsi per fare l’opposizione: il Pd sembra aver smarrito la capacità di scendere in piazza, di farsi interprete e portavoce dei problemi dei lavoratori, delle famiglie, delle persone in difficoltà. I tanti anni al Governo pur  avendo perso ogni elezione hanno prodotto “solo” poltrone e potere. Ora il partito sta pagando, come si suol dire, pesce e piatto. C’è un problema di classe dirigente sicuramente, ma pure di incapacità di interpretare la militanza come un tempo. Senza cioè aspettarsi incarichi e consulenze. In Ciociaria finora è stato Francesco De Angelis a mantenere a galla il partito: con operazioni come quelle della presidenza della Provincia oppure con l’elezione di Sara Battisti al consiglio regionale. Puntando tutto sulle preferenze, che sono però diverse dai voti che un partito ottiene. In primavera si voterà per le comunali in quasi 40 centri della Ciociaria. Quel risultato sarà particolarmente importante, perché se il centrosinistra  dovesse non esprimere più i sindaci di Cassino, Veroli, Isola del Liri, Ceprano, Paliano e tanti altri centri, allora un intero ciclo si chiuderebbe definitivamente. Il centrodestra per centrare l’obiettivo ha bisogno di compattezza, anche relativa.

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