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Il lampo di Tagliaferri e gli anni di Fratelli d’Italia. Mastrangeli e Ottaviani riaprono il Vittoria, l’eterno “loop” del Partito Democratico

Massimo Pizzuti
Febbraio 4, 2024
Fabio Tagliaferri

L’uomo copertina della settimana è senza dubbio Fabio Tagliaferri, nominato presidente di Ales spa, società in house del Ministero della Cultura che gestisce, fra le altre cose, le Scuderie del Quirinale e siti come il Colosseo, il parco archeologico di Pompei e gli Uffizi di Firenze. Un colosso di quasi 2.000 dipendenti e un fatturato di oltre 60 milioni di euro. Consigliere comunale di Frosinone dal 1998, assessore da tre consiliature, Fabio Tagliaferri è un esponente di Fratelli d’Italia. Certamente la sua nomina ha una matrice politica, ma dove sta la sorpresa o, peggio, lo scandalo? Ha funzionato così anche per il centrosinistra e per il Pd. Basta davvero con questa logica da “sepolcri imbiancati”, belli di fuori ma marci dentro. Basta con un perbenismo ipocrita e stucchevole. Adesso Fabio Tagliaferri si metterà alla prova nel suo nuovo ruolo e la differenza la farà la qualità del suo lavoro. 

Però quando Massimo Ruspandini (deputato e leader di FdI in Ciociaria) parla di orgoglio per tutta una comunità, non lo fa a caso. Lo fa perché un partito nato come una scommessa difficile da vincere, in Ciociaria conta tre parlamentari (Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani, Aldo Mattia), due consiglieri regionali (Daniele Maura, Alessia Savo), i presidenti di Saf (Fabio De Angelis) e Ater (Antonello Iannarilli), tre consiglieri provinciali (Alessandro Cardinali, Roberto Caligiore, Andrea Velardo), sindaci e amministratori locali. Tutto questo grazie a voti, preferenze, percentuali. Una comunità politica ed umana che continua a volare basso evitando che qualcuno… la veda arrivare. Il traino di Giorgia Meloni resta determinante, ma nei territori come quello della provincia di Frosinone dietro c’è un lavoro portato avanti per anni, ci sono anche le notti insonni, le sofferenze, le cicatrici di una lunga traversata nel deserto che oggi continua senza che nessuno si sia montato la testa. La prestigiosa nomina di Fabio Tagliaferri è una “ciliegiona” sulla torta. 

L’OCCASIONE DI MASTRANGELI 

Ieri mattina il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha restituito alla città il Teatro Vittoria, chiuso da 27 anni. Una notizia da prima pagina: la riapertura e la valorizzazione di un luogo di cultura, di questi tempi, è un fatto di per se straordinario. Un “gioiellino” che potrebbe essere un tassello importante per il rilancio del centro storico. Accanto a Mastrangeli c’era il suo predecessore Nicola Ottaviani. Fu lui a concepire l’operazione dell’acquisto del Vittoria da parte del Comune. La continuità amministrativa è un valore e Mastrangeli (che peraltro nelle due giunte di Ottaviani è stato assessore al bilancio) fa bene a rivendicarla. Ma tutto questo non esclude un ulteriore scatto in avanti dell’Amministrazione e della maggioranza di centrodestra. La necessità di sostituire Fabio Tagliaferri può essere una straordinaria occasione. Se Fratelli d’Italia è chiamato a indicare un nome operativo e di spessore, Mastrangeli può “approfittare” della situazione e dimostrare che parlare di rimpasto non è una bestemmia, che effettuare un “tagliando” alla maggioranza è un tabù da sfatare, che il rispetto del programma non significa escludere cambiamenti che possano migliorare il quadro globale e motivare partiti, gruppi e consiglieri. Archiviando definitivamente una fase di malumori e dispettucci che sono quanto di più lontano dal modo di essere e di concepire la politica da parte del primo cittadino. Continuità amministrativa e futuro non sono alternative o escludenti l’una dell’altra. 

IL PD PRIGIONIERO DELLE DIVISIONI 

Appena qualche anno fa a Veroli il Pd avrebbe risolto senza problemi la questione della candidatura a sindaco. E’ Germano Caperna quello che ha più possibilità di vincere? Fa parte di Italia Viva? Pazienza. Sarebbe stata costruita una coalizione forte ed equilibrata, nella quale tutti avrebbero avuto un ruolo. A cominciare da Assunta Parente e Francesca Cerquozzi. Oggi invece i Democrat appaiono intenzionati ad andare avanti da soli… Con Caperna e molte liste civiche da un’altra parte, le possibilità di vincere sarebbero ridotte al lumicino. Sempre in questa settimana nuovo tentativo a vuoto per raggiungere un’intesa sulle deleghe ai consiglieri provinciali (sic). Francesco De Angelis non interviene più come un tempo. Il confronto si trasforma sempre in scontro. Tocca a Sara Battisti cercare di cambiare la narrazione. Può farlo soltanto includendo e smussando gli angoli. Provando a recuperare Antonio Pompeo, Simone Costanzo e molti altri. Dando al segretario Luca Fantini una possibilità vera di agire autonomamente, senza vincoli di componente. Il Pd non può limitarsi a continuare ad andare a “ricasco”, come ha fatto alle elezioni comunali di Sora e Ferentino per esempio. Non può continuare a collezionare sconfitte ingestibili, come a Frosinone e Ceccano. Da solo non va da nessuna parte, ma costruire una coalizione è cosa diversa da “cooptare” alcuni candidati per determinare l’elezione di 5 consiglieri Dem alla Provincia. Il centrosinistra di un tempo non ritornerà, ma quello del futuro può essere costruito guardando ai tradizionali alleati. Prendendo definitivamente le distanze dal Movimento Cinque Stelle.

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