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Il record mondiale della Divina compie 13 anni

Roberto Mercaldo
Ai mondiali di Roma del 2009, oro per Federica Pellegrini che nuota i 200 stile libero in 1’52”98
Luglio 29, 2022

I record sono fatti per essere battuti. Questa massima d’esperienza del mondo sportivo non ammette contraddittorio. Impossibile pensarla diversamente, anche di fronte a prestazioni sbalorditive e a tempi che sembrano irraggiungibili. Quando Bob Beamon, nell’aria rarefatta di Città del Messico, alle Olimpiadi del 1968, planò a 8,90 nel salto in lungo, opportunamente i giornali sportivi titolarono: “Beamon, un salto nel futuro”. Occorsero quasi 23 anni perché quel salto straordinario potesse trovare comparazione e progresso: a compiere l’impresa un altro statunitense, Mike Powell. Anche il record dei 200 piani del nostro Pietro Mennea, il 19”72 di Città del Messico, stabilito nel 1979, restò imbattuto fino al 1996, quando Michael Johnson lo portò a 19”66 nel corso dei Trial americani. Proprio oggi, 29 luglio, ricorre il tredicesimo anniversario di un record che a noi italiani è molto caro, per l’autrice e per la circostanza in cui fu stabilito. Parliamo naturalmente di Federica Pellegrini, la più forte nuotatrice italiana d’ogni epoca, che nella finale dei mondiali di Roma fermò il cronometro a 1’52”98, tempo che ancora oggi resta il più veloce mai nuotato nella storia. Federica, che di record mondiali ne ha stabiliti 11, ha naturalmente una predilezione per questo, che resiste agli assalti delle nuove generazioni di fenomeni. Sui social, ricordando l’impresa di 13 anni or sono, Federica specifica che probabilmente questo sarà l’ultimo anno di questo record, ipotizzando che qualcuna prima del 29 luglio 2023 possa batterlo. Noi ci permettiamo di dissentire dal giudizio della “Divina” e riteniamo che forse l’ultimo giorno del record potrebbe coincidere con la finale olimpica di Parigi 2024. Sono tante le nuotatrici che ambiscono a ritoccare il tempo di Federica, ma le quattro vasche in meno di 113 secondi non sono una prerogativa comune nemmeno per le super campionesse e così Franklin, Sjostrom e le altre per ora hanno tentato invano. Certamente arriverà il giorno che il tempo verrà migliorato, ma la magia di quel pomeriggio romano non verrà cancellata né ridimensionata: la nostra campionessa che sembra danzare sull’acqua, con una bracciata potente ed elegante, le altre che arrancano e progressivamente la vedono sempre più lontana. Il cronometro che sancisce il trionfo, il mondo la guarda rapito. Tredici anni dopo è ancora così.

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