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Fine del mito: la Corte dei Conti demolisce l’era-Zingaretti. Rocca obbligato all’austerity. Allarme di Ruspandini: “Senza Zes Basso Lazio penalizzato”

Licandro Licantropo
Settembre 30, 2023
Francesco Rocca, governatore Lazio (Foto: Agenzia Dire)

“L’Amministrazione che presenta i conti non è quella che l’ha gestito. La giunta che è qui presente non è quella che ha gestito i conti. Dovrà quindi spiegare e giustificare quello che hanno fatto altri, e cioè quello che a suo tempo non hanno condiviso o, addirittura, hanno ostacolato”. Lo ha ricordato Roberto Benedetti, presidente della Sezione della Corte dei Conti che ha parificato il bilancio 2022 della Regione Lazio.

Un adempimento tecnico e decisivo, che però indubbiamente assume anche un significato politico. Perché la magistratura contabile di fatto ha bocciato il documento economico della giunta guidata da Nicola Zingaretti, dando il via libera con riserva perché in realtà c’è una mole di debito sovrabbondante. Circostanza che, come ha scritto la Corte, finirà con il limitare “la capacità di investimento necessaria a far fronte alle esigenze della collettività”.

Per questo è stato anche consigliato di ridurre “le consulenze e gli incarichi di natura fiduciaria”. Toccherà a Francesco Rocca e alla sua giunta raccogliere i cocci, rimettere a posto i conti e “tagliare”. A chi oggi nel centrosinistra fa spallucce oppure sbuffa, cercando di minimizzare, va ricordato cosa ha fatto per anni la propria coalizione nei confronti dell’esecutivo guidato da Renata Polverini. Soprattutto per la sanità. Oggi la relazione della Corte dei Conti scrive che “il ridimensionamento delle capacità operative degli ospedali non è stato accompagnato da un adeguato rafforzamento della sanità territoriale”. Ma oltre l’aspetto contabile c’è quello politico: adesso è chiaro a tutti perché il Campo largo Pd-Cinque Stelle è franato alle elezioni di febbraio, dimostrando come l’operato amministrativo della giunta di Nicola Zingaretti in realtà era stato tutto meno che esaltante. Se il Partito Democratico, adesso guidato nel Lazio da Daniele Leodori, non farà una profonda riflessione critica sul secondo mandato di Zingaretti, difficilmente potrà riavviare un percorso che lo porti a tornare competitivo.

DAGLI STATI GENERALI ALLA ZES

Nella seduta del consiglio provinciale di ieri il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha chiamato alla mobilitazione le parti sociali e la politica in vista della riunione (spostata) degli Stati Generali dell’Economia. Il vertice si terrà il 9 novembre e quasi sicuramente ci sarà il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Nel frattempo però c’è la questione della Zona Economica Speciale, prevista dal Governo per tutto il Meridione. Vuol dire avere facilitazioni e sgravi per chi investe e vuole assumere. Il deputato Massimo Ruspandini, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, ha presentato una proposta per far inserire anche le province di Frosinone e di Latina. Essenzialmente per due motivi: 1) la contiguità territoriale; 2) evitare la beffa oltre al danno: è palese infatti che per come stanno le cose adesso, per qualunque azienda sarebbe conveniente andare ad investire a pochissimi chilometri dalle nostre aree.

Confimprese ha dato il proprio sostegno esplicito, ma tante altre associazioni e diversi capitani di industria hanno apprezzato l’iniziativa. Un’iniziativa che avrebbe bisogno di un sostegno politico forte del territorio. Intendiamo parlamentari nazionali e regionali, sindaci, presidenti e amministratori di enti intermedi, partiti. Perfino mettendo da parte le appartenenze. Non succederà, se non in una piccola percentuale. Dalle nostre parti le “invidie”, l’incapacità di riconoscere i meriti altrui e la  miopia politica risultano prevalenti.

IL RUGGITO DI FORZA ITALIA

Come ampiamente anticipato, Giuseppe Incocciati è stato nominato commissario del Parco dei Monti Ausoni e del Lago dei Fondi. E’ un colpo molto chiaro battuto da Forza Italia. Che ha suscitato però molti mugugni visto che la “percezione” politica dell’ex goleador di Napoli e Milan, amico e compagno di squadra di Maradona non è certo la stessa di quella goduta quando calcava i campi di calcio.
L’ex calciatore è da sempre il fedelissimo dei fedelissimi dell’attuale vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani. Però nella partita degli enti intermedi regionali a giocare un ruolo determinante è stato anche il senatore e coordinatore regionale degli “azzurri” Claudio Fazzone. Forza Italia dimostra ancora una volta di contare nel Lazio e inoltre mette in evidenza un asse di ferro inedito che però negli ultimi tempi si sta rinsaldando. Quello tra Antonio Tajani e Claudio Fazzone.

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