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I soliti balletti di un sistema di potere che non funziona: e vi diciamo perché

Licandro Licantropo
In Ciociaria nessun argomento viene affrontato con la serietà degli studi, delle elaborazioni, delle proiezioni e delle carte, con il supporto di una classe dirigente che preferisce giocare a nascondino e si guarda bene dal fare squadra.
Settembre 6, 2022

Ci risiamo: solito copione di sempre. Si torna a parlare di aeroporto civile a Frosinone? Aquino interviene per dire che è in grado di ospitare lo scalo meglio del capoluogo. Risultato finale? Non si farà nulla e, terminata l’ennesima campagna elettorale, il progetto verrà messo in naftalina fino al prossimo appuntamento con le urne. Peraltro ravvicinato, considerando che le regionali si terranno a gennaio. In Ciociaria nessun argomento viene affrontato con la serietà degli studi, delle elaborazioni, delle proiezioni e delle carte, con il supporto di una classe dirigente che preferisce giocare a nascondino e si guarda bene dal fare squadra.

AEROPORTO, SOLITA BOUTADE

Non ci hanno mai appassionato i dibattiti campanilistici. Per cercare di presentare una proposta credibile su uno scalo aeroportuale civile in Ciociaria servirebbero progetti corroborati dai dati. Un’idea del genere ha bisogno di un collegamento immediato e facile con la tratta dell’Alta Velocità, con i caselli autostradali di questo territorio, con la superstrada Ferentino-Frosinone-Sora

Tutto questo esiste? No. Non a Frosinone e neppure ad Aquino. Sulla Stazione Tav di Ferentino-Supino, che è cosa diversa dalle fermate dell’Alta Velocità (lo ribadiamo per rispondere alle “furbate” di chi si crede più intelligente degli altri), ci siamo espressi chiaramente. Il dato di fatto è che non sarà realizzata in tempi brevi. Anzi, probabilmente non sarà realizzata e basta. 

Sul piano economico e logistico la Ciociaria può garantire un bacino di utenza accettabile per uno scalo aeroportuale civile? Nessuno ha la risposta perché nessuno ha uno studio. Ma in ogni caso la risposta è no se non si mettono i passeggeri nelle condizioni di arrivare e partire con facilità. Cadono le braccia per la superficialità di determinati approcci a questioni così importanti. Inoltre non si avverte mai un reale interesse di quelli che dovrebbero essere i protagonisti del rilancio del territorio. Silenzio imbarazzante e complice poi da parte di Federlazio, Unindustria e di gran parte del mondo delle associazioni imprenditoriali. Sulla questione dello scalo civile a Frosinone il dibattito si è riaperto perché la possibilità è stata ventilata dal presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma. L’unico parlamentare che è intervenuto è stato il senatore Massimo Ruspandini. Per il resto calma piatta. Anche da parte dei consiglieri regionali. E’ sempre così. 

Mauro Buschini, Sara Battisti e Antonio Pompeo come presidente della Provincia continuano a credere agli studi di fattibilità (che non si negano a nessuno) invece di prendere il toro per le corna mettendo il progetto scalo aereoportuale/alta velocità al vertice delle rivendicazioni territoriali della loro agenda politica.

Gli amministratori locali quando decidono di dire la loro, lo fanno guardando al proprio campanile e non allo scenario generale della provincia. Succede per l’aeroporto, ma la stessa situazione si palesò nel momento del dibattito sulla eventuale e futura ubicazione della Stazione Tav. Ricordate la contrapposizione tra il nord della provincia e il cassinate? La conclusione è che l’aeroporto e l’alta velocità rischiano di rimanere sogni nel cassetto. Nonostante oggi una possibilità si sia riaperta. Forse più concretamente di qualche anno fa. 

SISTEMI DI POTERE FINI A SE STESSI

Nella puntata di ieri sera di Quarta Repubblica si è parlato di nuovo del fatto che da decenni in provincia di Frosinone esiste obiettivamente un predominio politico del Pd guidato da Francesco De Angelis. Ribadiamo il nostro pensiero: non ci interessa se il gatto è bianco o nero, ci interessa che… acchiappi il topo. 

In altre parole: c’è stato un beneficio per il territorio in conseguenza di un modo di gestire parecchi settori della vita pubblica che riguardano la collettività? La risposta è no. La sanità ciociara non è affatto migliorata e, al di là degli inevitabili momenti di spettacolarizzazione, alcune considerazioni dell’ex dg Isabella Mastrobuono andrebbero approfondite. Una in particolare: la razionalizzazione della rete sanitaria è avvenuta (se è avvenuta) secondo criteri manageriali o politici? Da qui discende tutto. Da quanti anni si parla di promuovere l’ospedale Spaziani di Frosinone a Dea di secondo livello garantendo un effettivo salto di qualità della sanità provinciale? Le solite risposte banali e scontate sono state all’insegna del… ci vuole tempo. Ma altrove lo hanno fatto. Per esempio a Latina. La linea di confine è la seguente: la sanità serve a migliorare la qualità della vita dei cittadini della provincia di Frosinone oppure a garantire equilibri e posizioni politiche? Tutto il resto è noia. Stesso discorso per quanto riguarda i rifiuti e perfino gli impianti di depurazione. Si tratta di sistemi che funzionano e che quindi garantiscono le aziende che ne usufruiscono e quindi anche i posti di lavoro? Evidentemente no, se il sistema di raccolta, trattamento e smaltimento dell’immondizia è in crisi da oltre un anno in Ciociaria. Evidentemente no se il tema della depurazione è ancora e sempre sul tavolo. Di Consorzi industriali, fino a pochi mesi fa, ce n’erano due in provincia di Frosinone (Asi e Cosilam): hanno migliorato le condizioni delle nostre imprese, rendendole più competitive in termini di servizi ed infrastrutture? No. L’unica riflessione che ci interessa è questa. Perché anche in proiezione futura, un eventuale cambio di equilibri (e quindi di sistema di potere) dovrebbe guardare a far effettuare degli scatti in avanti al territorio. Non  basta che cambino i suonatori, deve cambiare la musica.

IL MESSAGGIO DI BUSCHINI

Ieri il consigliere regionale Mauro Buschini (Pd) è stato protagonista di un tour elettorale per sostenere le candidature di Matteo Orfini e Andrea Turriziani. Lo ha fatto insieme ad alcuni amministratori del territorio. Ma in undici righe di comunicato stampa Buschini non ha nominato né OrfiniTurriziani. E neppure Stefania Martini o Sergio Messore. Un lapsus? Magari freudiano. L’episodio dimostra due cose. Ad animare Buschini (e molti esponenti del Pd locale in questo frangente) è il senso del dovere. Non c’è l’impatto emotivo. Allo stesso tempo però la mancata elezione di un leader nazionale come Matteo Orfini avrebbe l’effetto di uno “tsunami” sul Partito Democratico provinciale. Non c’è alternativa: avanti per forza (d’inerzia), ma senza… passione.

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