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Gualtieri nei guai, il Tar boccia la Regione sull’ok alla discarica di Magliano

Marco Battistini
Tra le censure mosse dai giudici amministrativi la mancata effettuazione della valutazione di incidenza, l’assenza di valutazioni sia sull’effettivo impatto della discarica sulla falda acquifera sia sulla barriera geologica.
Ottobre 5, 2022

Un’altra grana per il sindaco Roberto Gualtieri, alla ricerca spasmodica di soluzioni per contrastare l’emergenza rifiuti nella Capitale.
Dopo le perplessità sollevate dall’Associazione Ecologica Monti Sabatini arriva dalla quinta sezione del Tar di Roma uno stop alla discarica di Magliano Romano. Il Tar per la precisione ha accolto il ricorso presentato dall’associazione ecologista bocciando la compatibilità ambientale rilasciata dalla Regione relativamente alla trasformazione della discarica da impianto per inerti a impianto di smaltimento dei rifiuti urbani per oltre 800.000 mc.
Tra le censure mosse dai giudici amministrativi la mancata effettuazione della valutazione di incidenza, l’assenza di valutazioni sia sull’effettivo impatto della discarica sulla falda acquifera sia sulla barriera geologica.

LA SENTENZA

Il Tar ha riconosciuto solo in parte i motivi che hanno portato la Regione nel non considerare la trasformazione della discarica di Magliano Romano da impianto per lo smaltimento degli inerti a impianto per lo smaltimento degli urbani un nuovo impianto. Tuttavia “coglie nel segno parte ricorrente -scrivono i giudici amministrativi nella sentenza- laddove censura l’omissione non solo della fase di consultazione del pubblico come prevista per il procedimento Via (valutazione di impatto ambientale, ndr)” ma “altresì della valutazione di incidenza ambientale che la legge prevede integrata nei procedimenti di Via e Vas (Valutazione ambientale strategica, ndr). Difatti la ‘Vinca’ (Valutazione di incidenza ambientale) è un procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento o attività che possa avere incidenze significative su un sito, anche solo proposto, della rete Natura 2000”. Inoltre, la Via, secondo il Tar, “indica chiaramente che l’area oggetto dell’impianto è collocata, per quanto riguarda il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio, interamente in ‘Paesaggio Naturale di Continuità”, ma il provvedimento regionale si è limitato “a rilevare apoditticamente che “è stata verificata la corrispondenza e la non interferenza del sito con il Ptpr, senza valutare l’effettiva compatibilità del progetto con le prescrizioni di Piano che, in riferimento al cd Paesaggio Naturale di Continuità”, indica espressamente le discariche come elementi di rischio, non consentendo la realizzazione di nuove discariche e prevedendo l’eliminazione anche con rilocalizzazione delle discariche esistenti”.
E ancora “la Regione ha omesso di tener conto delle misure di salvaguardia conseguenti all’adozione del Piano di assetto del Parco regionale di Veio, nel quale ricadono parte degli interventi progettati”.

LA VICENDA

La vicenda della discarica di Magliano era già stata oggetto in passato di numerose sentenze del Tar, sempre favorevoli a comitati e al Comune, contro (ad esempio) il tentativo di aumentare il numero dei codici di rifiuti ingresso nell’impianto di smaltimento di inerti. Non a caso per i giudici “appare rimarchevole” che “inspiegabilmente non risulta attualizzata la valutazione dell’effettivo impatto del nuovo progetto sulla falda acquifera nonostante le precise indicazioni contenute sul punto nelle precedenti decisioni rese dal Tribunale adito in ordine alla discarica in oggetto di causa”. E “continuano, inoltre, a mancare in sede di Via approfondite valutazioni sulla barriera geologica naturale, tenuto anche conto che la discarica sorge su sito già oggetto di escavazione relativa ad attività estrattiva di tufo, materiale idrogeologicamente permeabile”. Pertanto “risulta integralmente pretermesso – si legge ancora nella sentenza – il giudizio di compatibilità ambientale del progetto quanto agli aspetti geologici, idrogeologici e della stabilità del sito, in violazione dell’art.5 lett. O del dlgs n.152/2006 (Testo unico dell’Ambiente, ndr)”. Quindi “in tale contesto, se la vicinanza della discarica al centro abitato e ad un edificio scolastico non risultano, per le ragioni anzidette, immediatamente impeditive dell’esame del progetto presentato da Idea 4Srl, nondimeno, e al netto degli ulteriori fattori di rischio per l’ambiente in precedenza evidenziati, tali fattori impongono, come suggerito anche dalla Città Metropolitana di Roma, una più approfondita e attualizzata analisi onde scongiurare, alla luce del principio di precauzione, effetti nocivi sulla salute, in conformità peraltro alle indicazioni, ad oggi evidentemente disattese dall’Amministrazione resistente (cioè la Regione, ndr), fornite nel tempo nelle decisioni assunte da questo Tribunale sulla discarica oggetto di causa”. La Regione Lazio e la società Idea 4 sono state condannate al pagamento delle spese processuali per 4.000 euro.
La sentenza rischia inoltre di bloccare almeno momentaneamente la politica espansiva di Acea nel settore dei rifiuti, dal momento che Idea 4 srl è posseduta dalla multiutility romana.

ESULTA IL SINDACO MANCINI

Il sindaco di Magliano Romano, Francesco Mancini, non ha nascosto il proprio compiacimento per il verdetto del tribunale amministrativo. “Grande soddisfazione per il risultato ottenuto dall’Associazione Ecologica Monti Sabatini alla quale va il mio personale ringraziamento per l’attività svolta -ha dichiarato in una nota il sindaco- ennesimo schiaffone all’amministrazione regionale che colleziona l’ottava censura da parte del Tar del Lazio per aver nuovamente completamente ignorato le evidenti criticità idrogeologiche ed ambientali della discarica di Magliano Romano. Rimaniamo in attesa delle ulteriori sentenze che arriveranno si ricorsi fatti dai Comuni e dai Parchi. Nel  mentre rivolgo ironicamente un sentito ringraziamento all’assessore Valeriani per averci, altrettanto ironicamente, indicato la via del Tar per dirimere la vicenda. Spero che ora la Regione Lazio rispetti l’ennesima sentenza e metta definitivamente la parola fine a questa follia”.

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