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Internazionali di Francia: Vavassori e Zeppieri vincono al quinto set, undici italiani al secondo turno

Roberto Mercaldo
La giornata trionfale completata da Jasmine Paolini, che batte Cirstea
Maggio 31, 2023
Andrea Vavassori

Undici italiani dei quindici presenti nel draw hanno superato il primo turno agli Internazionali di Francia.
È un risultato sensazionale, mai raggiunto in passato e spiega meglio di qualunque teoria e di qualsivoglia analisi il momento di grazia del nostro tennis.
Sette uomini e quattro donne si presenteranno all’esame del secondo turno, con un pizzico di paura in meno ed un briciolo di consapevolezza in più.
Il rischio che il gruppo si assottigli in modo corposo permane, ma l’impresa resterebbe tale anche in caso di trentaduesimi deludenti.
Ieri a fornire ulteriore forza alla valanga azzurra sono stati, nel tabellone maschile, Andrea Vavassori e Giulio Zeppieri.
Il 28enne torinese, specialista del doppio, ma evidentemente tutt’altro che disarmato anche in singolare, ha costretto alla resa in cinque set il serbo Kecmanovic, attestato circa 100 posizioni più avanti nel ranking ATP.
L’impresa di Andrea è rilevante anche per il modo in cui è arrivata, visto che si è concretizzata al quinto e lui in tutta la vita non aveva mai giocato nemmeno un quarto set. Entrato in una dimensione ignota, Vavassori l’ha esplorata col coraggio di un argonauta, superando crampi, tensione, fatica e dubbi. Le soluzioni le ha cercate spesso dalle parti della rete, il suo personalissimo giardino di casa.

L’altro però non era certo un agnellino votato al sacrificio e spesso tirava passanti che, per usare un gergo caro ai commentatori del terzo millennio, sembravano lavatrici. Fuor di metafora erano palle veloci, pesanti e di difficile lettura, ma Andrea non si è mai scoraggiato e ha continuato a crederci anche quando sembrava finita. Così, a un passo dallo 0/3 che un po’ tutti si aspettavano, Vavassori ha celebrato la propria personalissima rivoluzione, fatta di prime illuminate, di slice incisivi, di rovesci provvidi e di benedizioni senza rimbalzo. Sono quelle partite in cui alla fine tifi per tutti e due, che vorresti non finissero, pur comprendendo che per il bene dei due eroi a un certo punto è giusto che finiscano anch’esse, come ogni capitolo dello sport e della vita.

Vava ha annullato quattro match ball, ha cancellato gli effetti di un break subito nel quarto, è andato avanti nel quinto, si è visto raggiunto dopo aver servito due volte per il match, ma nel super tiebreak ha scalato la montagna con la fune di una volontà assoluta. E ha vinto. Al secondo avrà Olivieri, che nessuno conosce, e partirà persino favorito.

L’IMPRESA DI ZEPPIERI, VITTORIOSO SU BUBLIK

Mentre Vava giocava e vinceva il suo match, un altro italiano si stava battendo con coraggio su un campo non distante.
Anche per Zeppieri il Roland Garros non è l’abitudine, sebbene vi abbia già esordito nel 2022, contro Hurkacz.
E anche stavolta l’avversario è di lignaggio, perché il russo Bublik a tennis sa giocare in modo sublime. Se non è fra i primi trenta del mondo è solo perché ama giocare d’istinto, senza calcoli, tirando la seconda più forte della prima e lasciandosi spesso andare a colpi utili a deliziare la platea, ma non sempre asserviti allo scopo della vittoria.
Tra Bublik e Zeppieri all’inizio non c’è storia: il pontino vince 6/0, perché l’altro sembra non avere alcuna voglia. Sembra. Perché Bublik è un uccisore seriale di apparenze, un disubbidiente sociale, di quella socialità un po’ chic e quasi snob del tennis. E allora eccolo colpire e tornare assennato come uno scolaretto diligente. Giulio è destabilizzato e sbaglia qualcosa, così il russo va avanti due set a uno. Finito il sogno? Giammai.

Zeppieri, quasi sapesse cosa sta combinando Vavassori a pochi metri da lui, si mette in modalità “non sbaglio più”, lo stravagante avversario è sorpreso a sua volta. Sembra una commedia di Pirandello, ma i personaggi in cerca d’autore sono soltanto due.
Vince Giulio, con un sussulto al nono gioco, confermato al servizio. Vince e si guadagna Ruud, un altro sogno, 45 punti Atp e una giornata da ricordare.

FUORI BRONZETTI, MENTRE AVANZA JASMINE PAOLINI

A rispettare la regola del “non c’è due senza tre” ci ha pensato Jasmine Paolini.
A una donna non è ancora concesso di vincere al quinto, perché nelle competizioni femminili il due su tre si applica anche ai major.
E allora Jasmine si contenta di vincere 2/1, contro la più quotata Cirstea. Un primo set ai limiti della perfezione manda in paradiso la piccola toscana, che però nel secondo deve subire il ritorno prepotente e quasi piccato della rumena. Sembra proprio che la ragazza di Bucarest possa diventare padrona del match e riprendersi un copione sottrattole a colpi di racchetta. Anche stavolta però quel che sembra non è, perché Jasmine non ha molti centimetri, ma ha un grande cuore. E torna padrona, con un pizzico di indispensabile faccia tosta, vincendo il braccio di ferro da fondo campo. Va via, Jasmine, va a prendersi per la terza volta i trentaduesimi all’ombra della Torre Eiffel. E stavolta, chissà… Danilovic è avversaria meno brava di Cirstea e allora sognare si può e si deve, in un valzer di sentimenti indistinti e di volontà feroce.
Non è bastata però a Lucia Bronzetti, la volontà feroce di confermare il momento magico.
Un sorteggio dispettoso le ha messo di fronte Once Jabeur, che non è la Sharapova, ma ha un braccio fatato come quelli delle favole. E manda quella pallina dove vuole, specie se non riesci a farla correre. Eh già, correre non piace molto alla tunisina, che nel primo set vince ai vantaggi quasi tutti i game, patisce il ritorno incompiuto di Lucia e chiude 6/4.
La partita finisce lì, su quel tentativo incompiuto di rimonta.
Peccato, ma Lucia Bronzetti ora sa che può vincere e l’exploit di Rabat non resterà isolato.
Oggi un programma ricchissimo: in campo Fognini, Sonego, Arnaldi e Musetti tra gli uomini, Giorgi ed Errani tra le donne. L’Italia è pronta a regalarsi altra gloria sulla terra rossa civettuola di Parigi.

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