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Il “giallo” di Dybala si risolve aggiungendo un colore: da oggi è giallorosso

Roberto Mercaldo
Promesso all’Inter, ma stanco di aspettare, Paolino sposa la Roma per diventarne il nuovo simbolo
Luglio 18, 2022
Paulo Dybala

Francesco Totti gli aveva parlato, spiegandogli le alchimie, i segreti, il fascino e le lusinghe dell’indossare quella maglia. Paolino Dybala, il Sivori del terzo millennio, al pari dell’illustre predecessore e connazionale, aveva appena divorziato dalla Juventus. Quello che sembrava un amore grande si era incrinato all’improvviso, offeso da un rinnovo prima scontato, poi complicato, infine impossibile. L’occhiataccia di Paolino alla tribuna dopo il gol all’Udinese, gli infortuni troppo frequenti del fantasista, l’amore dichiarato ma forse non troppo sincero di Allegri: tutto, a un certo punto, è andato nella direzione contraria alla conferma del numero 10. Un divorzio ufficializzato a stagione in corso, tanto per aggiungere un’anomalia alle tante anomalie di un’atipica storia d’amore. Il copione sembrava spietato per le “anime bianconere”, almeno per quelle legate al numero 10, alle sue magie e ai suoi gol mai banali. Eh sì, perché l’approdo più probabile sembrava essere quello sulla sponda nemica, quella nerazzurra. Paolino Dybala, per gli appassionati la Joya, era però un po’ stanco di sentirsi ai margini: dopo il voltafaccia del suo club, starsene buono in attesa che l’Inter si decidesse a chiudere una trattativa ritenuta subalterna a quella per Lukaku, risolta con altro piglio, non era il massimo. L’orgoglio di un giocatore consapevole di essere per qualità tecniche di primissima fascia è valso più dei calcoli da botteguccia. Tacitando le velleità numeriche del suo procuratore, che come ogni procuratore ha il cuore a forma di salvadanaio, Paolino ha scelto la Città Eterna, ha scelto la numero 10 che fu di Totti, e forse lo ha fatto proprio in dipendenza di ciò che Totti gli aveva detto qualche giorno fa. Triennale, sei milioni a stagione bonus compresi. Ha voglia di dimostrare a tutti che gli infortuni troppo frequenti non sono la regola, che il suo sinistro fatato è pronto a disegnare calcio a beneficio di un nuovo popolo. Sono particolari i tifosi giallorossi: passionali, romantici, umorali, ingenui e mille altre cose ancora. Certamente innamorati, talvolta al punto da negare la ragione, contenti di vivere in quella nuvola in cui i sogni sono a volte più importati persino dei risultati. Come Sivori a Napoli negli anni 60, Dybala a Roma può diventare un simbolo di bellezza, un’icona, un messaggio di speranza scritto alle pendici dei Sette Colli. È già volato in Portogallo, dove ha trovato Mourinho. Insieme proveranno a scrivere un’altra favola, perché è soprattutto di belle favole che questo calcio ha bisogno. In bocca al lupo, Joya!

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