Ruolo autorevole e rispettabile, posto di lavoro prestigioso e ben remunerato. Con vista su Roma, con i suoi salotti radical chic, le sue tentazioni tentacolari e le altrettanto straordinarie opportunità. Tutti sognano di diventare consigliere regionale del Lazio: solo che per arrivarci non si effettua un concorso e neppure basta una segnalazione diretta. Per diventare consigliere regionale del Lazio bisogna essere eletti: prendere tanti voti, augurarsi che la lista nella quale si concorre raggiunga il quorum e convincere i cittadini a scrivere cognome e nome sulla scheda. Mica pizza e fichi. Mica bau bau, micio micio. Tra un anno si vota per le regionali e visto il periodo di “vacche magre” per le politiche (l’assurdo referendum voluto dai Cinque Stelle e appoggiato da altri partiti succubi e senza coraggio ha cancellato 345 seggi in un colpo solo), per un posto alle regionali c’è una fila chilometrica, specialmente nelle province.
Nulla è scontato nel Pd e Buschini è tornato più forte
Matematicamente, logicamente e politicamente impossibile non ripartire dai due uscenti: Mauro Buschini e Sara Battisti, la volta scorsa eletti in “ticket” grazie al traino di Francesco De Angelis. Questa volta non è affatto detto che vada nello stesso modo. Mauro Buschini, dopo la vicenda di Allumiere, capitalizzerà senz’altro il buon senso avuto nel dimettersi facendo passare la tempesta. Ha avuto la forza, poi, di rimettersi in carreggiata coltivando rapporti politici veri e importanti. Con Daniele Leodori e Massimiliano Smeriglio per esempio. Sara Battisti ha preso un’altra strada, diventando la “vice” di Bruno Astorre e il punto di riferimento di Francesco De Angelis.
C’è addirittura chi ipotizza un “ticket” tra Sara Battisti e il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Andrà così? Un pizzico di scetticismo è d’obbligo. In ogni caso i conti con Buschini dovranno farli tutti. Se alla fine Michele Marini dovesse decidere di candidarsi al consiglio comunale di Frosinone potrebbe rivendicare di avere una chance per le regionali. Sarebbe una partita aperta se nella stessa lista ci fossero Mauro Buschini, Sara Battisti, Antonio Pompeo e Michele Marini. Ma attenzione: il Pd nel 2018 ha eletto due consiglieri regionali perché ha vinto Zingaretti. Se tra un anno dovesse vincere il centrodestra, di seggio ne scatterebbe uno solo.
Lega-Forza Italia: la federazione potrebbe sparigliare le carte
In attesa di capire se Silvio Berlusconi e Matteo Salvini daranno veramente vita ad una federazione perché spaventati dall’avanzata di Giorgia Meloni, nella Lega si fanno i conti con le candidature alle regionali. Ci sarà l’uscente Pasquale Ciacciarelli, nel 2018 eletto nelle file di Forza Italia. Adesso, dicono, fa riferimento diretto al deputato e coordinatore regionale Claudio Durigon. Anche se è sotto gli occhi di tutti (cose che possono succedere dalle parti di Salvini) il suo rapporto fedifrago con Mario Abbruzzese, leader provinciale di Cambiamo di Giovanni Toti.
Pare che alla partita delle “regionali” sia interessata anche la deputata Francesca Gerardi con il sostegno dell’altro deputato Francesco Zicchieri e del senatore Gianfranco Rufa. Il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo e il consigliere provinciale Gianluca Quadrini porteranno l’acqua al mulino della Gerardi? Il coordinatore provinciale della Lega è il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Alle provinciali il suo candidato (Andrea Amata) è arrivato terzo, dietro a quello di Ciacciarelli (Luca Zaccari) e a quello della Gerardi (Gianluca Quadrini). Significa che nel Carroccio la sua posizione non è propriamente maggioritaria. Alle regionali però c’è un altro problema: l’accordo che Ottaviani e Riccardo Mastrangeli hanno raggiunto con Adriano Piacentini al Comune di Frosinone prevede il loro sostegno a Piacentini alle regionali. Se Lega e Forza Italia dovessero dar vita ad una federazione, allora Piacentini verrebbe inserito nella stessa lista con Ciacciarelli e Gerardi. Altrimenti, per sostenerlo, Ottaviani dovrebbe scendere dal Carroccio. Situazione ingarbugliata, a dire poco.
In attesa del “casting” definitivo, Maura e Picano sono già in corsa
I due “sostanzialmente” in corsa sono Daniele Maura e Gabriele Picano. Il consigliere provinciale di Giuliano di Roma continua ad aggregare amministratori in tutta la provincia. Lavoro che sta svolgendo anche l’avvocato in modo particolare al sud della provincia. Sarà poi necessario capire come cambieranno le situazioni e quali saranno le scelte del segretario regionale Paolo Trancassini e di quello provinciale Massimo Ruspandini. Ancora tutto da decidere per quanto riguarda le donne. Non ne mancano di brave e competenti in Fratelli d’Italia in tutta la provincia.
In questi mesi si è parlato anche di altri possibili scenari. Un pensierino alla Pisana, legittimamente, lo sta facendo anche il sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore al quale non mancano titoli e risultati per aspirare alla candidatura. Anche se contro di lui gioca il fattore tempo. Nessuno, né tra i suoi né tra gli avversari, vedrebbe di buon occhio la caduta dell’amministrazione fabraterna a metà mandato. E rischiare di riconsegnare la roccaforte rossa al centrosinistra è un pericolo che nessuno vuole correre. Nel novero dei candidati potrebbero approdare anche il sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio e il “numero uno” di Fratelli d’Italia nel capoluogo, Fabio Tagliaferri. Soprattutto se riuscisse a centrare un bell’exploit per la lista della Meloni nelle comunali di Frosinone.